sorriso

la tempesta è passata, almeno per ora

Il suolo è ancora umido, dopo la bufera che mi era capitata, ma si asciugherà, forse quasi completamente, tranne forse in qualche zona d’ombra. Il sole è tornato a mostrarsi. Il sonno è tornato quasi normale e un sorriso si è riformato sul mio volto. Nulla è facile mai, specialmente quando hai le spalle da uccellino che ho io. Guardo al ricordo delle notti disperate e troppo lunghe, con un po’ di malinconia e spero che la distanza da quei giorni aumenti e che rimanga solo qualche cicatrice, sperando che non sia troppo grande. Penso a quelle giornate in cui facevo fatica ad uscire di casa, salvo quando andavo in palestra, mio unico rifugio, mia sola oasi. Penso a quando facevo fatica a togliermi la tuta,alle che uso di inverno per dormire.

Ora è sabato, tra poco mi allenerò. Meno male.

Un abbraccio.

M.

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Passione e competenza

Dopo molti anni ho riiniziato a fare l’insegnante di sostegno. Seguo tre ragazzi, due dei quali particolarmente in difficoltà. S. è una ragazza che viene dall’Egitto. Non parla bene l’italiano, si esprime con poche parole, non vede. Ha problemi di equilibrio, seri problemi. Pochi giorni fa la aiutavo a camminare per i corridoi della scuola. Oggi piccolo passo è un’avventura, ogni gradino è uno scoglio per lei, anzi per noi. Glielo dico spesso che noi siamo una squadra, ma che non abbiamo paura di niente assieme, che riusciamo a fare tutto quello che ci proponiamo di fare insieme. A volte ho qualche dubbio, perché è veramente dura, ma io non demordo, ho la testa dura. Il mio premio è il suo sorriso, quando la vedo serena, quando la vedo felice, mentre studiamo inglese e ascoltiamo musica, per studiare nuove parole.

Ci vede una bidella. Dico sempre ad S. che noi siamo una “premiata ditta”, un “duo invincibile”. La bidella ci vede e mi dice: “Si vede che lei fa il suo lavoro con grande passione e competenza”. La ringrazio. Rifletto.

Non voglio lodarmi, non sta bene, non è elegante. Di sicuro ce la metto tutta, ma proprio tutta, le tento tutte. Come andrà?

a presto

M.

Bisogno di abbracci

Stamattina sono tornato a scuola con un sonno boia, dopo quasi 10 giorni. alla prima ora ho incontrato S. Lei è una ragazza bella, con i capelli lisci neri, alta, sorridente e intelligente. Era stata sorridente. Da un po’ di tempo il suo sorriso si è spento. Oggi mi ha raccontato i suoi problemi, piangeva. Mi ha detto che le pesa avere voti più bassi in tedesco, mi ha detto che stava veramente male, qualche settimana fa, quando era stata assente alla verifica. Le ho detto che lei non è il suo voto, le ho detto che mi interessa prima di tutto il suo benessere emotivo, che le darò modo di fare la verifica, quando sarà più serena, le ho detto che ha fatto bene a parlare, che è il primo passo per cambiare. Le ho detto che ci sono e ci sarò, tutte le volte che vorrà parlarmi, che vorrà confidarsi. Mi ha chiesto se poteva abbracciarmi. Le ho detto di sì. Ci siamo stretti. E io mi sono emozionato. Forse avevo bisogno quanto lei di quell’abbraccio. Come quella volta, qualche anno fa, nel paesino della bassa, alla fine di quel funerale, quando io non stavo bene e abbracciai la mamma della mia alunna, la quale disse: “avremo bisogno di questi abbracci”. Anche io ne ho bisogno.

Sorrisi

Entro nell’aula deserta, un po’ spettrale. Mi ricordo di quando venivano a scuola, belli, sorridenti e positivamente vivaci, pure bravi in tedesco.

Accendo il computer e rivedo i loro sorrisi e la loro vivacità sana. Glielo dico, questa classe è una delle più sorridenti. Loro mi rispondono: lei è uno dei pochi prof con i quali sorridiamo.

Bentornata Silvia Romano!

Bentornata a te! Complimenti per il tuo sorriso pazzesco, bellissimo e sorprendente. Non ho il piacere di conoscerti, ma devi essere una tosta, con quello che hai passato, caspita. E poi hai 20 anni.

A proposito, ci sono dei poveri dementi che ti hanno offeso e che ti offendono. Ovviamente sono dei fascisti.  Insomma, tutto normale, come quando eri partita.

