coraggio

Si continua

Continuo, stanco morto, continuo a lavorare, come insegnante di sostegno, con un anno di esperienza solo. Ci provo, uso la mia creatività, uso la mia passione, uso la mia competenza. Non so come andrà a finire, non so se sarò soddisfatto, alla fine dell’anno. Vivo il momento, vivo alla giornata. Sto meglio, sono, almeno un po’, felice.

Coraggio a me, pazienza e costanza a me.

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Il calore (sto sempre parlando del mio migliore amico)

Il calore di quella cucina è come il calore del camino della casa del mio amico. é sostanza gradevole e benevola, che ristora il corpo e l’anima, profumi di ragù e affettati, vino rosso a volontà, che scioglie ancora di più le lingue e stimola la conversazione, che viaggia tra risate, scherzi, ragionamenti seri, a volte un po’ tortuosi, come le strade che portano alla sua casa in collina.

Per passare dalla sala, dove consumiamo abbondanti libagioni, al bagno, bisogna uscire all’esterno e scendere gradini, che ti portano al piano di sotto, dove il bagno c’è. Di inverno è abbastanza spiacevole, fa freddo, anche se nel bagno la temperatura è piacevole. Ma non importa.

Guardo al suo viso, i cui lineamenti rivelano un’origine del sud, anche se la sua parlata è ben lontana dal meridione. Lo guardo in volto, gentile, fine, bello e vedo sua madre, che ha attraversato centinaia di chilometri, oltre cinquant’anni fa, che parla con l’accento della sua terra, nonostante sia da tanti anni lontana. Vedo sua madre e gusto i suoi piatti, piatti del luogo, con cui si è contaminata dal punto di vista culinario, oltre ad aver sposato il padre del mio amico. Quei piatti sono generosi di sapori e di calore, proprio come lei, proprio come il mio amico, proprio come quel vino, molto spesso rosso, al cui approvvigionamento contribuisco anche io, ovviamente, con elargizioni varie.

Penso a lui, che solo una volta mi ha fatto incazzare, ma per poco, perché con lui non si può rimanere arrabbiati. Penso a lui, che è il buono, che vorrebbe fare, almeno un giorno della sua vita, il cattivo, per vedere l’effetto che fa. Ma non ce la farà mai. Mai nessun regista lo scritturerà per la parte di malvagio, come capitava a Jack Nicholson. Neanche se recitasse, saprebbe incutere paura.

Lo guardo sorridere, lo guardo, mentre ha l’espressione serena o seria, venata spesso da un po’ di malinconia. Penso alle volte in cui è caduto, in cui è franato, riuscendo sempre a rialzarsi, dimostrando un coraggio, che, a volte, sconfina nella temerarietà, anche se sembra uno molto timoroso, ma non lo è così tanto. Penso alla sua sensibilità, alla sua fragilità, penso alla mia, anche se sembro più forte di lui, però non è così vero. No, non è vero. Siamo uniti dalla fragilità, forse la sua si vede di più, è più evidente.

W le storie di amicizia, un po’ mi lodo.

Onore a Giovanni Tizian

Ho letto Gothica di Giovanni Tizian ed è un libro prezioso, che squarcia il velo dell’ignoranza sulle mafie al Nord. Potrei citare solo la storia di Lea Garofalo, donna splendidamente coraggiosa. Ma potrei citare anche la storia della mafia in Emilia Romagna, la cui diffusione è stata aiutata dai soggiorni obbligati, come in tutto il nord. Questo blog è partito per parlare di scuola, ha parlato di altro.

Parlo ogni tanto di cose serie. Giovanni Tizian è uno splendido giornalista, che rischia la vita per parlare della mafia al nord. Vive sotto scorta.

C’è una bella notizia per lui.

