è un buon periodo, questo, almeno discreto, quindi non ho nulla di cui lamentarmi. Stavo pensando a dei tristi anniversari che mi riguardano, per quanto riguarda dicembre, a problemi di salute, alla perdita di controllo che ho avuto sul mio corpo. Svenire, senza un motivo apparente, lascia straniti, basiti, atterriti. Avere una famiglia che ti considera un moribondo, anche se dall’ospedale ti dimettono immediatamente, consigliandoti di sottoporti a qualche esame, ma senza fretta, ti mette in un regime di eterna emergenza, che ti toglie la normalità della vita. Era solo qualche anno fa, stavo sprofondando. Vedere i miei alunni mi ha salvato, stare con loro mi ha fatto rivivere.
ricordi
La prima volta
Sono una persona scettica, ho paura di innamorarmi troppo, anche se è già capitato più volte. Questa storia è successa molti anni fa.
Mi ero perso nei suoi occhi, pieni di bontà e intelligenza. è una persona colma di sensibilità, che, per questa sua caratteristica, ha sofferto tanto. Mi ero fatto incantare dalla sua intelligenza, dalla sua creatività, dalla sua fantasia. La sua intelligenza, le sue parole mi facevano rimanere a parlare per periodi indefinibili. Era bello, mi faceva sentire bene, mi faceva sentire qualcosa dentro, che mi cambiava. Un giorno mi accorsi che avevo avuto un’erezione vigorosissima, mentre parlavamo e mi incantavo a guardare i suoi occhi. Non ebbi il coraggio di dirglielo, per molte volte. Eravamo abbastanza piccoli, quella persona più piccola di me.
Eravamo in vacanza insieme, quella sera eravamo stati a passeggio per il paese. Si mise a letto prima di me e ci guardammo senza parlare, per quel secondo. Era sotto le lenzuola, i nostri sguardi si incrociarono e i suoi occhi, neri come la notte, incendiarono la mia anima. Mi avvicinai e scatenai un diluvio di baci, sulla sua bocca, sul suo viso, mentre la mia mano cercava e trovava il suo corpo, accarezzandolo con dolcezza, mentre sentivo il suo corpo che si abbandonava a me, voluttuoso e fremente. Mi dichiarai a quella creatura, che mi contemplava con aria benedicente la vita e ricambiava i miei baci.
Sentivo il suo corpo profumato e caloroso, che diventava sempre più umido, quando le mie labbra raggiungevano le sue parti intime, accarezzandole con la lingua.
Ci salutammo dicendo: “Buona notte, amore, sognami!” Quella notte non dormii. Il giorno dopo sembravo uno zombi, quella persona no.
Il navigatore
Stamattina stavo andando nella scuola dove sono commissario esterno di tedesco, chiamato a sostituire un collega narcolettico e alcoolizzato. Ho impostato il navigatore, nel quale sono rimasti memorizzati indirizzi di altre scuole in cui ho lavorato. E mi sono sentito sradicato più del solito. E ho ripensato alle sensazioni che provavo io da alunno quando cambiavo insegnante, certamente non così spesso come capita ai miei alunni. E mi sono capitati davanti quadri diversi, immagini diverse e un po’ scoordinate di periferie industriali bruttine, di dolci colline e cieli azzurri, di periferie dignitose, scuole moderne e piene di tecnologia, scuole fatiscenti e cadenti. Sembravano mischiarsi. E mi sono sentito ancora più spaesato del solito. Poi ho pensato ai ricordi, alle amicizie che durano da anni e anni, a quella serata a ballare salsa, con colei che è stata tra le mie prime alunne. Ho pensato a quelle ragazze che hanno scelto di studiare lingue, grazie ai miei stimoli. Ho pensato a tutto il buono che è rimasto e che rimarrà, a tutte le tracce che ho lasciato e che lascerò. E sono stato meno disorientato.
P.S. In bocca al lupo ai maturandi. W il lupo!
