insegnante di sostegno

La storia continua

Tempo fa pensavo di non essere adatto a fare l’insegnante di sostegno. Pensavo che fosse troppo difficile. Sicuramente lo è, ma…

è passata una settimana, da quando ho insegnato zumba a quei fanciulli. Oggi torno nella stessa aula, dovevo stare con K., una ragazzina che non parla quasi per niente, che ha imparato a camminare due anni fa, nonostante abbia già quindici anni. Ha gravi difficoltà con la lingua, cognitive e di equilibrio. La settimana scorsa aveva partecipato anche lei alla lezione di zumba. e gli occhi le brillavano.

Ad un certo punto si avvicina al computer, mette su Youtube, dove avevo cercato le canzoni la settimana prima e mi dice “zumba!” Potevo dirle di no? In aula c’erano anche degli altri insegnanti. La musica parte e lei è felice, “agevola” anche il ballo di M, un ragazzino sulla sedia a rotelle, il quale è felicissimo. Anche le altre insegnanti sono felici, anche io.

M.

P.S. Per una volta voglio godermi questa felicità, senza consumare il tempo in elucubrazioni che assomigliano a seghe mentali senza ritorno.

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Quasi finito

Siamo quasi al 29 dicembre e l’ho forse scampata bella. Questo è il secondo anno senza finire all’ospedale, anche se ho dovuto pagare un ticket di 97 euro per l’ultima volta in cui ci sono stato, per colpa di una persona che mi ha maltrattato, tanto maltrattato, nel 2020. L’ho pagato proprio nei giorni del super guaio, quello di settembre, un mese di merda, proprio di merda. è stato un anno buono, il pezzo di anno scolastico fino a giugno è andato bene. L’estate è filata liscia fino ad agosto, poi, lasciamo perdere. C’è stata la tristezza, la disperazione, ci sono state le notti insonni e la paura di non farcela. C’è stata la mia lotta disperata, strenua ed imperterrita.

Ho ripreso e sono ridiventato, dopo 5 anni, insegnante di sostegno, nella stessa scuola di 10 anni fa. Ho tre alunni, di cui S., una ragazza che non vede. Faceva fatica, tanta fatica a camminare, quando l’ho conosciuta. Fino a pochi giorni fa, prima delle festività natalizie, faceva le scale da sola e io le ho pure insegnato una coreografia di zumba. Ho scoperto di sapere fare qualcosa, probabilmente bene. Forse. C’è stata la palestra, che mi ha dato e mi continua a dare tantissimo. Ci sono stati i libri. E c’è stata la persona che amo, che mi ha preso il cuore e fa benissimo l’amore, che non guasta mai.

Buon Anno!

Tutto bene, proprio bene

E TUTTO IL RESTO PASSA IN SECONDO ORDINE

Mi hanno pagato il primo stipendio a scuola dopo due mesi dall’inizio del servizio e oggi ho ricevuto un sontuoso bonifico da 62 euro e spiccioli per degli arretrati (sembra la paghetta dei genitori agli adolescenti). Vado a scuola e mi chiedono di occuparmi per un po’ di un ragazzino, M. Lui non parla ed è su una sedia a rotelle. Ha anche altri problemi fisici. Mi metto a sedere davanti a lui, gli parlo un po’. Lui mi sorride, dopo qualche minuto mi prende la mano e la bacia. E TUTTI I PROBLEMI SVANISCONO.

Passo e chiudo.

