Movimento 5 Stelle

Grazie al collega Pietro De Angelis

Oggi faccio il saprofita e mi approfitto del bell’articolo del collega! Ho il sospetto che la ministra Azzolina abbia poco senso della realtà. La cosa mi dispiacerebbe assai, anche perché io non ho in antipatia il M5S. Povera, povera nostra scuola!

La proposta per la riapertura delle scuole sarebbe l’alternanza didattica in presenza/anti-didattica a distanza. Una sorta di classe mista: metà in presenza e metà connessa da remoto. Questa è la straordinaria soluzione a cui ministero, esperti, comitati sono infine giunti: tenere cinque ore metà classe davanti al pc. Una domanda semplice semplice che magari sarà sfuggita a queste menti illuminate: ma chi sarà accanto a questi bambini durante le cinque ore in cui saranno connessi da casa? I genitori? Non credo, perché che lavorino smart o non smart, devono appunto lavorare. I nonni? La famosa categoria fragile che fino a ieri abbiamo cercato di proteggere non esponendola a rischi inutili? I nonni anch’essi smart? E chi i nonni non ce li ha? La vicina di casa? La baby-sitter? Un’altra domanda semplice semplice che magari sarà sfuggita: esattamente come farà il docente a fare lezione usando due didattiche completamente diverse, una vera in presenza e una non-didattica a distanza? Ma qualcuna di queste menti illuminate ha messo mai piede in una scuola primaria? Ha mai fatto lezione davanti e in mezzo a dei bambini che devono imparare tutto da zero, anche come tenere in mano correttamente una matita? Ha mai contato il numero di volte che un bambino chiede spiegazioni o conferme al proprio lavoro? Ha mai toccato con mano l’importanza di uno sguardo al momento giusto, di un sorriso, di un silenzio ? Questo miracolo accade solo in presenza. In questo modo non farà più lezione nessuno: né quelli che saranno presenti, né tantomeno gli alunni stessi messi a pascolare davanti al pc e privati del contatto diretto con l’insegnante e delle interazioni tra pari. Un’ultima domanda semplice semplice: ma avete idea di quale sia il range di attenzione di un bambino così piccolo? Ma davvero credete che un bambino possa mantenere la propria concentrazione, la propria curiosità, la propria motivazione tenuto davanti a un pc per cinque ore, vedendo allo stesso tempo i compagni dall’altra parte dello schermo interagire? Avete idea del livello di frustrazione che vivranno queste creature? Come si fanno esattamente attività laboratoriali a distanza, dato che la vera didattica in una scuola primaria deve essere laboratoriale? Come la guido la mano di un bambino di prima elementare sul quaderno se il bambino è oltre lo schermo di un pc? Nel momento in cui decidete di farci rientrare a scuola ci state automaticamente dicendo che le condizioni igienico-sanitarie lo consentono; le condizioni logistiche, al contrario, non consentono il rientro di tutti. Per i soliti motivi storici: le classi sono troppo numerose, il personale troppo poco, le scuole troppo vecchie e anguste. Bene, avete quattro mesi, quattro dannati mesi, per trovare spazi da riconvertire in scuole e implementare un sistema di trasporti adeguato. Quattro mesi! E l’unica soluzione a cui sapete pensare è fare scuola a metà? Ma non vi vergognate? A scaricare il peso della vostra totale incapacità tutto e sempre sulle spalle delle famiglie, dei docenti e dei bambini?Questo è il colpo definitivo e mortale, perché chi finora ha salvato la scuola, e cioè i docenti e famiglie , saranno travolti dal peso di questa didattica zoppa, massacrante, ingorgata, finta e controproducente. Non serve un computer per far illuminare gli occhi di un bambino, non serve la LIM, non serve il coding, non serve il POF, il PTOF, il RAV, serve soltanto quel bambino, quella piccola anima desiderosa di aprirsi al mondo, una stanza e un insegnante tutto per loro

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Buone notizie

Sono sicuro che è sempre occupatissimo, perché deve combattere la mafia, ma, forse un giorno gli scrivo due righe, per ringraziarlo anche da parte mia, minuscolo blogger che fa il prof, per ringraziarlo di quello che fa.  Pubblico con estremo piacere questa notizia, che migliora il clima, spesso maleodorante e infido, dei media.

Nino Di Matteo

Andate a votare!

Questo è un blog in cui non si parla tanto di politica in senso tradizionale, però non si può tacere su quello che accade oggi. Non mi dilungherò sulle mie scelte, chi mi segue lo sa già, però voglio rivolgere un invito a tutti; andate a votare! Votare non è un matrimonio, votate per chi è più vicino a voi, votate per chi è meno lontano, ma votate e poi vi potete incazzare a morte con il prescelto e non votarlo più. Votare conta poco, ma non votare conta nulla. Il non voto come gesto di protesta è comprensibile, ma inutile. Nessuno lo capisce. Non so se avevo già citato questa poesia, ma è molto tardi e ho sonno. Buona notte!

