C’è un ragazzo che una volta aveva i capelli ricci, chiamato con il nome di un pesce. Lui è andato lontano, dall’altra parte dell’adriatico, per comprare una laurea. c’è chi la laurea la conquista con il sudore della fronte, con lo studio e chi l’acquista. Quel ragazzo chiamato con il nome di un pesce l’ha comprata con i soldi dello stato, con i soldi di tutti. Quel ragazzo chiamato con il nome di un pesce odia gli abitanti di quel paese, quello in cui ha comprato la laurea.
C’è una ragazza che arriva da ancora più lontano, è magrolina e minuta. Ha un sorriso dolce. Quella ragazza arriva da lontano ed impara l’italiano, arrivando a parlarlo perfettamente. Il ragazzo con il nome di pesce commette errori di italiano, quella ragazza parla senza errori. Quella ragazza ascolta spiegazioni sulla grammatica di una lingua straniera, in un’altra lingua straniera, l’italiano. Quella ragazza è la dimostrazione che la disciplina e il rigore, uniti all’intelligenza, hanno ancora un senso. Il ragazzo con il nome di pesce è uno dei simboli della decadenza, la ragazza venuta da lontano forse aiuta a fermare la decadenza. Parliamo in russo, la lingua che ci unisce. Quella ragazza, forse, non è lontana. Forse non bisogna farla allontanare. In questo periodo ci sono stranieri che stanno lasciando l’Italia, ragazzi come lei non vanno persi.
S. raccoglie fiori per l’insegnante, i romantici esistono, qualcuno, come lui, viene da lontano per portare il romanticismo. S. sorride, sorride per davvero, senza calcoli.
M. è una ragazzina che sembra più piccola della sua età, con la faccia simpatica e le guance da pizzicotti. è intelligente e preparata, quando mi risponde male, l’unica volta in tanti mesi, ci rimane male quando la sgrido. Gli occhi diventano bassi e tristi. Ha capito di aver sbagliato. Non esistono persone infallibili.
Questo è solo un pezzo di un racconto. Continuerò presto.