22 anni fa
22 anni fa mi sono diplomato. c’era tanto sole, ho fatto un esame di maturità ottimo, quello orale è stato stupendo. Sono stato bravissimo ed ho un ricordo stupendo anche umanamente. Sono sempre lo stesso di allora, per tanti versi. Auguri a me, visto che ho costruito qualcosa, visto che tutto quello che ho me lo merito. Viva me.
Ho ricominciato ad occuparmi di vita su questo blog e smesso di occuparmi di politica, intesa in senso tradizionale. La seguo, ovviamente, leggo due quotidiani al giorno, il Fatto e Repubblica, ma ho paura di scrivere banalità oppure mi annoia tanto.
L’indice della mia tesi
KLJUEV: LE VERITA’
NELLA POESIA E NELLA REALTA’
KLJUEV IN ALCUNI PENSATORI TEDESCHI (DUBBI, PROBLEMI E CONTROVERSIE)
SOMMARIO
METODOLOGIA 5
RICERCA DEL MATERIALE 7
1 DALL’INIZIO AL 1918: L’IDILLIO CON LA NATURA 11
1.1 LA FUNZIONE DEL POETA. 11
1.1.1 Rodina Heimat Vaterland: “Dove siete impeti bollenti” 11
1.1.2 La questione del capro espiatorio in “Come uno schiavo remissivo” 16
1.1.3 Il poeta come profeta in “Stelle di montagna come rugiada” 19
1.1.4 Il poeta come anti-Prometeo “Io ero magnifico e alato”. Differenze tra le sette e legami con il pensiero di Max Weber. 25
1.2 L’INFLUENZA DEL PAGANESIMO IN “NEI GIORNI DI SETTEMBRE INTESSUTI D’ORO” . 32
2
1.3 L’APOLLINEO E IL DIONISIACO IN KLJUEV IN “LA PRIMAVERA HA SMESSO DI BRILLARE”. IL CONCETTO DI MAT’-CYPA-ZEMLJA. 38
1.4 LE ALLEGORIE NELLA POESIA DI KLJUEV. 45
1.4.1 La personificazione dei mali del mondo: “Ci avete promesso” . 45
1.4.2 La descrizione della società prerivoluzionaria. La campagna in “La gazza ladra vecchia credente con la tonaca nera cammina” . 48
2 SPERANZA NELLA RIVOLUZIONE 53
2.1 IL VILLAGGIO IN “SPRAZZO DI AZZURRO – MARE”. 53
2.2 LA NATURA DIVINA IN KLJUEV: IL PANTEISMO 57
2.2.1 Quadro della natura: “Bruni campi arati – verdi limiti” 57
2.2.2 Manifesto di amore per la natura: “Amo gli accampamenti nomadi” 60
2.2.3 La natura rende omaggio a Cristo in “Una foglia dello scorso anno nel burrone” 62
2.2.4 Pentecoste: il poeta-profeta consacrato in “Fiuto la santa Raduniça” 64
2.2.5 Quadro della natura con pellegrinaggio in “Pellegrine vanno per la strada” 66
2.2.6 La fine dell’inverno: “Le isbe scongelate, la strada” 68
2.3 QUADRO DELL’ISBA IN INVERNO: “GIÀ SI NASCONDE DALLA SORVEGLIANZA” 75
2.4 GLI SPIRITI NELLA CULTURA RUSSA 78
2.4.1 Il Lesovik: “Nel burrone le allacciature di neve” 78
2.4.2 La natura ambigua degli spiriti in “Non credere i demoni non sono alati” 80
2.5 LA MISSIONE DEL POETA: “MI CHIAMARONO RASPUTIN”. RASPUTIN E KLJUEV. 86
2.6 IL PROFETA LENIN IN “VI È IN LENIN LO SPIRITO DEL VECCHIO CREDENTE”. LENIN COME AVVAKUM E LUTERO 90
3
3 DISPERAZIONE E PRESAGI DI MORTE NELL’ULTIMA FASE DELLA VITA DEL POETA 100
3.1 LA QUESTIONE DELLA SPECIALIZZAZIONE 100
3.1.1 Primi presagi di morte in “Sera” 100
3.1.2 Il difficile rapporto con il mondo esterno: “La rivoluzione non mi è madre” 103
3.2 LO SCONVOLGIMENTO DEI VALORI 110
3.2.1 L’immagine del villaggio cambia: “Villaggio – sogno di tronchi d’albero”. 110
3.2.2 Lo sconvolgimento dell’universo spirituale: “Ti coccolo albero del paradiso” . 115
3.3 I DEMONI E LA PERDITA DELL’INNOCENZA IN “LA RUSSIA ERA SORDA, ZOPPA”. LE CONCEZIONI DI SACHER-MASOCH. IL POETA COME GANIMEDE. 119
3.4 LA MISSIONE DEL POETA: “OTTOBRE MI RAGGIUNGERÀ”. IL POETA E PROMETEO. 128
3.5 LA FINE IN “CI SONO DUE PAESI”. 137
APPENDICE 141
BIBLIOGRAFIA 207
un pensiero per i miei cari follower
Vi dedico questo video, tra una corsa e l’altra, stanco e soddisfatto, con qualche problema, ma con la sensazione che lo supererò.
