Renzi

1 Maggio

Buon Primo Maggio!

Alcuni giorni fa ho letto un’intervista a Renzi, il quale farebbe parte della maggioranza, anzi ne fa parte. Questo signore ha minacciato per l’ennesima volta di togliere il sostegno alla maggioranza, accusandola di fare scempio della Costituzione, proprio lui che l’avrebbe voluta maltrattare con la schiforma. Voi sapete che io non ho chissà quale amore per Conte, ma non lo disprezzo nemmeno. Quello che mi sembra un po’ curioso e patologico è vedere un politico che sta in maggioranza e la cannoneggia.

Mah.

 

Buon Primo Maggio

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Renzusconi

Si ride, si ride tanto. Si ride amaramente, si ride della mestizia della cosiddetta sinistra alla quale tanti di noi non danno più fiducia. Si ride di questo individuo patetico e pericoloso che infesta la politica da anni, di questo parolaio che parla per slogan e che ha aumentato le dosi di berlusconismo nella politica. Matteo Renzi è una iattura per la politica e per la sinistra.

Andrea Scanzi è un genio sublime. La prefazione di Travaglio è epica.

Le belle storie (Buon anno a tutti)

era da tempo che volevo raccontare questa storia, ma il lavoro, la stanchezza e i problemini di salute hanno avuto la meglio. il nostro (sigh) presidente del consiglio Renzi parla di gufi, per additare coloro i quali si permettono di esercitare il legittimo potere di critica. renzi è sempre ottimista, predica l’ottimismo: confesso che, qualche volta, inizio a provare una certa diffidenza verso questo modo di vedere la vita, per quanto renzi mi sembra così vacuo, così berlusconiano. Poi penso che quello di renzi non è ottimismo, renzi vuole prenderci per i fondelli raccontandoci balle, e ricomincio per la mia strada.

L’ottimismo si nutre di realtà, di esempi. La scuola racconta spesso delle storie ottimiste. a scuola da me si fa l’autogestione, che è una sorta di vacanza autunnale per molti, come si sa. Mi chiedono di fare una supplenza in una classe a me sconosciuta, io accetto. Entro e trovo solo due ragazzine, gli altri sono tutti ad autogestire. Sono timide, sedute di fianco, al centro, in prima fila. Si chiamano A. e I. Sono sorelle, arrivate in Italia da circa un anno e mezzo nel nostro paese. Parlano abbastanza bene l’italiano, molto meglio di molte persone che in Italia ci sono nate. Sono vestite alla maniera araba, una di azzurro e l’altra di bianco. Sono serie, educate ed austere.

Come tutti sappiamo, le ore buche sono spesso utilizzate dagli insegnanti per farsi i cavoli propri e dagli alunni per riposarsi oppure per studiare per le lezioni successive. Chiedo alle ragazze se hanno qualcosa da fare, mi dichiaro disponibile ad aiutarle nelle materie umanistiche e loro mi chiedono, potrebbe spiegarci italiano. Chiedo loro quale argomento e loro mi rispondono i tempi verbali. Passo un’ora a spiegare il modo indicativo, alcuni tempi in particolare. Loro prendono appunti e fanno domande, dimostrandomi interessatissime.

La lezione trascorre velocemente, quando esco penso al mio conoscente, che dice facci e stassi. Penso anche all’amor di patria, penso che forse l’abbiano dimostrato quelle due ragazzine, venute dal Marocco, che amano la “nostra”, di patria.

Buon anno!