Dove mi hanno portato i miei passi oggi. Tra poesia e zanzare, colori sfavillanti dell’estate in trionfo, puzza di pesce morto del fiune e del mare vicini, voglia e bisogno di perdersi, taccuini o blog da riempire di parole e sensazioni, un cellulare Samsung S7bcon una macchina fotografica che adoro, che utilizzo con entusiasmo, inesperienza e incoscienza fanciullesca.
cellulare
Yashica
Avevo 12 anni e mio padre mi regalo’ una macchina fotografica di marca Yashica. Era un giorno di giugno e andammo insieme a prenderla. Ero stato promosso e quello era il regalo pet la promozione. Mio padre aveva una macchina fotografica professionale Mamiya. Aveva la camera oscura in casa. Fotografava bene, la natura e le persone, con la pignoleria dell’ingegnere che era. Mio padre non sprecava i complimenti, diceva che io ero bravo. Fotografai le lagune, durante una gita scolastica. Ma la foto piu’ bella l’ho scattata davanti a casa di mia nonna: c’era un salice piangente maestoso e io lo feci sembrare ancora.piu’ bello. Mio padre mi fece i complimenti. Credo che mia madre abbia quella foto ora. La foto ancora piu’ bella e’ quella dei miei adorati nonni a tavola in cucina, belli e sorridenti. Mi mancano tanto, anche se cerco di portare con me i loro insegnamenti.
A febbraio di quest’anno sono capitato in un centro commerciale e ho deciso di regalarmi un cellulare nuovo, un samsung s7, perche’ il mio vecchio cellulare, samsung s4, funzionava meno bene. Scopro che ha una macchina fotografica quasi professionale o almeno cosi’ a me sembra. Per questo motivo vi inondo di fotografie.
Queste foto sono state scattate stamattina. Sembra di essere in un film di Antonioni.
vi prometto che vado a letto
I limiti
Non so se sia giusto sequestrare il cellulare ad un alunno, ma bisogna che a scuola ci siano dei limiti. Per me la scuola è ancora un luogo sacro, lo è sempre stato. Voi cosa avreste fatto? La domanda è rivolta agli insegnanti e ai non insegnanti.
sempre straniero, sempre a casa
Sono una persona che ha viaggiato abbastanza, sono legatissimo alle mie radici. Parlo il dialetto della mia città, parlo 4 lingue e ne capisco molte altre. Conosco a memoria le strade della mia città, ne adoro le tradizioni. Adoro le tradizioni dei luoghi che conosco. Adoro viaggiare, per i monumenti, i locali notturni, per i negozi, la storia, per ascoltare i dialoghi in metropolitana o nei negozi e osservare compiaciuto e/o inorridito le scritte sui muri. Adoro sbirciare i messaggini sul cellulare mentre sono in metro. Quest’anno non potrò capire tutto, ho prenotato un viaggio in Giappone. Per la prima volta attraverserò quasi tutto il mondo. Mi sentirò un po’ come il protagonista di Lost in translation. Qualcuno dovrà tradurre per me, sembra incredibile. Però conoscerò a memoria le strade, e i locali, e i monumenti. Sempre straniero, sempre a casa.
P.S. Mi sento sempre straniero, sempre a casa. Anche a scuola.
tempo
mi sono fatto un regalo per ferragosto, tenere spento il cellulare fino a domenica. mi sono regalato del tempo. come molti sapranno, io faccio anche il libero professionista e il cellulare mi suona un sacco di volte al giorno. oggi l’ho guardato mentre stava spento sul tavolo e mi sono sentito libero, padrone di me stesso e quasi onnipotente. il tempo è la vera ricchezza, essere padroni del proprio tempo vuol dire essere liberi.