Mafia

Grazie nonni, che mi avete fatto venire l’amore per i libri

Un pomeriggio buttato un po’ nel cestino, un post che non sarà indimenticabile, anzi sarà pure un po’ sciocchino.

Mi viene in mente il profondo amore per i libri, che mi hanno trasmesso i miei nonni, soprattutto mia nonna, ma solo perché mio nonno se ne è andato quando avevo 14 anni. Mi viene in mente, quando lui mi regalò un libro di Enzo Biagi. Era una sera di agosto, al mare. Eravamo sul porto-canale. Penso che fosse un libro di storia, intitolato “Noi c’eravamo”. Mio nonno fu orgoglioso di regalarmelo. Avrò avuto 12-13 anni, non ricordo precisamente. C’era un libreria, dove oggi c’è una gelateria. La gente non legge, io leggo e mangio i gelati. Leggo tanto e mangio tanti gelati. Infatti, mi era venuta una panza clamorosa, che ho buttato in gran parte giù, soprattutto grazie alla mia personal trainer, che mi ha fatto recuperare un bel po’ di fiducia in me stesso. E pensare che una dottoressa mi aveva avvertito che avrei potuto avere un infarto,

Torniamo a quella sera al mare. Avevamo appena mangiato, io e i miei nonni meravigliosi. Mia nonna era felice. Uscii felice con il libro, che lessi avidamente. MI piace lo stile di Enzo Biagi, semplice, asciutto e minimale. Mi piace la mescolanza di vita e storia nelle sue opere. Quel regalo mi è rimasto impresso. Non avevano potuto studiare i miei, amavano la cultura, amavano la vita. Mi hanno ispirato l’amore per la cultura, per la lettura. Mia madre è una donna difficile, possessiva ed estremamente gelosa. Non amava tanto i miei nonni, i suoi genitori. Mia nonna, in particolare, era una donna allegra, mentre mia madre è estremamente umorale, non ride tanto. Mia nonna era una donna profondamente ironica, mio nonno più riservato e sulle sue, mia madre ride poco, qualche volta si dichiara orgogliosa di ridere poco. Mia madre ha un senso del dovere incrollabile, se potesse lavorerebbe 48 ore su 24, anche ora che collabora con me, per la mia attività professionale di traduttore. Mia madre passa le notti insonni, quando devo asseverare molte traduzioni, si mette a piangere, anche davanti a tutti, in tribunale, se ha paura di non farcela, anche quando la paura è immotivata. Secondo lei chiedo sempre troppi soldi ai clienti, perché lei vorrebbe che io fossi una specie di ente di beneficenza, che lavora per la gloria. Per lei, essere di sinistra, significa lavorare gratis o quasi. Quando le faccio notare che lei, quando lavorava nella pubblica amministrazione, in Prefettura, non rifiutava lo stipendio, fatica a rispondere, come quando le faccio notare che lei ha già la pensione, mentre io devo integrare lo stipendio da prof precario, fatica a replicare. è sempre stata gelosa dei miei nonni, è sempre stata invidiosa del nostro rapporto più che profondo, soprattutto con mia nonna. Parla male di loro, parlava male di loro già quando ero piccolo, Li descriveva come persone che odiavano la cultura, che odiavano i libri, tra gli altri tanti tantissimi difetti che attribuiva loro, Voleva guastare il nostro rapporto. Non ce l’ha mai fatta, non le ho mai creduto. Anche lei mi ha regalato libri, come ad esempio quando le chiesi “il Padrino” di Mario Puzo, che mi comprò alla libreria in centro, dove le facevano lo sconto. Mi ricordo che le chiesi il libro di Enzo Biagi, “Il Boss è solo” su Buscetta. Avevo 12-13 anni. Lei fu un po’ recalcitrante a comprarmelo, prima lo acquistò per sé, poi io lo trovai in casa e lo lessi. Mi ricordo che mia nonna mi portava allo stand dei libri della Festa de l’Unità del quartiere, io compravo un libro al giorno e lo leggevo. Mi ricordo, soprattutto le storie della Resistenza, completai anche l’album delle figurine. Mi ricordo la sua gioia nel darmi i soldi, quando ero più grande e frequentavo avidamente e appassionatamente la libreria Feltrinelli, nel centro della mia città, dove compravo un sacco di libri, ma anche me li guardavo solo. Mi colpì da matti “Sostiene Pereira”, di cui vidi la presentazione in un programma di Augias, penso. Vidi anche il film, con Marcello Mastroianni e Stefano Dionisi. è un libro sull’impegno politico, un film sull’impegno politico. Regalai una copia del libro ad un mio amico di allora, che era intelligente, volgare, esagerato, smargiasso, sbruffone, forse non cattivo. Fui felice di regalarglielo.

I libri sono pezzetti di vita, tempo guadagnato, saloni, librerie, camere da letto, pullman, aerei, relax, passione, chok, come quando lessi Marzabotto Parla.

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Con il Dottor Gratteri

Questo è un piccolissimo blog. Io non sono nessuno. Parlo di temi seri, con grande timore reverenziale, rispetto e titubanza, perché mi sento troppo spesso inadeguato.

