Sono stato in segreteria personale qualche giorno fa e ho fatto presente che, in due e mesi e mezzo di servizio, mi è stato pagato 1 mese di stipendio. Mi sono stati pagati già i 7 giorni di servizio nella scuola media, che ho fatto a settembre. L’impiegata mi ha detto che non si sa quando verrò pagato. Dunque, il mio stipendio di questo mese è di 1 euro e 56, un lauto arretrato del primo incarico che ho avuto quest’anno.
Riprendo questo post dopo molti giorni e nulla è cambiato, o, per meglio dire, quasi nulla. Ho ricevuto ieri 1200 euro di dividendi di un investimento che ho fatto con i soldi lasciatimi dai miei. Ho i soldi dei miei clienti di traduttore. Posso vivere anche benino, mi sono comprato svariate bottiglie di vino pregiato, ma questo l’ho già scritto. Mi sono fatto un viaggetto in Abruzzo qualche giorno fa. Leggo sui social e su alcuni quotidiani delle difficoltà enormi che hanno colleghi, assunti con il delicato artificio lessicale di “supplenti brevi e saltuari”, come sono stato assunto io. Leggo e posso solo immaginare l’imbarazzo e la frustrazione che provano, quando devono chiedere i soldi ai genitori per potersi mantenere, nonostante abbiano un lavoro. Posso solo immaginare l’angoscia che sentono, quando non sanno se riusciranno a pagare l’affitto e le bollette.
Penso al fatto che non ho queste difficoltà, perché ho una professione e dei soldi che ho ereditato. Penso al fatto che insegnare non è, a queste condizioni, un lavoro, ma un “lusso” che è difficile potersi permettere, visto che non sappiamo quando verremo pagati. Penso che se non avessi questi due paracadute, cioé la professione e l’altro denaro, dovrei pensare seriamente di dimettermi da insegnante, visto che è un lavoro che non mi dà quasi nessuna sicurezza. Penso alla sconfitta della politica, in cui i partiti che dovrebbero essere a me più vicini, quelli che raccontano di avere a cuore l’istruzione molto più di quei cattivoni di destra, non hanno risolto o hanno aggravato questa precarietà. Penso al fatto che la politica è diventata ladra di futuro, non solo del futuro un po’ più lontano, visto che costringe, in questo caso degli insegnanti, a lunghissimi anni senza diventare di ruolo, ma anche del futuro prossimo, mettendo in atto queste politiche ancora più umilianti verso chi insegna, che non sa nemmeno se potrà fare la spesa, dopo avere rinunciato, non sia mai, alla “pretesa” di avere un mutuo. Meno male che ho casa mia. Penso a cosa può esserci nella testa di un alunno medio, magari non troppo consapevole, il quale sa che gli insegnanti sono, troppo spesso, poveri e svantaggiati. Penso alle mie idee di sinistra, alle mie idee comuniste e penso a come potrei raccontarle a degli adolescenti, che si rendono conto di quanto la politica ha danneggiato la società, ha danneggiato la scuola, con il contributo di partiti sedicenti di sinistra. Bah
p.s. Buon anno!