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Fiori e dolori

INCERTO LOTTATORE CONTRO L’INSICUREZZA

4 anni fa ero stato nella stessa scuola. Era stato un anno bello, di gioie a scuola e qualche sofferenza di salute. All’inizio dell’anno mi viene proposto un corso collettivo di russo, al pomeriggio. Era necessario un numero minimo di 15 persone, quando lo seppi persi ogni speranza, ma ero già contento della proposta del preside. Fu così che si iscrissero più di 20 persone, di cui molti erano già miei alunni della mattina. Molti mi avevano detto che si sarebbero iscritti solo per la mia presenza. Che grande orgoglio, che grande responsabilità per me. Mi sento come una fogliolina al vento, mi sento piccolo come un granello di sabbia. C’è qualcuno che mi vede come un esempio, qualcuno che mi vede addirittura come un mito, come quella ragazza bella con i capelli ricci, la cui madre mi ringraziò per quello che facevo per i ragazzi. Il preside mi ferma per i corridoi. Vuole farmi i complimenti per i risultati del corso di russo. Mi dice: “Si comunica quello che si è”.

Sono insicuro, la mia insicurezza supera, a volte, il livello di guardia, come quando non riuscivo a saltare 45 centimetri a piedi uniti, quella volta con la personal trainer. Era solo una questione mentale, solo un fantasma che mi portavo dentro. E poi ho scacciato quei fantasmi, anche grazie alla mia meravigliosa pt, che mi ha permesso di riacquistare una forma più che decente, dopo che mi stavo ovalizzando, oltre che stima nelle mie capacità.

Ogni tanto mi fa quasi paura godere di questa stima, godere di questo affetto, essere visto come un modello. Non so se ho le spalle così robuste, ma mi fa tanto tanto piacere.

Tra due giorni avrò la prova scritta del concorso per la scuola. Non ho studiato nulla, non penso che supererò l’esame. Stavo quasi pensando di non presentarmi nemmeno. Poi ho pensato che devo andare. Lo devo ai ragazzi, lo devo ai genitori che ho incontrato nel corso degli anni. Lo devo alle persone che hanno avuto e hanno fiducia, stima e affetto per me, come mia nonna, che è e sarà sempre una delle mie più grandi tifose. Lo devo a me stesso, di ora e di ieri, che poi sono la stessa persona. E poi vada come vada, anche se non mi piace l’idea di sostenere prove scritte e magari prove orali. Avrei voluto andarci preparato, ma non ho avuto né il tempo, né la voglia di farlo. Ho altri interessi, tanto altro da fare. Una volta studiavo sempre, prima dei compiti in classe e delle interrogazioni. Vada come vada.

Buona vita.

M.