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Testa bollita

Ho la testa bollita, non riesco a ragionare. Fa troppo caldo e provo un po’ a scrivere. Ma è faticoso. Fatico a concentrarmi anche nella lettura. é normale che faccia troppo caldo, è luglio. Il mio condizionatore portatile è acceso, le pale a soffitto pure. Stasera vado in palestra.

Sto ascoltando Conte in diretta Facebook, non lo disprezzo e non lo esalto. è uno dei pochi politici che non disprezzo. Ora vi saluto, prima o poi riscriverò dei post decenti. O almeno spero.

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Acidità: piccola ed insignificante storia

Mi posso vantare di essere civile sul web. è vero che è un dovere essere civili, lo so. In questi tempi non è più così scontato. Credo di essere civile in questo blog. Cerco di intervenire su argomenti che conosco. Non scrivo tanto di politica in senso stretto, anche se la seguo, leggo due quotidiani al giorno, di diverso orientamento, Fatto e Repubblica. Non commento tanto la politica su facebook, o perché non ne so abbastanza, o perché qualcuno ha già espresso il mio pensiero, oppure, perché penso che, troppo spesso, il web sia diventato un verminaio, un calderone putrido e maleodorante e che, dunque, non merita i miei pensieri garbati, in mezzo ad un mare di cattiveria, pressapochismo e livore. Ho provato a scrivere il mio parere su un ristorante, parere peraltro benevolo, scritto senza darmi arie da intenditore, perché non lo sono. Sono solo uno che mangia e che ha la passione per il cibo, gourmet e non. Un amico della persona che ha postato contenuti culinari mi ha attaccato con toni livorosi, accusandomi di non essere mai stato nel ristorante in cui parlavo, dapprima confondendolo con un altro ristorante ben lontano da quello e poi schernendomi per la mia preferenza. Ho bannato entrambi, sia la persona che ha postato di cucina, sia l’amico. Questi toni mi mettono a disagio, le polemiche sciocche e stupide mi mettono a disagio. Io mi sono difeso, utilizzando il low profile, mettendo subito le mani avanti. Io non sono un esperto culinario e non lo sarò mai, faccio il prof e il traduttore, non pretendevo di esserlo, ma non mi vanno quei toni. Per fortuna c’è questo blog, un’isola felice dove si scrive innanzitutto di sentimenti e di squarci di blu nel cielo grigio, dove si scrive di arcobaleni dopo le grandi tempeste.

A presto.

Un abbraccio,

M.

tutto vero!

Ho una vicina di casa di circa 60 anni, con il volto perennemente impiastricciato di pesante trucco rosso, bassa e tozza. Ha lo sguardo cattivo e la voce squillante. Scrive post razzisti su fb ed ha un marito di Santo Domingo, con il quale ha avuto due figli. è omofoba e ha un figlio gay, è “animalista” e ha restituito un cane che aveva comprato, come una merce avariata, perché, a suo dire, disturbava le persone.

 

razzisti (questa volta non è una storia inventata)

Io sono una persona pacata, raramente mi arrabbio. sono una persona disponibile e bene educata, penso la maggior parte delle volte. pubblico un post su fb in cui derido il duce e una mia conoscente inizia a scrivere che in Italia gli italiani sono svantaggiati, che gli immigrati sono ricchi, che non pagano le tasse, ecc. cioè le ennesime cazzate razziste. Io rispondo pacatamente, confutando le vaccate che leggo e questo ripete le stesse cose come un disco rotto per due, tre, quattro post, ai quali io rispondo pazientemente, dimostrando e ragionando. Da quasi un giorno non sto rispondendo, ma lo farò domani. Troppo spesso ho la tentazione di rispondere, ma basta con ste stronzate razziste, vi siete bevuti il cervello, ecc. ecc. leggete, informatevi, ma, invece di arrabbiarmi, ho sempre tanta pazienza, troppa. però mi sento un fesso ad averne, mi sento frustrato.