 L’analfabeta politico

Il peggiore analfabeta

è l’analfabeta politico.

Egli non sente, non parla,

nè s’importa degli avvenimenti politici.

 

Egli non sa che il costo della vita,

il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,

dell’affitto, delle scarpe e delle medicine

dipendono dalle decisioni politiche.

 

L’analfabeta politico è così somaro

che si vanta e si gonfia il petto

dicendo che odia la politica.

 

Non sa l’imbecille che dalla sua

ignoranza politica nasce la prostituta,

il bambino abbandonato,

l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi,

che è il politico imbroglione,

il mafioso corrotto,

il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.

 

Bertolt Brecht

giuro che non sono ancora diventato grillino!

però questo intervento è eccellente, la tipa è un po’ truzza, ma un bel po’ efficace. avevo pensato di parlare di più della scuola in questo blog, ma, ogni tanto, è necessario anche varcare altri territori. questo è il discorso pronunciato da Paola Taverna al momento del voto sulla decadenza, sono d’accordo al 99,9%. era ora che ci fosse un’opposizione seria.

radere al suolo la scuola pubblica

io amo la scuola pubblica. qualcuno, anzi quasi tutti, penseranno che l’autore di questo blog sia completamente pazzo. Stamattina ero in prima, la famosa prima di cui ho scritto in qualche altro post di questo blog. Bisogna sgridarli, perché non si comportano bene. Ci sono regole, alla violazione di quelle deve corrispondere una punizione. Bisogna ricostruire una cultura delle regole, ricostruire un tessuto morale, partendo anche dalla certezza di un rapporto tra azione e punizione. Sono stato rimproverato, perché urlavo. Urlavo, perché qualche sfasciacarrozze aveva promesso punizioni per i reprobi, punizioni che non sono mai avvenute. Se non viene posto un limite, un limite chiaro, il limite della scuola dove non ci sono insegnanti soli e insegnanti che difendono un cortiletto piccolo o grande, ma dove ci si scambia autorità, si arriva alla Jugoslavia. Si arriva alla piccola patria, si arriva alla bega condominiale. Ci sono io, che sono piccolo e indifeso, magrolino e con le spallucce strette, ma dietro di me non c’è nessuno. è la legge del più forte, la legge di chi ritiene uguali gli indisciplinati e i disciplinati, la legge del demerito. Vengono penalizzati i più bravi, coloro i quali stanno buoni durante la lezione, all’interno di un calderone a volte impazzito. In quella scuola c’è chi ha le motivazioni, ma c’è anche chi è lì, perché non avrebbe saputo dove andare: la scuola è grande, le classi sono troppo grandi, perché c’è qualcuno che taglia la scuola pubblica. Non è questo il solo problema, 

La scuola è diventata un parcheggio utile a genitori troppo occupati che non ce la fanno o non sono capaci di educare i figli. La scuola è un luogo dove ci sono professionisti di grande valore, accanto a disperati che scelgono questo mestiere, perché non saprebbero farne altri e, per fare questo mestiere, non c’è bisogno di saperlo fare. Questo mestiere ha perso il prestigio sociale che aveva, perché la cultura non è più elemento nobilitante, nel nome di un livellamento verso il basso che ha fatto sconquassi. Questo mestiere ha perso il prestigio, perché lo stipendio fa schifo. Non ci si può mantenere in modo dignitoso, specialmente se si hanno dei figli. è un lavoro lungo, fatto di lezioni e di riunioni, preparazioni delle lezioni e dei compiti in classe. Quando si è precari, lo si è spessissimo, le sedi di lavoro sono lontane, molto spesso, e le riunioni obbligano a ritorni a casa ad ore impossibili, le 8 o le 9 di sera, a volte perfino mezzanotte.

Bisogna radere al suolo la scuola pubblica, perché va fatta una radicale pulizia di quello che non va. C’è bisogno di una classe dirigente e di una classe insegnante nuovi, di una politica nuova. A volte penso che le basi stiano nei ragazzi bravi e diligenti: ce ne sono ancora e rappresentano una lezione di civiltà e di maturità per noi adulti. Penso che i ragazzi diligenti soffrano la legge del più forte e del demerito che imperano a scuola e penso che dovrebbero impegnarsi. Hanno molto da insegnarci, sono, molto spesso, più maturi di noi. Conoscono la cultura dei diritti, ma anche quella dei doveri. Conoscono la Costituzione, meglio di noi. Bisogna che facciano la rivoluzione dei bravi ragazzi, senza paura. Devono aiutarci a riempire di contenuti la parola sinistra, sì, la parola sinistra, ma anche la parola comunismo, perché sono state svuotate e deprivate di senso da questi parolai inconcludenti, figli perversi degli anni ’70. Io sono pronto a stare con voi, proprio perché non ho interessi in questo lavoro, ma solo passione politica. Sono certo di non essere il solo. Sono certo che il rinnovamento non si esaurisca in Beppe Grillo. Ricostruire.