un effetto collaterale del mio animo rilassato è la voglia di fare scherzi. Quando acquisisco confidenza con una classe, quando mi trovo bene e quando so che ho la loro fiducia, è come se si accendesse qualcosa dentro di me. Ho voglia di combinare scherzi, per alleggerire il clima, anche se, dopo la descrizione di certi tipi di scherzi che combino, chi legge questo blog potrebbe pensare il contrario.
Un rito canonico per qualsiasi classe è il momento della verifica: lo ritengo molto impegnativo, perché devo pensare ad una traccia, compilarla, correggerla, consegnarla. Diventa ancora più complicato quando si ha anche una professione. Quando mi piacciono delle classi è come se fossi anche io sotto esame. Quando correggo i compiti sono un po’ teso, perché sento la misura del loro successo un po’ come la misura del mio successo come insegnante.
Quando ho tra le mie mani il pacco con il primo compito in classe delle due terze, sono un preoccupato, appunto perché mi stanno simpatici. I risultati sono positivi, in quasi tutti i casi, e ci sono dei voti eccellenti. Sono contento, galvanizzato, rinfrancato, certo, c’è anche qualche voto mediocre, ma è normale. Mi piace correggere rapidamente i compiti in classe, non sono uno che fa aspettare i ragazzi, come facevano certi miei prof. Il compito è stato fatto il giovedì, al sabato arrivo in classe e nessuno si aspetta una consegna così rapida. Me lo chiede SF, la bellissima ballerina con gli occhi neri e grandi come la notte, ma senza sperarci troppo. Le rispondo che ho corretto i compiti. La ragazza mi chiede, sorpresa, come sono andati.
A quel punto scatta qualcosa dentro di me che non so spiegare: rispondo con aria truce, malissimo. Gli sguardi interrogativi di molti ragazzi si trasformano in sguardi terrorizzati: i grandi occhi di CF e di BM sono terrorizzati. SF ha l’aria dubbiosa. Sono terrorizzati, perché hanno un forte senso del dovere. Sanno che è importante riuscire a scuola, sanno che la scuola è un impegno da onorare. Anche io sarei stato terrorizzato, se solo avessi avuto un prof talmente fuori di testa da combinare scherzi del genere. Mi avvicino a loro, CF, CB, ma non solo, con aria truce. Sai di avere preso un’insufficienza, non ti sei impegnato/a abbastanza, non ci siamo molto, pensi di avere studiato abbastanza. Tengo la verifica in mano cercando di nascondere il voto e mi avvicino a passo lento al banco di ognuno, fino al momento in cui consegno il foglio della verifica e l’agitazione, indotta anche dal mio scherzo, non diventa gioia per il bel voto conseguito. L’unica che non ci casca è SF, la quale mi fissa mentre io la fisso e nota che quasi mi viene da ridere, e me lo fa notare. Forse non ci casca o fa finta di non cascarci. EA, una ragazza timida e dolce, che arriva dall’altra parte dell’Adriatico, è imperturbabile, forse perché non ci crede, anche se non lo fa capire.
Con chi ha avuto l’insufficienza non scherzo, perché non mi sembra carino. Consegno loro il compito con aria realmente dispiaciuta, cercando di spiegare gli errori.
è la prima volta, da quando insegno, che ho deciso di combinare uno scherzo simile. Mi ha fatto piacere avere la conferma dell’interesse che hanno questi bravi ragazzi per il loro dovere e mi ha fatto piacere sentirmi un po’ più bambino di loro, anche se, forse, se un mio insegnante avesse fatto così, avrei avuto degli istinti omicidi.
Io sono stato fortunato: non ho potuto avermi come insegnante.
P.S. Ho ripetuto questo scherzo altre volte con loro: qualcuno, meno della prima volta, ha continuato a cascarci, SF no. Troppo furbi questi adolescenti.