Mi ricordo troppo bene del senso di impotenza e di offesa personale, che ho sentito quando hanno ammazzato Falcone e Borsellino, ma anche altre vittime. Mi ricordo troppo bene dello sconvolgimento, rispetto a tanto orrore.

Per questo, ma anche per tanti altri motivi, mando un abbraccio e un sostegno calorosissimo, al Dottor Gratteri, che porta e cerca giustizia.

Con lei, dottore.

M.

Albe

Ci sono le elezioni e non ho alcun entusiasmo. Ho smesso di credere ai partiti esistenti da lungo tempo, ma andrò a votare. Sono comunista, ma non mi riconosco in nessun partito. Chi voterò? Penso Potere al Popolo, anche se trovo una baggianata suprema la polemica sul 41bis, che questa lista, formata da rifondaroli e frattaglie varie, ha montato. Non sono più iscritto a rifonda dal 1998 e forse c’è un motivo. Credo nel potere della scuola di cambiare le persone. Se solo questo post avesse un senso logico. Meglio che vada a letto.

4 anni abbondanti – SCUOLAFINITA.WORDPRESS.COM

Forse sarà la prefazione di un romanzo, di certo è un post.

Sono passati quattro anni abbondanti.

Il primo obiettivo era ed è riunire i pezzi, riunire i frammenti di un’identità. Si tratta dell’identità di Michele. Michelechefailprof ha avuto ed ha bisogno di fare il punto su se stesso. Ha bisogno di raccogliere i propri pezzi, partendo da una delle sue passioni, la scuola. Uno dei suoi scopi nella vita era quello di fare l’insegnante e ci è riuscito, ma non era l’unico. Se leggete il blog, se leggo il blog, mi rendo conto che la scuola è solo un pretesto. Scuola finita vuol dire anche che quando è finita la scuola ricomincia il resto. Di che cosa di tratta? Sport, fotografia, cibo, arte, viaggi, politica, ecc. Michele li ha ritrovati e li ritrova nel corso di questa ricerca che è una ricerca su se stesso, ma è anche una ricerca sul mondo, su un pezzo di mondo. Era ed è necessaria la forma diaristica, la forma di un diario anarchico, da aggiornare a sua totale discrezione e con gli argomenti che lo interessavano e lo interessano. Ci sono momenti di silenzio e momenti di grafomania, ci sono momenti di pesantezza un po’ opprimente, quando racconta della suora inquietante. Parla del ballo, la sua grande passione, parla di palestra, parla di zumba, che è diventata la sua passione. Pubblica le foto di viaggi, ritrovando una passione di quando era adolescente. Pubblica le foto di gite, foto nella natura, foto di ponti, di alberi e acque. Tratta anche un po’ di mafia, manifestando il proprio sostegno al coraggioso sostituto procuratore Di Matteo.  Sta in silenzio per un po’, quando la vita lo travolge e riannoda i fili raccontando anche qualcosa di triste, a volte.  Va in cerca dei propri pezzi, e li ritrova uno ad uno, il mosaico si rompe e lui ritorna in cerca. Michele si compone di tante parti: l’arte, la cultura, lo sport, la politica, i viaggi, la fotografia, ma, prima di tutto, un animo gentile e un po’ timido, a volte un po’ ingenuo, che è la sua essenza, che lo fa apprezzare dalle persone. Gli alunni lo amano, perché lui è particolare, non è come gli altri. Glielo ha detto una ragazza qualche anno fa. E poi lo ha abbracciato. Era una sua alunna.

Trova i propri pezzi e decide di mischiare le carte, scrivendo un romanzo. È un romanzo che mescola fatti veri a fatti inventati. È un romanzo scritto con l’intento di guardarsi dall’esterno. È un romanzo scritto con l’intento di spiazzare chi legge, spingendolo a trovare dei pezzi di Michele e dei pezzi di sé stessi. Perché Michele è uno, ma anche tanti. Perché anche i fatti che sono parto della fantasia del narratore raccontano le sue passioni, raccontano i suoi sentimenti, ma raccontano anche qualcosa di chi ragiona con la propria testa. Ci sono momenti di disorientamento, quando non riesce a capire se la scuola ha ancora importanza per qualcuno, ci sono momenti in cui non capisce gli altri insegnanti, perché hanno smarrito il senso di cosa vuol dire educare. Ci sono momenti di gioia, momenti in cui ritrova pezzi di se stesso. Ci sono momenti in cui riperde i pezzi ed è disorientato, di nuovo smarrito. Il viaggio è interessante. Buona lettura.

Onore a Giovanni Tizian

Ho letto Gothica di Giovanni Tizian ed è un libro prezioso, che squarcia il velo dell’ignoranza sulle mafie al Nord. Potrei citare solo la storia di Lea Garofalo, donna splendidamente coraggiosa. Ma potrei citare anche la storia della mafia in Emilia Romagna, la cui diffusione è stata aiutata dai soggiorni obbligati, come in tutto il nord. Questo blog è partito per parlare di scuola, ha parlato di altro.

Parlo ogni tanto di cose serie. Giovanni Tizian è uno splendido giornalista, che rischia la vita per parlare della mafia al nord. Vive sotto scorta.

C’è una bella notizia per lui.

Giovanni Tizian