tedesco

La cassaforte dell’anima

I colloqui con i genitori possono essere interessanti, non sempre. Possono portare in superficie qualcosa di un po’ nascosto. Nella scuola di quel paese in campagna, mi hanno dato 3 classi del liceo e 1 classe di ragioneria. Un pregiudizio vuole ragioneria peggiore del liceo. Ho una terza ragioneria, indirizzo RIM, relazioni internazionali marketing. C’è un ragazzo, un bravo ragazzo timido, che fa parte di questa bella classe. Avevo già parlato con la madre, la quale mi aveva parlato dell’entusiasmo del ragazzo per il tedesco.

Pochi giorni fa mi ha aggiunto: “Per mio figlio il tedesco è semplice, grazie a lei. Io conosco il tedesco e vedo che fate molte cose. I ragazzi sanno tanto, per essere al primo anno dello studio del tedesco. S. è felicissimo”.

Ho bisogno di questo blog, ho bisogno di mettere in ordine sensazioni, di depositare beni preziosi, nella cassaforte dell’anima. Ho bisogno, mi serve per far rimarginare le ferite, per proteggermi da altre possibili ferite. Ogni volta mi stupisco di questi elogi. Sono insicuro, ho i piedi per terra. Meno male. Me lo ha insegnato mia nonna.

Pubblicità

Continua, è giusto che continui.

è giusto che continui questa storia, questa storia segnata da decine di chilometri, segnata da occhiaia e sbadigli profondi, da passi lenti e da giorni che non vogliono incominciare. è una storia segnata da freddini mattutini e da umidità un po’ fastidiose. Ma è una storia che deve andare avanti, anche oltre le mie aspettative, anche oltre i miei dubbi, anche oltre le mie insicurezze. La facciamo continuare, ripensando alla piccola storia di sorrisi e carroattrezzi, di gioia e momenti in cui non penso a nient’altro, alle piccole afflizioni e alle rabbie medie, che rimangono da una parte, lontani e nascosti.

Raccontiamo anche quest’altro capitolo. I miei alunni stanno frequentando uno stage on line di tedesco e l’insegnante fa i complimenti a me e a loro per il loro livello di tedesco e l’educazione. Li riferisco alla collega che si occupa degli stage la quale mi risponde che sa benissimo che è merito mio e che faccio sentire i ragazzi a loro agio e spera che io rimanga con loro ancora per tanto tempo.

Sarebbe bello continuare, anche se la scuola è lontana, anche se mi devo alzare alle 6, fino a che il mio fisico me lo consentirà, spero che me lo consenta per tanto tempo. Sento meno la fatica, quando mi diverto. E mi diverto.

“LEI è RIUSCITO A FAR PIACERE IL TEDESCO, ANCHE A CHI PRIMA ANDAVA MALE”


Ho ancora il ricordo di quel giorno in cui mi toccò di saltare la prima ora del mercoledì per un fastidiosissimo esame medico. Stavo perdendo il controllo di me stesso. Ero dispiaciutissimo di perderli.

C’è una pizzeria in provincia, ci sono tante ragazze belle ed eleganti, con qualche maschio stiloso ed elegante. Ci sono degli insegnanti belli, bravi ed appassionati. E poi c’è la stupenda 5H dell’Istituto Alberghiero. Ho avuto l’onore e il privilegio di lavorare soltanto con una parte di loro, ma ieri sera, per fortuna ho potuto socializzare anche con i ragazzi che studiano spagnolo come seconda lingua.
è stata una serata gioiosa e piena di belle emozioni, risate e lacrime di gioia.. Ho ribadito loro quanto è stato bello quest’anno, fin dal primo momento, quando mi sembrava di conoscerli da una decina d’anni, anche se era la prima lezione e che quest’anno è passato troppo in fretta.
Loro hanno dedicato delle frasi bellissime a tutti i professori. Mi hanno detto: lei è riuscito a far piacere il tedesco anche a chi era sempre andato male. Le lezioni con lei sono belle, perché si impara tanto, ma ci si fa anche una risata, quando è il momento di rilassarsi. si crea un’atmosfera familiare, simile a quella di un salotto, il ben noto “salotto della 5H” . E poi lei è una persona genuina. Faccio il lavoro più bello del mondo, l’avevo già scritto 100000000 volte, vero?
Anche ieri sera mi sono guardato allo specchio ed ho visto me stesso. Anche ieri sera ha vinto la scuola e ho vinto io. Viva la scuola e viva la vita.

Fine

e anche quest’anno scolastico se ne è andato, nell’atmosfera un po’ rarefatta della didattica a distanza, seduto al mio tavolo, davanti al mobile della mia antenata, molto bello. Se ne è andato in diretta dal mio salotto, dove ho fatto lezione, ma anche sedute di personal training e zumba, durante il confinamento. Se ne è andato tra qualche problema di salute mio, tra novembre e dicembre, che i miei ragazzi mi hanno fatto scordare, con il loro affetto meraviglioso. Se ne è andato tra miei esami medici, in cui sono stato anche legato come un cotechino (niente bondage, era solo un tilt-test). è stato il secondo anno all’istituto alberghiero e li ho visti ancora crescere, splendidamente imperfetti e pieni di contraddizioni, ma anche in grado di farti sentire a casa tua. Se ne è andato tra i miei viaggi di 45 km andata e ritorno, ascoltando cantautori, reggaeton e hard rock. se ne è andato con la speranza di tornare lì, pensa un po’, spero di tornare lì, anche se fanno una gran fatica con il tedesco, anche se la mia quinta adorata se ne andrà, anche se se ero abituato con licei e ragionerie. Spero di tornare lì, perché quando ero uscito dall’ospedale, quel giorno, dopo quell’esame, sono arrivato lì con la sensazione di essere in paradiso. Se mi avessero offerto un milione di euro in cambio, non li avrei accettati.

M.

radici ovunque, radici da nessuna parte

era giusto così, tornare in Germania, era giusto, perché ho dedicato una parte di me a quella cultura, a quella lingua, perché insegno quella cultura, perché insegnando quella cultura ho amato, ho amato tanto, perché ho amato tanto una donna che viene da quella terra. era giusto così, perché volevo capire qualcosa in più da quei luoghi, perché volevo buttarmici dentro. volevo capire da dove viene quella malinconia di quegli sguardi, volevo capire la malinconia di quei sorrisi, volevo capirla un po’ di più. volevo capire qualcosa in più di me stesso. volevo rendermi conto di avere radici ovunque e radici da nessuna parte. quadro Kirchner

scolaretto

sono abbastanza grande, alto e robusto. ho già un lavoro piuttosto impegnativo e prestigioso, oltre a quello di prof. oggi mi ha chiamato una scuola privata, per un colloquio di lavoro. mi propongono 12 ore, da dividersi tra medie e superiori, per 15 giorni, che potrebbero diventare un anno intero. sarei supplente di tedesco. sono emozionato come uno scolaretto. riuscirò a dormire stanotte? ah, il colloquio è lunedì.