donne

umanità

c’e’ una foto, che raffigura una signora in costume, di spalle, con in braccio un neonato. sono in acqua, in Sicilia. quella signora, forse, fino a qualche secondo prima, stava leggendo un romanzo sulla spiaggia. ci sono uomini, di tutte le eta’ e stazze, in costume da bagno, i quali prima stavano forse giocando a carte. ci sono donne più o meno giovani, le quali si stavano certamente divertendo. ci sono disperati venuti da lontano, che hanno trovato aiuto da queste persone. si leggono i giornali, pieni di miserie umane, che raccontano di un mondo in crisi e di un paese in decadenza, poi, arrivano queste notizie.

sono fiero, non di essere italiano, sono fiero di appartenere ad una razza, quella umana. sono fiero ed emozionato.

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Mal di testa

La stanchezza, la rabbia, il rumore, lo sconforto mi causano spesso mal di testa. Non riesco quasi mai a dormire di giorno, quando mi capita è perché sono proprio a pezzi. Ci sono momenti in cui mi sento troppo piccolo per la scuola, ci sono pomeriggi nei quali dormo addirittura 2 ore. Capita raramente, ma capita. Capita di rimanere quasi in catalessi, sentendosi nell’impossibilità di rialzarsi. Capita, ma io continuo. Capita di chiedersi: perché mi intestardisco? E poi arrivano delle risposte. Capita di continuare ad alzarsi, quando è ancora buio, quando fa freddo e si sta bene a letto. Capita di mettersi mille problemi, tante volte penso di non essere abbastanza bravo, mi intristisco se faccio qualche errore nella foga, ho paura di essere noioso. Ho paura, a volte, di essere considerato simpatico e non bravo. A volte ho paura di essere considerato noioso. Quando mi sento rivolgere un grazie, un complimento, soprattutto quando è inaspettato, sorrido sorpreso, sorrido sorpreso sempre. Mi sorprende un po’ anche quando mi chiamano prof, mi sembra strano essere accostato a figure che hanno significato tanto per me, veri giganti della scuola e dell’università. Mi sento minuscolo di fianco a loro, un nano sulle spalle di giganti. 

I social network sono un mezzo potente per conoscersi, permettono di ritrovare qualcuno che non si vede da un po’, permettono di conoscere persone nuove, anche interessanti. Permettono anche di accedere a delle informazioni utili. Se non se ne fa un abuso, se non li si sostituisce alla vita vera, possono essere utili, benefici. Alunni mi chiedono l’amicizia su FB, da diversi anni. Le chat sono quasi sempre simpatiche, gentili, tranne una, qualche tempo fa, con un ragazzotto un po’ fascista. Alle volte le chat possono riempirti il cuore.

è una giornata qualunque durante la settimana e trovo una ragazza, di cui ho già parlato in questo blog. Ci salutiamo, come facciamo spesso. Io pensavo che mi avesse considerato bene, ma mai come mi ha scritto.

Mi scrive che racconta di me, mi scrive che ho una ingenuità e una bontà che le piace tanto, che molti non hanno più. Io sono più ingenuo, spesso degli adolescenti, le scrivo. Le scrivo che non avrò mai il cipiglio del professore “serio”, le scrivo che sono incorreggibile. Le scrivo che ho paura di non crescere mai. Lei ha una diecina d’anni in meno, rispetto a me. Lei mi scrive che è una cosa positiva. Lei sostiene che io, forse ho in mente i professori di vecchio stampo, onniscienti o presunti tali. Mi scrive che so quando sbaglio e rimedio, mi miglioro. Mi scrive che imparo dagli studenti (qualche mese dopo me lo avrebbe detto qualcun altro), MI scrive che, anche quando faccio vedere dei film, è per dare degli stimoli. Mi scrive che il professore non sapere le cose, perché c’è Internet, c’è wikipedia. Mi scrive che Il professore deve insegnare a diventare autonomi nella vita e nello studio, trasmettere curiosità, strumenti per discutere. Conclude scrivendomi che sono un grande esempio, mi scrive che sono umile, perché imparo dagli altri per migliorarmi. Secondo lei la mia ingenuità ristora i sensi. Mi dice di rimanere bambino finché posso, di non cambiare, perché è il mio bello. Mi scrive che non sono un pirla, anche se a volte sembra. Mi scrive che sono molto intelligente. Il messaggio si conclude con la buonanotte e un’altra frase che mi lascia di stucco. Ecco perché il mal di testa, a volte, non fa così male.

Ebano dei Modena City Ramblers

Sono nata dove la pioggia porta ancora il profumo dell’ebano
Una terra là dove il cemento ancora non strangola il sole
Tutti dicevano che ero bella come la grande notte africana
E nei miei occhi splendeva la luna, mi chiamavano la Perla Nera…

A sedici anni mi hanno venduta, un bacio a mia madre e non mi sono voltata
Nella città con le sue mille luci per un attimo mi sono smarrita…
Così laggiù ho ben presto imparato che i miei sogni eran solo illusioni
E se volevo cercare fortuna dovevo lasciare ogni cosa

Ebano…
Jack O’s bar, Parade hotel, from me une
Ebano…

Spesi tutto quello che avevo per il viaggio e per i miei documenti
A palermo nel ’94 eravamo più di cento giù al porto…
Raccoglievo le arance e i limoni in un grande campo in collina
Lavoravo fino a notte inoltrata per due soldi e una stanza nascosta

Ebano…

It’s a long long night
It’s a long long time
It’s a long long road
Ebano…

Poi un giorno sono scappata verso Bologna con poca speranza
Da un’amica mi sono fermata, in cerca di nuova fortuna
Ora porto stivali coi tacchi e la pelliccia leopardata
E tutti sanno che la Perla Nera rende felici con poco…

Ebano…
Jack O’s bar, Parade hotel, for me une
Ebano…
Ebano…
It’s a long long night
It’s a long long time
It’s a long long road
Ebano…

Perciò se passate a Bologna, ricordate qual è la mia storia
Lungo i viali verso la sera, ai miei sogni non chiedo più nulla
Ebano…