ci sentiamo presto, sperando di avere più chiarezza in testa, per sbrogliare il filo dei ricordi.
Compagni di scuola
Stavolta parlo di quando a scuola ci andavo io. Ho frequentato una scuola media di frontiera, come si dice. Nel mio quartiere abitava gente di tutti i tipi. è un quartiere operaio, cresciuto a dismisura a partire dagli anni ’60. Ci sono ex contadini, ci sono famiglie del sud, ci sono tante brave persone e qualche delinquente, che contribuisce a gettare disdoro su un quartiere di gente rispettabile. Nella classe in cui sono ci sono un paio di piccoli delinquenti, che gettano scompiglio. Nella mia classe ci sono tanti bravi ragazzini che non farebbero male ad una mosca e poi c’è S.C. SC è un ragazzino basso e tozzo, con gli occhi azzurri e la fronte prominente. Assomiglia un po’ a Boe Szyslak, il barista dei Simpson. SC è figlio di gente umile e un bel po’ ignorante, hanno un negozio di pasta fresca. SC è esuberante, estroso, allegro, o almeno così sembra. SC è seguito dall’insegnante di sostegno, perché ha seri problemi psichiatrici. Molti della classe lo rispettano, compatendolo un po’, qualcuno lo deride con cattiveria feroce. A me è simpatico, non lo compatisco. Mi è simpatico come persona, non perché è un simbolo di qualcosa. è intelligente, diventiamo amici. Mi interessa il suo lato bambino, mi interessa la sua esuberanza. Mi sembra che sia complementare a me. Io sono timido e tranquillo. Lui si affeziona a me, mi aiuta contro i bulli. SC mena come un fabbro. Mi fa da guardia del corpo. Alla fine della strada, alla fine della terza media, la strada mia e quella di SC si dividono. Io sono un piccolo intellettuale complesso, mi hanno tirato su i nonni. I nonni sono proletari illuminati, comunisti che si sono creati una cultura, sporcandosi le mani in fabbrica. Hanno unito la cultura operaia e quella di Manzoni, di Marx, di Lenin. Mia nonna dice che siamo troppo diversi. I suoi genitori non leggono i libri, guardano solo la Carrà. A lui non piace leggere.
Io vado in centro, nel liceo della borghesia, dove ci sono dei figli dei vip, figli di avvocati e notai. Trovo diversi amici al liceo. Anche alle scuole medie ne avevo diversi, non solo SC, però al liceo è diverso. è inutile dirlo, in un liceo come quello che ho frequentato, ci si va se motivati. Trovo dei grandi insegnanti, quasi tutti, che ci fanno amare ancora di più lo studio. Esco con questi compagni di classe anche alla sera, al sabato e alla domenica. I contatti continuano anche all’università. I miei amici abitano in centro, io vengo dalla periferia, loro sono cattolici, mentre io sono ateo e comunista. Continuiamo a frequentarci, fino a che loro non mi allontanano progressivamente, senza addurre alcuna motivazione. Rimango un po’ stupito, ma non ci sto neanche troppo male. Questi presunti amici vengono dal centro città, famiglie troppo ricche, penso che non mi considerino al loro livello sociale. Se ne sono accorti da grandi che vivo in periferia. Meglio tardi che mai. Dopo tanti anni mi hanno chiamato per una rimpatriata. E ho pensato al film “Compagni di scuola”, quello con Carlo Verdone.
