pd

Non va per niente bene

Feccia Fascista

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Non siamo e non saremo mai un paese normale, anche se non so di precisa cosa voglia dire normale. Esiste ancora, dopo 75 anni dalla Liberazione, chi si proclama fascista e sputa le proprie cazzate, tante volte tramite internet. La marmaglia fascista, composta da forza nuova, cagapound, ecc., sostenuta anche dalla lega,  vorrebbe appropriarsi del 25 aprile e andare in piazza, sfidando i divieti. Siamo un paese senza speranza. W il 25 Aprile e W Paolo Berizzi, coraggioso giornalista di Repubblica, che rischia la vita per fare il proprio lavoro!

P.S. Ricordiamoci anche di chi ha detto che bisogna capire le “ragioni” dei “ragazzi di salò”, cioè dei repubblichini fasci schifosi. L’ha detto gente del pd, la cosiddetta “sinistra”

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VIRUS: SCATTA LA COLPEVOLIZZAZIONE DEI CITTADINI

di Marco Bersani Una delle strategie più efficaci messe in campo dai poteri forti durante ogni emergenza consiste nella colpevolizzazione delle persone, per ottenere dalle stesse l’interiorizzazione della narrazione dominante su ciò che accade, al fine di evitare qualsiasi ribellione verso l’ordine costituito. É una strategia ampiamente messa in campo nell’ultimo decennio con lo shock […]

Sorgente: VIRUS: SCATTA LA COLPEVOLIZZAZIONE DEI CITTADINI

Segnalo questo articolo, perché è molto interessante e perché buca questo unanimismo terribile, che sta rendendo l’aria irrespirabile. Perfino giornali come il Fatto Quotidiano non ci raccontano bene qual è il primo colpevole di questa situazione: il neo-liberismo, che ha snaturato il sistema sanitario nazionale. Da una parte la destra fascistoide e liberista di lega e co, dall’altra il pd liberista, che ha tagliuzzato la povera sanità pubblica e il m5s in disfacimento, che non si sa cosa sia.

Renzusconi

Si ride, si ride tanto. Si ride amaramente, si ride della mestizia della cosiddetta sinistra alla quale tanti di noi non danno più fiducia. Si ride di questo individuo patetico e pericoloso che infesta la politica da anni, di questo parolaio che parla per slogan e che ha aumentato le dosi di berlusconismo nella politica. Matteo Renzi è una iattura per la politica e per la sinistra.

Andrea Scanzi è un genio sublime. La prefazione di Travaglio è epica.

un giorno la finirò con le foto

un giorno la finirò con le foto

per adesso ho voglia di immagini e di natura. anche questo sono io. questi sono i miei occhi. è un desiderio non sempre espresso. Io vivo in una città, mi piace la montagna, la collina, solo d’estate, perché non so sciare. La casa dove vivo è circondata un giardino abbastanza grande, ci sono anche dei sempreverdi, molto belli. Ogni tanto li osservo e mi meraviglio. Troppe volte li ho dati per scontati, Sbaglio a meravigliarmi solo della natura lontana da me. Il quartiere dove vivo non è male. è un quartiere operaio, umile, dove c’è ancora verde, anche se gli stolti politicanti che governano (centrosinistra) hanno costruito di brutto. C’è sempre la politica di mezzo, ci sono sempre degli individui stolti che rovinano il piacere, in questo caso quello della natura. C’è un limite, forse, oltre il quale la bellezza è libera dalla meschinità umana.

I punti fermi

Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno (Mt 5,33-34.37).

Il PCI, il glorioso PCI, muore nel 1991, al termine di una crisi lenta e inesorabile. Molta parte della crisi viene da una rinuncia progressiva alla propria identità. Il PCi ha scelto, compiendo una scelta suicida, di demolire i pezzi della propria identità, per non acquisire nulla. Non credo che sia mai stato e che sia un partito socialdemocratico, la Scandinavia è una terra dove la socialdemocrazia ha costruito una società, qua il PDS, i DS e il PD hanno contribuito a demolirla, dal punto di vista economico avallando e prendendo provvedimenti che hanno ridotto le difese delle classi proletarie, dal punto di vista culturale, non creando nulla, non creando una nuova cultura, non creando un nuovo linguaggio. Non è stato capace di operare una palingenesi, ha solo buttato nel cestino una storia. Ora è un partito senza identità, fondato solo sull’opportunismo, è un partito senza una guida e senza una direzione. Io non ho mai avallato la dissoluzione del PCI, convinto della necessità di rifondare il comunismo attraverso uno sforzo di quello che viene chiamato l’intellettuale collettivo. Abbiamo visto e stiamo vedendo come stanno andando le cose anche a quello che è il partito per il quale voto quasi sempre, il PRC.

Mentre il Partito Comunista Italiano abbandonava sé stesso, la Chiesa Cattolica proteggeva sé stessa, cambiando poco e niente, nella convinzione che i passi debbano essere compiuti con ragione e consapevolezza. Hanno faticato ad ammettere i propri torti, hanno continuato nell’opera di condizionamento della politica, soprattutto quella italiana. Hanno mantenuto i capisaldi di una cultura millenaria, anche in campo educativo. Hanno mantenuto i capisaldi sbagliati, ma anche quelli giusti. 

L’episodio che sto per raccontare parla dei principi, che iniziano dalle piccole cose. Nella scuola delle suore dove lavoro, la regola vuole che il docente dell’ultima ora debba accompagnare i ragazzini delle scuole medie fino all’uscita della scuola. Io faccio lezione a tutti gli alunni delle tre sezioni di scuola media, che hanno scelto tedesco, una parte di loro, alle 13, deve andare autonomamente alla mensa, mentre due, sotto le mie cure, devono uscire. Usciamo dall’auletta tetra di tedesco e ci avviciniamo alle scale. Davanti alle scale non c’è la suora preside che dirige il traffico, è in viaggio. Non vedendo altre classi avvicinarsi, decido di impartire loro disposizione di scendere. Dico loro di scendere ordinatamente, occupando indifferentemente un lato della scala per non ingombrare il passaggio. Ad un certo punto un urlo squarcia il cielo. Una suora piccolo e grassa grida con voce chioccia, tenete la destra. Io sobbalzo per l’urlo, ho lo sguardo stupito. I ragazzini sono terrorizzati, si mettono subito sul lato destro. 

é un episodio piccolo, ma è un episodio che parla di punti fermi e di limiti, di paletti. Per me significa qualcosa. Mi sono sentito un po’ più protetto. Speriamo.