Compagni di scuola

Compagni di scuola

Stavolta parlo di quando a scuola ci andavo io. Ho frequentato una scuola media di frontiera, come si dice. Nel mio quartiere abitava gente di tutti i tipi. è un quartiere operaio, cresciuto a dismisura a partire dagli anni ’60. Ci sono ex contadini, ci sono famiglie del sud, ci sono tante brave persone e qualche delinquente, che contribuisce a gettare disdoro su un quartiere di gente rispettabile. Nella classe in cui sono ci sono un paio di piccoli delinquenti, che gettano scompiglio. Nella mia classe ci sono tanti bravi ragazzini che non farebbero male ad una mosca e poi c’è S.C. SC è un ragazzino basso e tozzo, con gli occhi azzurri e la fronte prominente. Assomiglia un po’ a Boe Szyslak, il barista dei Simpson. SC è figlio di gente umile e un bel po’ ignorante, hanno un negozio di pasta fresca. SC è esuberante, estroso, allegro, o almeno così sembra. SC è seguito dall’insegnante di sostegno, perché ha seri problemi psichiatrici. Molti della classe lo rispettano, compatendolo un po’, qualcuno lo deride con cattiveria feroce. A me è simpatico, non lo compatisco. Mi è simpatico come persona, non perché è un simbolo di qualcosa. è intelligente, diventiamo amici. Mi interessa il suo lato bambino, mi interessa la sua esuberanza. Mi sembra che sia complementare a me. Io sono timido e tranquillo. Lui si affeziona a me, mi aiuta contro i bulli. SC mena come un fabbro. Mi fa da guardia del corpo. Alla fine della strada, alla fine della terza media, la strada mia e quella di SC si dividono. Io sono un piccolo intellettuale complesso, mi hanno tirato su i nonni. I nonni sono proletari illuminati, comunisti che si sono creati una cultura, sporcandosi le mani in fabbrica. Hanno unito la cultura operaia e quella di Manzoni, di Marx, di Lenin. Mia nonna dice che siamo troppo diversi. I suoi genitori non leggono i libri, guardano solo la Carrà. A lui non piace leggere.
Io vado in centro, nel liceo della borghesia, dove ci sono dei figli dei vip, figli di avvocati e notai. Trovo diversi amici al liceo. Anche alle scuole medie ne avevo diversi, non solo SC, però al liceo è diverso. è inutile dirlo, in un liceo come quello che ho frequentato, ci si va se motivati. Trovo dei grandi insegnanti, quasi tutti, che ci fanno amare ancora di più lo studio. Esco con questi compagni di classe anche alla sera, al sabato e alla domenica. I contatti continuano anche all’università. I miei amici abitano in centro, io vengo dalla periferia, loro sono cattolici, mentre io sono ateo e comunista. Continuiamo a frequentarci, fino a che loro non mi allontanano progressivamente, senza addurre alcuna motivazione. Rimango un po’ stupito, ma non ci sto neanche troppo male. Questi presunti amici vengono dal centro città, famiglie troppo ricche, penso che non mi considerino al loro livello sociale. Se ne sono accorti da grandi che vivo in periferia. Meglio tardi che mai. Dopo tanti anni mi hanno chiamato per una rimpatriata. E ho pensato al film “Compagni di scuola”, quello con Carlo Verdone.
Chi non mi vuole non mi merita, Conosco altre persone, nuovi amici.
Parliamo di fb. Facebook nasce con l’intento di riunire i compagni di scuola, secondo Zuckerberg. Ma se due persone non si vedono per anni, vuol dire che non hanno nulla in comune. è normale che non si vedano. Su FB SC mi scrive, eri nella scuola media D,? Io avevo la tentazione di rispondere no, ma ho risposto sì. Propone di incontrarci e ci incontriamo.
è diventato un uomo con molti capelli bianchi, con una gran pancia e qualche ruga. Parliamo di noi. Lui da anni non lavora ed è ben contento di non lavorare. Gli parlo della mia passione per la lettura e lui mi ride in faccia. Si vanta di non leggere. Gli parlo di politica. Si vanta di non interessarsi alla politica. Siamo in un ristorante che ha scelto lui. Non mi piace quel ristorante. Quando non ho gli stessi gusti culinari della persona che è con me, mi sento a disagio. Lui passa le giornate davanti a FB, “conosce” donne sole e disperate, a 1000 km di distanza, si innamora di tutte. Le loro “relazioni” durano pochi mesi. Quella sera a cena, mi sento solo. Non siamo più le stesse persone e la magia si è rotta, per usare una terribile frase fatta. Parlo d’amore e lui mi prende in giro per i miei ragionamenti, mi dice che faccio della “filosofia”. Il termine filosofia viene usato con un’accezione negativa, questo fa pensare. entra un ragazzo senegalese e lui lo guarda male: ci portano via il lavoro, dice. Io inorridisco e gli spiego che non è così. Ascolta distrattamente.
La serata termina prima del tempo. Sto per dirgli di non vederci più, ma lui mi chiede, con fare ansioso di uscire. Mi dice che non ha nessun amico in città. Non so cosa rispondere e prendo tempo. Da allora ci sono uscito altre volte, ma con la sensazione di trovarmi di fronte ad un piatto di pasta scotta.
Sono contro le rimpatriate. Se non avessi accettato la prima volta, non me lo sarei trovato addosso. Voi che ne pensate?
La foto non ha nessuna attinenza con il racconto. Mi piace.

vorrei conoscerti

Oggi, come faccio spesso nei momenti liberi, mi sono messo a curiosare su fb, sui profili di amici, di amici di amici e così via, Ho amici di tutte le età, molti sono alunni, adolescenti, preadolescenti.