Chi non mi vuole non mi merita, Conosco altre persone, nuovi amici.
Parliamo di fb. Facebook nasce con l’intento di riunire i compagni di scuola, secondo Zuckerberg. Ma se due persone non si vedono per anni, vuol dire che non hanno nulla in comune. è normale che non si vedano. Su FB SC mi scrive, eri nella scuola media D,? Io avevo la tentazione di rispondere no, ma ho risposto sì. Propone di incontrarci e ci incontriamo.
è diventato un uomo con molti capelli bianchi, con una gran pancia e qualche ruga. Parliamo di noi. Lui da anni non lavora ed è ben contento di non lavorare. Gli parlo della mia passione per la lettura e lui mi ride in faccia. Si vanta di non leggere. Gli parlo di politica. Si vanta di non interessarsi alla politica. Siamo in un ristorante che ha scelto lui. Non mi piace quel ristorante. Quando non ho gli stessi gusti culinari della persona che è con me, mi sento a disagio. Lui passa le giornate davanti a FB, “conosce” donne sole e disperate, a 1000 km di distanza, si innamora di tutte. Le loro “relazioni” durano pochi mesi. Quella sera a cena, mi sento solo. Non siamo più le stesse persone e la magia si è rotta, per usare una terribile frase fatta. Parlo d’amore e lui mi prende in giro per i miei ragionamenti, mi dice che faccio della “filosofia”. Il termine filosofia viene usato con un’accezione negativa, questo fa pensare. entra un ragazzo senegalese e lui lo guarda male: ci portano via il lavoro, dice. Io inorridisco e gli spiego che non è così. Ascolta distrattamente.
La serata termina prima del tempo. Sto per dirgli di non vederci più, ma lui mi chiede, con fare ansioso di uscire. Mi dice che non ha nessun amico in città. Non so cosa rispondere e prendo tempo. Da allora ci sono uscito altre volte, ma con la sensazione di trovarmi di fronte ad un piatto di pasta scotta.
Sono contro le rimpatriate. Se non avessi accettato la prima volta, non me lo sarei trovato addosso. Voi che ne pensate?
La foto non ha nessuna attinenza con il racconto. Mi piace.
vita
Oggi ho avuto una giornata faticosa, come ne hanno tanti, tra mal di testa e seccature, piccole e medie. Alla sera sono rientrato nel mio nido e ho scelto di vedere un film di Totò, che ho visto un sacco di volte con la mia adorata nonna, I Tartassati. è un film bellissimo, mai abbastanza apprezzato, e mi ha ricordato i bellissimi momenti con mia nonna.
Mai fine della giornata fu più bella. Buona vita a tutti.
La mamma di Rosina
ricordi
ricordi
10 anni fa, in un brutto mattino d’autunno, se ne andava mia nonna, colei che mi ha allevato, la mia prima mamma. Non voglio sprecare parole retoriche, perché lei le odiava e mi farebbe due urli se sentisse o leggesse.
Oggi vado a visitare una sagra, sulle colline. Il cibo è buono, ospitale, calorico. Il tempo è caldo e amichevole. Ho fame e decido di mangiare qualcosa. Mi siedo davanti ad un bar alla buona, molto verace. Dalle casse partono delle musiche, canti popolari, strofe simpatiche ed ironiche. Immediatamente mi torna alla mente di quando mia nonna mi cantava due di quelle canzoni. Aveva una bella voce. Cantava spesso, quando mi veniva a svegliare, quando faceva i lavori di casa. Cantava quelle, cantava Bella ciao, Fischia il vento, La Marianna la va in campagna, ecc. Ho sorriso ascoltando quelle musiche ed ho chiesto al padrone del bar chi cantasse quelle canzoni. Mi ha risposto.
è stato un bel modo per ricordarla, anche se non l’ho mai scordata. Nel seguito posto quelle due canzoni.
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