sterminio

Aktion T4

Dall’anno scorso ci è stato affidato un compito, quello di dedicare un ciclo di lezioni ad un argomento di educazione civica. Ho deciso di parlare dell’Aktion T4. Dietro a questo termine anodino si cela un’operazione di sterminio sistematico delle persone disabili in Germania, considerate vite indegne di essere vissute. Ho raccontato la storia in tedesco, riassumendola un po’ in italiano. Ho raccontato i fatti. Ho cercato di usare parole nude, prive di retorica, aiutato anche dal tedesco, che è una lingua essenziale, logica, che sto studiando dal lontano 1993. Non è la mia madrelingua, la devo trattare con rispetto e cura, forse ancora superiori a quelle che riservo all’italiano, che è casa mia, che il mio ventre materno, per così dire. Ho cercato di allargare il discorso a tutte le discriminazioni, provando a ragionare assieme ai miei alunni, invitandoli a ragionare con libertà e spontaneità, di discriminazioni con il pretesto dell’orientamento sessuale o del colore della pelle. I miei alunni hanno scritto presentazioni, belle ed originali. Sono stato felice e sorpreso, come sempre. Ho sentito di aver diffuso antifascismo, di avere seminato qualcosa, nel mio piccolo, nel mio piccolissimo.

La mamma di uno dei ragazzi mi ha fatto i complimenti per quello che ho fatto, raccontando che anche lei si adopera per far prendere coscienza ai propri figli di questi contenuti. Ho risposto ringraziando, ma anche affermando che stavo solo facendo il mio dovere di cittadino e di insegnante. Felice e stupito, di avere seminato bene, di avere seminato antifascismo e vita.

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