Felicità

Questa volta non parlo di scuola. Parlo, comunque, di un insegnante. Quando lo vedo, quando lo sento al telefono, sono felice. è il mio migliore amico. La sua voce, le sue parole mi scaldano l’anima, la sua presenza è ristoro per lo spirito, anche per il corpo, viste le mangiate che ci facciamo. Ha un animo sensibile, è un artista, è uno scultore, è uno scrittore, è un saggista, è un meraviglioso insegnante di sostegno, ruolo per cui serve grande empatia. Ha sofferto molto, ha perso il padre troppo presto, sua sorella gemella troppo presto. è stato mobbizzato, durante il dottorato che ha frequentato. Si è sfasciato un ginocchio e un polso, perché é svenuto per la stanchezza e i maltrattamenti subiti. Ha una madre che lo sostiene, premurosa e meravigliosa cuoca, tra le altre cose. è ansioso, troppo ansioso. è una persona piena di ironia e autoironia, una persona gentile, pronto a dare tutto per gli altri, una persona empatica. è una persona che rende felici e sereni, è una persona profonda, con lo sguardo da buono. ed è pure fico, diciamolo.

Conserverò questi momenti di felicità, per l’inverno dell’anima. Sopravvivrò anche quest’anno? w l’ottimismo! 🙂

alcune volte

Ho conosciuto molte scuole, forse troppe, essendo precario. Sono stato a contatto con i tipi umani più diversi tra loro e ho realizzato un catalogo di facce, vite, nevrosi, bontà, cattiverie, ecc. Ho conosciuto molti ragazzini e ragazzi, molti dei quali con tanto da dire e da dare, ho conosciuto dei colleghi. Due anni fa ho fatto l’insegnante di sostegno, l’ho raccontato su questo blog. Ho potuto conoscere meglio il mondo degli insegnanti, stando in classe ad assistere la bambina che mi era stata assegnata ed ho capito diversi aspetti di questa realtà. Ho visto un’insegnante femmina che ha interrotto la lezione di storia per 30 minuti per far recitare una poesia orrenda ad un ragazzino prepotente e maleducato che crede di essere Gassmann, ho visto una sedicente insegnante di tedesco che non spiegava la grammatica, ma distribuiva le stelline di carta. Aveva assegnato un po’ a casaccio degli esercizi di grammatica ai ragazzini, i quali chiamavano me per aiutarli a svolgere quanto da lei richiesto. Ero io l’unico insegnante di tedesco. Ho visto un’insegnante di musica che il 30 gennaio, dopo quasi due mesi, faceva suonare ancora Jingle Bells in un’aula gelida, con gli alunni tremanti. Ho visto dei ragazzini soli, senza una guida, senza un punto di riferimento, ho visto degli insegnanti incapaci, non tutti, per la verità. Ho visto degli insegnanti che hanno rinunciato ad insegnare, preferendo vivacchiare. Ho visto delle classi come navi senza nocchiero, per citare qualcuno.  C’ero io, insegnante, traduttore, competente e appassionato. La cosiddetta insegnante di tedesco mi disprezza, perché porto la giacca in classe, mi annoia e tocca a dei ragazzini di 12 anni gestire la situazione, scegliendo l’insegnante giusto. La cosiddetta insegnante di tedesco c’era rimasta malissimo fin dal momento in cui ci siamo conosciuti, perché non amava la presenza di un insegnante di tedesco durante le sue “lezioni”. Questi adulti mi hanno fatto un bel po’ schifo, ma anche tenerezza. Sono deboli, soli e indifesi. Sono vittime di loro stessi, vittime della loro trascuratezza, della loro approssimazione. Sono approssimativi anche nel vestirsi, brutti e sciatti. Fanno del male alla scuola, fanno del male a loro stessi.

 

il gigante e la bambina

C’è un omone grande e grosso che fa l’insegnante di sostegno, c’è una creaturina che dimostra molti meno dei suoi 11 anni, offesa dalla vita. C’è un omone che studia la patologia della creaturina, ma soprattutto c’è un omone la cui anima è messa a nudo dalla creaturina di 11 anni, la quale gioisce per aver suonato bene il flauto.e sorride con un sorriso che riempie il cuore. forse è l’omone che deve imparare dalla creaturina. A sorridere di più e a lamentarsi di meno. forse è la creaturina l’insegnante di sostegno dell’omone. l’omone imparerà?