M.

politica

La politica non ha interpreti affidabili. Non mi dispiace il movimento 5 stelle, come ho sempre ribadito, ma non può essere il futuro, può essere solo un presente. Bisogna parlare di comunismo nel ventunesimo secolo, avendo ben chiara la lezione dei padri, ma bisogna declinarla con parole convincenti, bisogna parlare del qui ed ora e parlare del futuro, di come vogliamo che sia. 

Non penso di potere essere un valido teorico, non penso che diventerò un leader politico. Non credo di averne la stoffa, sono troppo timido, non riesco ad avere una visione di insieme chiara della realtà. Non credo di essere un lettore a 360 gradi del mondo. Magari lo sono, magari diventerò il nuovo Lenin, però non mi sento ignavo. Insegnare è il mio modo di far politica.

Ho letto qualche giorno fa che gli italiani lavorano sempre di più, guadagnando in proporzione sempre di meno. Sono sempre più convinto che bisogna lavorare bene, non solo tanto. Faccio il libero professionista, per me il lavoro deve valere, al di là del tempo. Lavorare troppo toglie il tempo all’affettività. Tutte le volte che inizio una lezione dedico un minuto o due alla chiacchiera con gli alunni, parlando anche di “sciocchezze”. Se finisco la lezione qualche minuto prima, fraternizzo con gli alunni, se ci riesco naturalmente.

Qualche lunedì fa inizio una giornata pesante. Ci sono tante traduzioni da fare, debbo andare in tribunale. Mi alzo presto e incomincio una corsa affannosa per stare al passo. Correre affannosamente finisce per toglierti il tempo per pensare, il tempo per amare. Faccio in fretta, sono solo davanti al computer e il tempo mi sfugge. Mi sento schiavo del tempo. Finisco quello che devo fare e vado in centro. Da quando non sono più a scuola non riesco più a passare davanti alla scuola nella quale ho insegnato. Per mia fortuna o sfortuna è vicina a casa mia. Ma torniamo a quel lunedì, vado da un avvocato a prendere della documentazione, ci sono imprevisti, corro contro il tempo. Il tribunale sembra un suk: caos, frustrazioni, impegno e la legittima rabbia di impiegati che sono vittime dei tagli alla giustizia. Queste sono scelte politiche che entrano nella carne viva delle persone. Tratto con gli impiegati, cerco di far valere le mie ragioni, capendo le loro. Il mio amico cancelliere mi da retta, è stanco e stressato, come lo sono gli altri dipendenti del tribunale, anche chi non si occupa di traduzioni giurate. Io percepisco la tristezza, percepisco la tensione, io sono stanco e un po’ snervato. Sono uno preciso nel mio lavoro, gli imprevisti, causati dalla inettitudine del cliente, mi disturbano, come è normale. 

La mattinata è diventata primo pomeriggio, è grigio, sembra quasi autunno. Vado a mangiare, mi manca circa mezz’ora per arrivare a casa. Sarò da solo a mangiare, per compagnia solo un giornale oppure un buon libro, oppure il tg. Mangerò in fretta, prima di ricominciare il lavoro, correre, correre, correre e non pensare. Mi sto avviando verso il parcheggio sui viali di circonvallazione, sono fermo al semaforo, a piedi. Guardo per terra, quando mi accorgo di un saluto. è AR, una dolce bimba di prima media, che mi ha visto e mi saluta con un gran sorriso. è un sorriso gioioso, aperto, sincero, luminoso. Ha i capelli legati, e i paraorecchi. C’è vento, è normale. AR è una bimba un po’ più alta delle sue coetanee, con gli occhi grandi tra il verde e il marrone e il viso tondo. AR è una bambina bella, con i capelli biondo scuri lunghi e mossi, che finiscono un po’ sotto le spalle. Ha lo sguardo della bimba, ha lo sguardo maturo, è per mano al suo papà. Il suo papà è un bel ragazzo sorridente, con i capelli appena un po’ imbiancanti e la barba. Il suo papà è una bella persona, una persona aperta come la bimba. Probabilmente la guida del papà, ma anche della mamma, che ho avuto l’onore di conoscere, ha contato nell’educazione della famiglia, ma non solo. AR è lei, è lei e basta, con il tono della voce più adulto della media della sua età. AR è la migliore della classe, perché ama la cultura, ama sapere, non ama solo il bel voto, AR ama la cultura, perché ama la vita. AR è una persona educata, ma la sua educazione non è vuota forma, la sua educazione è il riflesso della sua interiorità, è il riflesso del suo rispetto e del suo amore per il genere umano. AR è una delle tante prove vivente che i bravi vanno sostenuti, vanno stimolati, non vanno ignorati, perché considerati più forti e, dunque, non meritevoli d’aiuto. Anche io ero uno di quelli bravi, quando avevo la sua età, ero più timido. AR ascolta, ma non è passiva, lo raccontano i suoi occhi, lo raccontano le sue domande. La presenza di persona come lei mi stimola a fare meglio, A volte mi sono sentito quasi a disagio, ho avuto paura di non essere stato all’altezza delle sue aspettative. Mi sono sentito un po’ deluso di me stesso a volte, anche se la vedevo sempre attenta, costante, partecipe. Pensavo, a volte, che fosse delusa di me, poi mi ha scritto delle parole, il venerdì sera prima di concludere questa esperienza, mi ha scritto delle parole intrise di verità, che mi hanno riempito il cuore, poi ho visto i suoi grandi occhi spalancati in uno sguardo triste, quando l’ho salutata, quell’ultimo schifoso giorno. 