Giovanni Tizian

Buone notizie

Sono sicuro che è sempre occupatissimo, perché deve combattere la mafia, ma, forse un giorno gli scrivo due righe, per ringraziarlo anche da parte mia, minuscolo blogger che fa il prof, per ringraziarlo di quello che fa.  Pubblico con estremo piacere questa notizia, che migliora il clima, spesso maleodorante e infido, dei media.

Nino Di Matteo

prestito di parole

Chiedo in prestito le sue parole, perché debbo raccogliere le mie idee. Debbo capire il significato del mio caos. Debbo trovare una via d’uscita intelligente dalla tristezza. Ho prodotto sostanza, ci sono persone che hanno imparato delle cose, ci sono delle persone che hanno respirato bene. Sono riuscito a far lavorare bene e tanto delle persone, sono riuscito ad essere Michele. Ho prodotto civiltà, ho prodotto società. Penso che resterà tutto. Resterà tutto e per sempre. Però ho voglia di sorrisi e ho voglia di energia, ho voglia di guardarli negli occhi, ho voglia di passioni forti. Coraggio. Coraggio.

Mmm….
E’ pur sempre bellissima un’emozione
con le cadute e tutto il male
come una musica, come un dolore lascia il suo segno e non si fa scordare
l’anima in ogni sua imperfezione
ti fa cadere e rialzare
seguire logiche senza ragione
prendere e andare nel nome…

anche se non trovi le parole
hai girato il mondo dentro a un cuore intero…

nessuna replica, poco potere
mentre decidi se ti puoi fidare
il tuo momento ti viene a cercare puoi solo credere
forse saltare
come un elastico senza pensare non c’è più tempo forse fa male

anche se non trovi le parole
hai gitato il mondo dentro a un cuore…
anche se puoi perderti a cercare
hai girato il mondo dentro a un cuore
e devi dire grazie a te se resti come sei
dire grazie a te che
non ti lasci mai
anche se non riesci più a dormire
perchè non ci credi che è la fine
anche se non puoi ricominciare
hai girato il mondo dentro a un cuore intero

stanchezza

questa mattina mi sono alzato troppo presto e i pensieri sono stanchi, atrofizzati. le parole fanno fatica ad uscire, mi accorgo che forse dovrei lasciare perdere l’aggiornamento del blog almeno per oggi, ma ne ho voglia e cercherò di mettere in fila qualche frase. 

qualche tempo fa ho raccontato che, a Londra, ho visto due ragazzi che si baciavano teneramente, all’entrata di un locale. e’ stata una bella immagine, un’immagine che parla del coraggio di amare, forse possibile solo a Londra.

premetto che non mi convincono granché gli omosessuali chiassosi e un po’ caricaturali, come Malgioglio, perché credo che non facciano bene del tutto al mondo gay. per me l’amore e’ uno solo.

qualche anno fa conobbi C, un mio alunno di 15 anni. e’ bello, forse troppo. ha gli occhi azzurri, i capelli biondi ricci lunghi. porta il codino. io pensavo che fosse un insopportabile fighetto, vista l’alterigia che mi sembrava avesse, invece era solo timidezza. C. e’ un ragazzo splendido d ‘animo, sportivo e intelligente. E’ molto alto e ha la faccia da bambino. P. e’ un ragazzo che non sembra timido, perché parla tanto, ma e’ molto insicuro. P. e’ basso, moro, con gli occhi grandi e scuri che rivelano dolcezza, sensibilità e intelligenza. sono due alunni che tanti insegnanti vorrebbero avere. 

un giorno di autunno, con un tempo infame, finisco alle 14. A c. mi segue quando finisco la lezione e, all’uscita della sala insegnanti, mi rivolge la parola, prof possiamo parlare. lo guardo con l’aria stupita e stanca, si’. lo so che e’ tardi, ma ho bisogno di parlare. ci vediamo al bar qua di fronte, gli dico.

