scrittore

Felicità

Questa volta non parlo di scuola. Parlo, comunque, di un insegnante. Quando lo vedo, quando lo sento al telefono, sono felice. è il mio migliore amico. La sua voce, le sue parole mi scaldano l’anima, la sua presenza è ristoro per lo spirito, anche per il corpo, viste le mangiate che ci facciamo. Ha un animo sensibile, è un artista, è uno scultore, è uno scrittore, è un saggista, è un meraviglioso insegnante di sostegno, ruolo per cui serve grande empatia. Ha sofferto molto, ha perso il padre troppo presto, sua sorella gemella troppo presto. è stato mobbizzato, durante il dottorato che ha frequentato. Si è sfasciato un ginocchio e un polso, perché é svenuto per la stanchezza e i maltrattamenti subiti. Ha una madre che lo sostiene, premurosa e meravigliosa cuoca, tra le altre cose. è ansioso, troppo ansioso. è una persona piena di ironia e autoironia, una persona gentile, pronto a dare tutto per gli altri, una persona empatica. è una persona che rende felici e sereni, è una persona profonda, con lo sguardo da buono. ed è pure fico, diciamolo.

Conserverò questi momenti di felicità, per l’inverno dell’anima. Sopravvivrò anche quest’anno? w l’ottimismo! 🙂

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e se fosse

se decidessi di raccontare una storia non del tutto vera, se decidessi di inventare qualcosa? se decidessi, per una volta, di inventare tutto? ho sempre raccontato la verità. oggi mento. via alla storia inventata, che come finisce non si sa.

c’è un uomo solo, solo solo, che vive da solo in un palazzo carino, non troppo bello, ma neanche troppo brutto. è un uomo bello, ma dovrebbe curarsi un po’ di più forse. sono le 10 di sera di una serata di autunno piovosa, c’è il temporale. si sentono tuoni e lampi. c’è un uomo che sta scrivendo un romanzo, non ha troppa ispirazione e sta quasi per andare a letto. la televisione è spenta, come quasi sempre accade. a volte l’uomo che fa lo scrittore si domanda se non sia il caso di vendere quella televisione, che lui guarda così poco e distrattamente. guarda l’orologio.

suonano alla porta, un suono insistito. si prende paura, non conosce nessuno nel condominio, non ama socializzare, è abbastanza timido. oppure gli altri condomini gli stanno molto sulle balle, perché sono ignoranti e fascisti. non ha familiari, o meglio, se ne frega di loro, cordialmente ricambiato. suonano alla porta e lui decide di andare a chiedere chi è, ma ha un po’ di paura. e se fosse un malitenzionato? in quel quartiere succedeva abbastanza poco. era curioso. fa pochi passi dalla sala all’ingresso. chi è? sono edo, risponde una voce di bambino. l’uomo apre la porta e si trova di fronte un bambino in pigiama bianco, con i capelli lunghi neri sulle spalle, ben pettinati, gli occhi neri grandi. avrà avuto circa 10 anni . ciao, sono edo, il figlio della nuova vicina di casa. ho paura del temporale, la mamma mi ha detto di suonare da te, perché ha detto che hai un’aria rassicurante. posso dormire con te? il nostro protagonista rimase un bel po’ stupito. lui aveva visto qualche volta la madre del ragazzino, una bella donna bionda e riccia, ma non le aveva mai parlato e aveva visto il ragazzino un paio di volte, alla mattina presto, quando stava andando a scuola e alla sera, con una borsa sportiva. è in casa la tua mamma, gli disse l’uomo. no, è uscita, lavora fino all’una, fa la cameriera. vieni, disse al bambino con aria perplessa. lo fece entrare in casa, ma avrebbe voluto scomparire.