Ho capito di aver fatto bene a dare retta ai miei sentimenti. Quando l’ho incontrata, quel giorno, quando mi ha sorriso, il suo sorriso mi ha illuminato la giornata. è spuntato il sole, grazie al sorriso e al saluto di una bambina di 12 anni. Per fortuna lei si è accorta di me, io guardavo per terra pensieroso, non mi sarei accorto di lei, avrei perso la possibilità di rischiarare la giornata.

La tecnologia avrebbe dovuto, dicevano, renderci padroni del tempo, era un’illusione. Il liberismo, il capitalismo nella sua versione più cattiva, ci hanno resi ancora più schiavi. E non troviamo il tempo per scambiare una chiacchiera con gli amici, con un conoscente, con un collega. E rischiamo di perderci un saluto e un sorriso. E rischiamo di non vedere il sole, in una giornata nuvolosa di inizio primavera, che sembra autunno. 

P.S. Quando conosco delle persone come AR, le vorrei come mie figlie. Che invidia per i loro genitori!

Soddisfazioni

Quando lavoro, cerco di creare un mondo bello da vivere. La cultura serve per la vita e deve dare gioia, deve dare serenità. Sono un buono, un buono vero, ho studiato e studio e mi piace raccontare quello che studio, come vorrei che lo raccontassero a me. Nelle mie lezioni si lavora tanto, si lavora seriamente, chi mi capisce entra ed esce con il sorriso sulle labbra dall’aula. 

Ho parlato altre volte di MVZ, un ragazzino di 12 anni, con i capelli corti castani, la voce bassa e l’apparecchio. MVZ parla poco, studia molto, ha la voce bassa e l’apparecchio. MVZ sorride, è sempre pronto quando lo chiami in causa, MVZ è un bravo ragazzino, ma non nel senso grigio del termine. MVZ è un piccolo uomo, solo per l’età, molto portato per la mia materia. Sua madre è una signora dall’aria gentile ed intelligente. Con lei ho avuto modo di parlare alcune volte, per discutere dell’andamento del figlio, brillantissimo. Qualche giorno fa ha preso un appuntamento con me, tramite la segreteria. L’ho incrociata nella biblioteca, dove si svolgono i ricevimenti, lei mi ha salutato con sorriso, è uscita e si è scordata di me. Io pensavo, all’inizio, che avesse avuto un problema. E invece si è scordata e me lo scrive, in una mail di scuse (sempre gradite).Gentilissimo professore, ho appena realizzato di avere avuto una grave mancanza nei suoi confronti stamattina. Ho dimenticato di avere il colloquio con lei. […]  Voglia scusare la mia grave disattenzione e ne approfitto per farle i complimenti per il suo lavoro e per la puntualità e precisione nel compilare il registro elettronico. M. è entusiasta di lei e la sua passione per il tedesco sta crescendo. Io rispondo contento:  non c’è nessun problema per stamattina. Grazie mille per i complimenti, fanno sempre piacere. […]  Io sono stracontento di M,, sotto il profilo del rendimento e del comportamento. Penso sempre di più che sia molto portato per il tedesco e credo che sia un piccolo uomo (piccolo solo per l’età) che sta crescendo veramente bene. è degno della massima stima e simpatia, la sua maturità gli servirà per adesso, […]. Ha già imparato come si fa a stare al mondo. Sinceri complimenti a lui e ai genitori.  E ricevo la risposta, ancora più bella:
Siamo lusingati dalle sue parole per M.: non c’è nulla di più gratificante per un genitore che intuire da chi valuta i nostri figli di essere sulla buona strada. Penso lei sia consapevole dell’importanza del suo lavoro troppo spesso sottovalutato e non riconosciuto dalla nostra società, soprattutto in Italia. In un’età come quella di M. la figura di un professore e in particolare la sua stima può fare miracoli e arrivare dove i genitori non arrivano per fisiologica contrapposizione dovuta all’età.
Tutti noi sappiamo che la passione per una materia e il desiderio di intraprendere un certo percorso scolastico piuttosto che un altro spesso passa dalla dedizione e dal carisma di un insegnante, e questo e’ l’aspetto più nobile e misterioso della sua professione. Riteniamo che lei è sicuramente una guida e un modello da prendere ad esempio per i nostri figli. complimenti ancora e buon  proseguimento!