passano dieci minuti e siamo seduti nell’angolo più nascosto del bar. mi inizia a parlare di convenevoli poi mi racconta che ha lasciato L, la ragazza con la quale era stato fidanzato. mi racconta di P, che stava con d, una ragazza di un’altra classe. non capisco dove voglia arrivare. 

prof, si ricorda della gita scolastica della primavera scorsa. ero in camera con p. all’inizio non ero tanto convinto, perché mi sembrava un po’ noioso, poi, in gita, era diverso. Ha incominciato ad essermi piu’ simpatico, fin da quando ci siamo incontrati, alle 4 del mattino davanti alla scuola. ci siamo messi di fianco sul pullmann, abbiamo parlato molto

La sera successiva all’arrivo, siamo andati a mangiare la pizza. Eravamo di fianco a tavola, a un certo punto lui mi ha guardato negli occhi ed io ho provato una sensazione, particolare. Ero un Po’ , impaurito, ma mi faceva piacere. La cosa si è’ ripetuta, ad incerto punto ho avuto un brivido e mi batteva il cuore. Non potevo accettare che fosse quello che pensavo. Io , Michele, stavo davanti a C, emozionato ad ascoltarlo.
C racconta, quando stavamo andando in albergo, anche per strada, mi stavo accorgendo che la compagnia di P mi faceva sentire bene e mi chiedevo se per lui era lo stesso. Quando mi guardava avevo i brividi e mi batteva forte il cuore. Saliamo in camera, ci spogliamo, io rimango in canottiera e slip, lui pure. Lui è sotto le lenzuola, io sono ancora in piedi. Lui mi guarda, io lo guardo e, nel giro di pochi secondi, faccio scivolare la mia mano sotto le lenzuola e afferro il suo sesso. Io, Michele divento rosso, nel sentire questi dettagli.
C racconta ancora. P., fa un gesto con la mano ed, io ho paura che lui mi rifiuti, invece abbassa le lenzuola e gli slip bianchi. Io inizio ad accarezzare il suo sesso . Non lo avevo mai fatto, io avevo già fatto l’amore con delle ragazze, gli uomini mi facevano pure un po’ schifo. Lui è diverso. Lui mi piace. Mi sciolgo il codino, e gli dico che sono innamorato di lui. Lui mi guarda e ci ritroviamo abbracciati e stretti in un lunghissimo bacio. P e’ bello come il sole.
Siamo nudi, la mia mano riprende il suo sesso, carezze e baci continuano. Eravamo una persona sola. Lui prende, il mio sesso e lo accarezza con una dolcezza che è solo di chi ama. Facciamo l’amore, quando sento le sue mani sui miei fianchi, mi sento in paradiso. Quando lo sento dentro di m,e è un calore piacevole, sto bene. Quando entro in lui sento che non siamo mai stati lontani. Contiuniamo baciarci per un tempo indefinito, poi ci addormentiamo. Il mattino dopo non sentiamo la stanchezza, anche se abbiamo dormito poco.
Quando torniamo dalla gita, p mi toglie il saluto con un pretesto e stiamo un mese senza, io ho pianto, dice c. Dopo un mese lo vedo fuori dalla scuola, per caso, prima mi racconta delle sue avventure con una ragazza di un’ altra scuola. Mi invita a casa sua, è solo. Mi offre una coca, mi guarda, esattamente come quella volta, e mi bacia. Mi dice che aveva paura che io rivelassi ad altri quello che era successo, che non era sicuro di quel che provava, perché era la prima volta che si innamorava di un ragazzo. Ora stiamo assieme da diversi mesi. Lei è il primo a saperlo.
Io, Michele, sono tutto rosso, abbasso la testa per l’emozione, la rialzo e lo abbraccio. Sono orgoglioso di te, gli dico. Hai avuto il coraggio di amare. Ci salutammo e, quel pomeriggio non pensai ad altro che al privilegio che avevo avuto nel sentire questa storia e non mi chiesi nemmeno il perché questo privilegio fosse stato riservato a me.