Giorgio è un ragazzino normale, come ce ne sono tanti. è magro, con i capelli neri folti corti, e la riga in mezzo. Gli piace Madonna ed ha un viso sorridente. Forse passerebbe inosservato, l’aspetto è piacevole, ma non ha nulla di particolare. Soprattutto è Giorgio, con il suo sorriso, con le sue passioni, con i suoi principi. Giorgio ha 14 anni e va in prima superiore, ha tanti amici, nelle foto sorride assieme a ragazzi e ragazze durante feste, in spiaggia, in campagna. Si chiamano Martina, Andrea, Luca, Sonia. Hanno interessi e passioni, e, prima di tutto, sono Martina, Andrea, Luca, Sonia. Hanno 14-15 anni, come lui, A Giorgio, che è innanzitutto Giorgio, con il suo sorriso, con le sue passioni e le sue gambe magre, lo hanno scritto tanti suoi amici, veri veri, su fb, 184 hanno messo il mi piace ad un post. 

Vabbé, Giorgio, che è prima di tutto Giorgio, ha scritto, a 14 anni su fb, che è gay. Vorrei conoscerti Giorgio, non per farti discorsi retorici, ma per avere il privilegio di conoscere Giorgio, che è, prima di tutto, Giorgio.

P.S. Mi sto quasi per commuovere. Che mi succede?

radici

ci sono le radici, ci sono i ponti, ci sono i collegamenti. è proprio questa la vera ricchezza, quella di costruire ponti. alcuni mesi fa, era primavera, mi mandano a fare una supplenza in una seconda superiore, una classe in cui non insegnavo regolarmente. entro e i ragazzi mi piacciono. Guardo i loro occhi, un ragazzo mi guarda e mi dice, lei ci è simpatico. Io rispondo, la cosa è reciproca. Alcuni studiano per i fatti loro, diversi si avvicinano a me, mi fanno domande. In che classi insegna? è in classe sua xy? come si comporta? come va in tedesco? Io racconto loro che parlo russo, due ragazze, R. e A. si avvicinano. R. è ucraina e A. è russa. Parliamo russo e i ragazzi mi fanno i complimenti. L’ora passa veloce, fin troppo. è un bellissimo sabato, un ragazzo mi consiglia di andare nel ristorante di cucina tipica dei suoi genitori. Parliamo di Masterchef. C’è una ragazza in particolare che mi colpisce, ha i capelli neri, la carnagione della donna mediterranea e le labbra carnose. è bella, sembra più grande della sua età. Ha un’espressione simpatica, ha personalità. Parla, parliamo e lei ascolta, ascolta con attenzione, ascolta con attenzione discorsi miei seri e meno seri. Quando suona la campana un po’ mi dispiace.

Ci salutiamo e continuiamo ad incrociarci lungo i corridoi. La ragazza mediterranea, ma anche gli altri, mi saluta sempre con dei gran sorrisi. Qualche mese fa mi chiede l’amicizia su FB. Un giorno chattiamo, mi racconta di qualche problema a scuola, a casa. Io scrivo quello che ritengo più giusto e lei mi ringrazia perché ho ascoltato le sue confidenze, scrive che le ho dato ottimi consigli. Oggi, dopo mesi, è risuccesso. Mi ha scritto su fb, come mai non è più all’istituto tecnico? Come sta? Un’ora sola di lezione e si ricorda di me. Abbiamo chattato, aveva voglia di dialogare. evviva i ponti.

respirare

Conosco altre classi, ci sono le superiori. In terza sono in 12 a studiare la lingua che insegno. Andrea è simpatico e non ha mezza voglia di studiare, M è simpatico (anche se è un po’ fascio)e non ha mezza voglia di studiare. M è intelligente e ha gli occhi neri e profondi come la notte, F è una ragazza bionda minuta che mi da soddisfazioni come insegnante, L è una ragazza timida, intelligente, che si sottovaluta. C’è S, c’è L, L, c’è C., c’è M, G, eccetera. Questa classe mi piace moltissimo. Due anni fa mi hanno fatto un regalo invitandomi ad una cena dopo tanto tempo che non ci vedevamo. Non ero più il loro prof e loro ancora si ricordavano di me. Potenza di facebook, che non è solo un rifugio di solitudini disperate e di solipsismi mascherati da amicizia. Studiamo la grammatica e la letteratura. Credo che la grammatica sia ordine mentale e ordine personale, la letteratura significa essere liberi, senza schemi. è una classe frizzante, dove mi diverto, anche se mi fanno arrabbiare, soprattutto i più svogliati.

In quella scuola non si possono mettere note sul registro, l’ha deciso la preside, una donna grassa.

In quarta sono pochi: C, che mi sta simpatico già da quando parla con il suo meraviglioso accento (quale? non lo dico) continuo la prossima volta…