E sono soddisfazioni, che mi addolciscono il cuore. Quasi mi sono commosso. Che bello!

—– Messaggio originale —–
. Io le rispondo: 

Le cose buffe

Da un po’ di tempo a questa parte sto cercando di essere sempre più ottimista e sorridente. Da quando ho un po’ di comprendonio mi ripeto di aver avuto una buona vita, salute,ecc. ecc. Dunque, mi debbo lamentare poco. Spero vi siate accorti che, almeno per ora, sto mantenendo questa promessa che mi sono fatto.

Ieri mattina, mentre il mio unico alunno di seconda liceo stava svolgendo il compito in classe, ho buttato l’occhio fuori dalla finestra. La scuola nella quale lavoro è un edificio austero, come è normale che sia ogni convento. Sembra una chiesa, è buio e opprimente. Nel cortile alcuni giochi per bambini, ci sono le elementari e l’asilo, interrompono un po’ quest’austerità. Ci sono tanti bambini, di prima elementare. Gridano allegri, assieme alla loro maestra suora, chi ha paura del lupo cattivo. Corrono, e la loro suora, non più giovane, corre con loro e grida con loro. Ecco, so che i miei potranno essere considerati come pregiudizi , ma per me le suore, e soprattutto la suora inquietante, rappresentano austerità, rigidità, seriosità. A me fa ridere vedere una suora che corre con i bambini, perché si allontana dal mio schema mentale. Hanno giocato per mezz’ora e ho trattenuto a stento le risate per quell’anziana suora che correva e giocava a chi ha paura del lupo cattivo. 

Faccio una domanda a voi: quando, per voi, la realtà si è allontanata dai vostri schemi e avete sorriso? Il primo momento che vi viene in mente, in modo del tutto spontaneo.

L’apparecchio

é stato un giorno anonimo, in cui mi sono svegliato con un gran mal di testa, una gran debolezza, avendo dormito poco e male. Oddio, che barba ‘sto Michele, sempre a lamentarsi… Nooo, questo è un bel post. Stamattina ho lavorato con poca convinzione e pochi risultati, fino a mezzogiorno e mezzo. Esco per andare a comprare il giornale e a portare un sacco di biancheria sporca a mia madre (faccio le lavatrici anche io, ma, visto che faccio sport, sporco tanti vestiti). Esco a piedi, fuori è un po’ grigio. Siamo a novembre, la giornata è anonima, le strade di questa periferia non hanno neanche le decorazioni natalizie. 

Mentre sto per uscire dal cortile dove abita mia mamma, incrocio una ragazzina, le tengo aperto il cancello, perché è molto carica. Ha tanti capelli ricci biondi, si gira e mi guarda in faccia, mi fa un sorrisone aperto e sincero e mi dice, grazie. Il sorriso è gentile, non ha paura di mostrare l’apparecchio per i denti. è spontanea e non artefatta. 

Non conosco quella ragazzina, ma penso che sia simpatica, soprattutto perché guarda in faccia, perché sorride e dice grazie e non ha paura di mostrare l’apparecchio per i denti. Forse è stato l’unico aspetto positivo di questa giornata un po’ spenta. 

protestare

Mi piacerebbe ruggire, mi piacerebbe urlare, oggi ho sentito parlare dei tagli del fondo di istituto, per i quali bisogna ridurre i corsi di recupero per gli studenti che hanno carenze più o meno gravi. potrei, ma voglio tentare un’impresa. Vorrei tentare l’impresa di raccontare ciò che va bene. Mi piace raccontare di ciò che c’è dentro un sorriso, dietro ad un sorriso, davanti ad un sorriso. Credo che ci sia qualcosa di rivoluzionario nel sorriso di Sofia, di Francesca, di Valentina, di Francesca, ecc. ecc. Penso che ci sia qualche cosa di particolare, penso che ci sia energia speciale in molte delle persone adolescenti. Forse è una mia fantasia, forse sto idealizzando e non c’è niente altro che un insieme di tante persone, qualcuna migliore e qualcuna.

Trascorsi il fine settimana pensando, forse, quasi, me lo rovinai. Pensa, pensa, pensa, immergersi in un altro mondo. 

il lunedì mattina la sveglia suona prestissimo. Non dovrebbe mai suonare la sveglia prima delle 10, non è umano. Sono le 6 di un giorno di dicembre e bisogna partire: Il viaggio durerà circa un’ora.