sera

Le sere

Per iniziare a scrivere questa storia ho aspettato qualche giorno. è una storia vera, dove non c’è una sola briciola di invenzione.

Tutto è incominciato da una telefonata, anzi da una sera di giugno. Ci sono degli alunni di quinta superiore e dei prof in una pizzeria. C’è un prof alto che si siede davanti ad una ragazza con il tubino nero. Non si conoscono. Lei è di spagnolo e lui è un insegnante di tedesco, fiero ed entusiasta del proprio lavoro. c’è una cena di classe, che è un grande momento di scambio di emozioni. Quell’insegnante di tedesco si emoziona molto,  rimane anche colpito da quella ragazza sensibile e delicata. Lui va a letto inebriato dalle emozioni e pensa anche a quella ragazza.

Pochi giorni dopo si incontrano nella hall di un albergo. è un bell’incontro. Poi arriviamo alla telefonata. Lei lavora al mare, gli propone di andarla a trovare. E lui accetta, proponendole quella sera. Va in palestra, si prepara ed esce.

è il momento dell’autostrada, delle idee che si affollano anarchiche, dell’incredulità che affolla, che occupa militarmente la mente e il cuore di quel prof. è sempre stato un po’ timido e gli riesce a volte difficile capire che una ragazza bella, delicata, dolce e sensibile possa avere interesse ad incontrarlo.  è strano, perché lui non è certo brutto ed ha qualcosa da dire, ma è fatto così.  La giornata declina dolcemente, accompagnata dalla musica dello stereo e dal navigatore, che lo porta fino a lei.

Lui le scrive, lei esce di casa ed è meraviglia. Prenota in un bel ristorante, le dedica una canzone, anzi qui bisogna cambiare il pronome personale, qui bisogna usare quel pronome immensamente politico che è noi, in questo caso loro. Loro camminano nella freschezza della sera, loro sorridono, scherzano e ragionano profondamente. Posso dirlo? Sono proprio belli e pieni zeppi di dignità morale, tra un brindisi, una risata e un pensiero, un sorriso e uno sguardo,  la sera va verso la fine, ma forse quelle serate non finiscono mai del tutto. Lui la riaccompagna a casa, con il cuore e l’anima in una dimensione onirica. Riprende l’autostrada, rivede la città, pensa e si lascia andare alla bellezza, lascia andare il cuore. Sdraiato sul letto, guarda il soffitto con aria contenta, quasi troppo. Non è mai troppo. Il suo sguardo delicatamente malinconico, il suo sorriso, la sua risata, le sue parole oneste, profonde e sincere, quelle sue mani, con le dita lunghe e magre, che sembra cerchino altre mani o un abbraccio, la sua andatura elegante e sobria come lei, i suoi occhi profondi e quasi infiniti sono un balsamo per l’anima.  Sono calore per l’inverno del cuore.

Domani c’è un altro giorno: andrà meglio, grazie a lei, anzi a loro.

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Guardare attraverso

Guardare attraverso

Per me questa foto racconta molto. è stata scattata in una strada secondaria e guarda verso la piazza. La strada secondaria ripara e nasconde, è stretta, ci sono le automobili, come elefanti in una cinquecento. La notte ripara. Per questa strada passano poche persone. Ho bisogno di camminare per delle strade laterali, ma vicino alla piazza. Camminare piano, ma senza fermarmi. Piano piano.

pulsa

pulsa, la vita pulsa, Londra, scintillante di luce e certezze, ha accolto i miei occhi spalancati. mi sono fatto piccolo,per non disturbare, curioso e quasi impaurito, per guardarti meglio. la tua notte e’ piena di promesse felicemente mantenute, il tuo giorno e’ pieno di sicurezze. ho voglia di tuffarmi nel tuo ventre, per rinascere senza soste, come me stesso, senza aggettivi. ora so che sono parte di te e sto bene.

London, i miss you so much

si potrebbe

si potrebbe andare una sera a teatro, una sera di maggio, una sera di maggio abbastanza caldo. il teatro è abbastanza periferico, il teatro è parrocchiale. ci sono ragazzi, genitori e professori. C’è entusiasmo. è un martedì sera, è caldo, c’è ancora la luce, è maggio, che ci fa tanta gente, quando avrebbe poturo andare a mangiare un gelato, a teatro? C’è uno spettacolo sulla mafia al nord. si fa fatica a parlare di mafia al nord, si preferisce rimuovere e tutte le esperienze di divulgazione sono benvenute. L’elemento principale di questa serata è un altro: gli attori e gli autori sono i ragazzi e le ragazze dell’istituto che frequento.

C’è un paese migliore questa sera a teatro. Sul palco all’inizio compare una ragazza che intepreta quelle poverette che ingeriscono ovuli di droga. è in ginocchio, al centro del palcoscenico. Recita, soffre, muore tenendosi le mani alla gola. Sembra che sia vero. Ci sono due ragazzi che corrono verso gli spettatori. Uno dei due dice che la mafia non è un problema del nord, l’altro dice che lo è eccome. C’è un’altra Italia. Sono coinvolgenti, emozionanti, come quella ragazza che racconta della compagna, finita nelle mani della mafia cinese, che la costringe a prostituirsi in un centro estetico fittizio, e che le uccide il fratellino. Sembra che sia vero, la ragazza piange. C’è un paese migliore. C’è un ragazzo vestito da operaio che tossisce disperatamente. Lavora in un cantiere, ha un tumore, sembra che sia vero. C’è un paese migliore. C’è una ragazza che recita in moldavo, ha un abitino da sera, poi recita in italiano sull’amore. L’hanno costretta a vendere il proprio corpo. Un brivido sale lungo la schiena. Quando G., gli occhi scuri, la pelle scura e il cognome che raccontano le sue origini del sud, recita un monologo sull’usura di cui la famiglia in cui vive il personaggio che lei interpreta è vittima, si raggiungono le vette più alte. G. è una mia alunna, G. ha racccontato l’usura vista da una ragazza adolescente. Sono orgoglioso di lei, come del suo compagno che racconta un’esperienza simile. Sono bravi, mai eccessivi, anche quando mischiano il tragico con il comico, come quando il ragazzo che interpreta il classico figlio di papà ripete ossessivamente una frase nel nostro dialetto. Sono bravi e sorprendenti, anche quando G. dalla pelle nera come la notte e con un nome del sud, canta un brano rap da lui scritto sulla mafia, anche quando V. recita una letttera alla figlia sulla propria storia di madre infelice. Parlano di mafia e di vita.

I ragazzi non sono solo quelli del GF, lo sapevo, l’ho sempre saputo. Sono orgoglioso di loro, se in quest’anno fosse solo successo questo, sarebbe già stato un anno bello. Grazie ragazzi, è stato uno dei più begli spettacoli che abbia mai visto.