questa mattina mi sono alzato troppo presto e i pensieri sono stanchi, atrofizzati. le parole fanno fatica ad uscire, mi accorgo che forse dovrei lasciare perdere l’aggiornamento del blog almeno per oggi, ma ne ho voglia e cercherò di mettere in fila qualche frase.
qualche tempo fa ho raccontato che, a Londra, ho visto due ragazzi che si baciavano teneramente, all’entrata di un locale. e’ stata una bella immagine, un’immagine che parla del coraggio di amare, forse possibile solo a Londra.
premetto che non mi convincono granché gli omosessuali chiassosi e un po’ caricaturali, come Malgioglio, perché credo che non facciano bene del tutto al mondo gay. per me l’amore e’ uno solo.
qualche anno fa conobbi C, un mio alunno di 15 anni. e’ bello, forse troppo. ha gli occhi azzurri, i capelli biondi ricci lunghi. porta il codino. io pensavo che fosse un insopportabile fighetto, vista l’alterigia che mi sembrava avesse, invece era solo timidezza. C. e’ un ragazzo splendido d ‘animo, sportivo e intelligente. E’ molto alto e ha la faccia da bambino. P. e’ un ragazzo che non sembra timido, perché parla tanto, ma e’ molto insicuro. P. e’ basso, moro, con gli occhi grandi e scuri che rivelano dolcezza, sensibilità e intelligenza. sono due alunni che tanti insegnanti vorrebbero avere.
un giorno di autunno, con un tempo infame, finisco alle 14. A c. mi segue quando finisco la lezione e, all’uscita della sala insegnanti, mi rivolge la parola, prof possiamo parlare. lo guardo con l’aria stupita e stanca, si’. lo so che e’ tardi, ma ho bisogno di parlare. ci vediamo al bar qua di fronte, gli dico.
passano dieci minuti e siamo seduti nell’angolo più nascosto del bar. mi inizia a parlare di convenevoli poi mi racconta che ha lasciato L, la ragazza con la quale era stato fidanzato. mi racconta di P, che stava con d, una ragazza di un’altra classe. non capisco dove voglia arrivare.
prof, si ricorda della gita scolastica della primavera scorsa. ero in camera con p. all’inizio non ero tanto convinto, perché mi sembrava un po’ noioso, poi, in gita, era diverso. Ha incominciato ad essermi piu’ simpatico, fin da quando ci siamo incontrati, alle 4 del mattino davanti alla scuola. ci siamo messi di fianco sul pullmann, abbiamo parlato molto
La sera successiva all’arrivo, siamo andati a mangiare la pizza. Eravamo di fianco a tavola, a un certo punto lui mi ha guardato negli occhi ed io ho provato una sensazione, particolare. Ero un Po’ , impaurito, ma mi faceva piacere. La cosa si è’ ripetuta, ad incerto punto ho avuto un brivido e mi batteva il cuore. Non potevo accettare che fosse quello che pensavo. Io , Michele, stavo davanti a C, emozionato ad ascoltarlo.
C racconta, quando stavamo andando in albergo, anche per strada, mi stavo accorgendo che la compagnia di P mi faceva sentire bene e mi chiedevo se per lui era lo stesso. Quando mi guardava avevo i brividi e mi batteva forte il cuore. Saliamo in camera, ci spogliamo, io rimango in canottiera e slip, lui pure. Lui è sotto le lenzuola, io sono ancora in piedi. Lui mi guarda, io lo guardo e, nel giro di pochi secondi, faccio scivolare la mia mano sotto le lenzuola e afferro il suo sesso. Io, Michele divento rosso, nel sentire questi dettagli.
C racconta ancora. P., fa un gesto con la mano ed, io ho paura che lui mi rifiuti, invece abbassa le lenzuola e gli slip bianchi. Io inizio ad accarezzare il suo sesso . Non lo avevo mai fatto, io avevo già fatto l’amore con delle ragazze, gli uomini mi facevano pure un po’ schifo. Lui è diverso. Lui mi piace. Mi sciolgo il codino, e gli dico che sono innamorato di lui. Lui mi guarda e ci ritroviamo abbracciati e stretti in un lunghissimo bacio. P e’ bello come il sole.
Siamo nudi, la mia mano riprende il suo sesso, carezze e baci continuano. Eravamo una persona sola. Lui prende, il mio sesso e lo accarezza con una dolcezza che è solo di chi ama. Facciamo l’amore, quando sento le sue mani sui miei fianchi, mi sento in paradiso. Quando lo sento dentro di m,e è un calore piacevole, sto bene. Quando entro in lui sento che non siamo mai stati lontani. Contiuniamo baciarci per un tempo indefinito, poi ci addormentiamo. Il mattino dopo non sentiamo la stanchezza, anche se abbiamo dormito poco.
Quando torniamo dalla gita, p mi toglie il saluto con un pretesto e stiamo un mese senza, io ho pianto, dice c. Dopo un mese lo vedo fuori dalla scuola, per caso, prima mi racconta delle sue avventure con una ragazza di un’ altra scuola. Mi invita a casa sua, è solo. Mi offre una coca, mi guarda, esattamente come quella volta, e mi bacia. Mi dice che aveva paura che io rivelassi ad altri quello che era successo, che non era sicuro di quel che provava, perché era la prima volta che si innamorava di un ragazzo. Ora stiamo assieme da diversi mesi. Lei è il primo a saperlo.
Io, Michele, sono tutto rosso, abbasso la testa per l’emozione, la rialzo e lo abbraccio. Sono orgoglioso di te, gli dico. Hai avuto il coraggio di amare. Ci salutammo e, quel pomeriggio non pensai ad altro che al privilegio che avevo avuto nel sentire questa storia e non mi chiesi nemmeno il perché questo privilegio fosse stato riservato a me.