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10 anni e un giorno

Sono passati 10 anni e 1 giorno dall’inizio di questo blog. Ieri non ce l’ho fatta a scrivere, perché piangevo a dirotto. Mia madre sta male, l’ho vista, ho trattenuto le lacrime e sono uscito. Ho pianto cascate di lacrime.

Ho sentito la mia persona del cuore. Voglio vedere la mia persona del cuore e fare l’amore con quella persona, sperando di farcela fisicamente.

Vabbè, che schifo di post.

Mia madre ha, con ogni probabilità, delle metastasi al fegato. Faremo altri esami.

Vabbé. Passo e chiudo. Se fosse qui con me, quella persona, faremmo l’amore, l’amore come droga, come necessità fisica, morale, come farmaco.

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10 anni e 4 giorni (da quella telefonata)

Quest’anno sono tornato, quasi per caso, nella scuola in cui ero all’inizio della scrittura di questo blog. Sono passati 10 anni, 10 anni in cui ho imparato qualcosa, in cui sono diventato un po’ meno fesso, ma solo un po’, in cui mi è rimasto l’entusiasmo, la stessa percentuale di ingenuità, che, come diceva V.R., “rinfresca i sensi”. Avevo rimosso dalla mia mente il grande parcheggio, dove lasciavo sempre la mai auto. Forse perché ora ci sono i moduli prefabbricati, a causa della pandemia. Ora il grande parcheggio è il luogo dove attendo e porto due dei miei tre alunni al pullmino, che li riporta a casa. Rimango accanto allo stesso albero, quasi sempre, tranne quando piove, anche quando fa freddo. Aspetto e rifletto. A volte aspetto per un po’ di tempo, anche un quarto d’ora. A volte arriva il pullman vuoto, a volte arriva S. S. non vede, scende dal pullman aiutata da una delle due ragazze a bordo. Chiede il bastone, che io le preparo. Iniziamo a camminare, ci sono due dislivelli nel terreno, c’è un gradino, prima di entrare nella scuola. Lei cerca e trova la maniglia della porta.

Da un po’ di tempo cammina da sola, con il solo aiuto del bastone, quando è all’interno della scuola. Mi sembra che cammini meglio di quando la tenevo io, forse le trasmettevo ansia. Cammina piano, ma la sicurezza le aumenta progressivamente. è una mia vittoria, ma, prima di tutto, è una sua vittoria. Sono felice.

M.

Mi sento un po’ solo e vi do la buona notte.

Buona sera a todos. Visto che mi sento un po’ solo, pubblico questo post un po’ patetico e sciocchino, ma anche inutile, che non da granché e che ha poco senso. Ma fa lo stesso. Stasera va così.

Buona notte e dolci sogni a voi e alle persone a cui tenete. Se avete dei bambini, fate loro una carezza e dite che questa è la carezza di Michele, un blogger che scrive solo cose fondamentali, meravigliose e che vi cambiano la vita. Ih! Ih! Ih!

W l’amore! W la bellezza! W la Vita!

Oggi non ho nulla da scrivere

Oggi non ho nulla da scrivere e lo scriverò con un post di 16/17 cartelle, con una coerenza degna di Matteo Renzi (o Salvini). Oggi non mi viene nulla di interessante da raccontare, come se, di solito, io raccontassi faccende importantissime e imperdibili. Oggi non vi tedio e tra un’ora, forse, scriverò un post su qualche altra cosa che mi interessa, ma che non so se interessa voi. Oggi non mi viene in mente niente, ma è troppo bello condividere il fatto che non mi venga in mente in niente con voi, anche se non so nemmeno se mi leggerete o preferirete qualche altro post. Boh.

A presto.

M.

La necessità

Quest’anno è volato via, a scuola, con leggerezza e velocità. Questo blog rappresenta la necessità di trovare parole che esprimano sensazioni, che diano continuità e solidità a questi mesi. Devo fermare in queste righe quei sorrisi, quei giorni e quelle settimane iniziate e finite, leste come il vento. Li devo fermare, prima che l’oblio annebbi la bellezza che mi si è depositata dentro. Qualche volta piacciono anche ad altri e questo è bene.

Pochi giorni fa ho dato una dimostrazione di zumba a dei miei alunni. Hanno 15/16 anni. Sono simpatici, quasi tutte femmine, tranne un ragazzo alto e magro. Hanno una conoscenza abbastanza labile del tedesco, ma sono migliorati. All’inizio dell’anno erano molto peggio. Era un caldo boia in giardino, io ero in pantaloni e camicia, non proprio la tenuta ideale per ballare zumba. Loro erano felicissimi ed elettrizzati. Io pure, madido di sudore.

è anche giusto che sia finita, ero un bel po’ stanco.

P,S, Oggi non sono riuscito ad andare in palestra, causa rallentamenti negli scrutini. Ho fatto attività fisica a tutto andare nel weekend, ma ci sono rimasto male lo stesso. Sono incontentabile!

Con il Dottor Gratteri

Questo è un piccolissimo blog. Io non sono nessuno. Parlo di temi seri, con grande timore reverenziale, rispetto e titubanza, perché mi sento troppo spesso inadeguato.

Mi ricordo troppo bene del senso di impotenza e di offesa personale, che ho sentito quando hanno ammazzato Falcone e Borsellino, ma anche altre vittime. Mi ricordo troppo bene dello sconvolgimento, rispetto a tanto orrore.

Per questo, ma anche per tanti altri motivi, mando un abbraccio e un sostegno calorosissimo, al Dottor Gratteri, che porta e cerca giustizia.

Con lei, dottore.

M.

La cassaforte dell’anima

I colloqui con i genitori possono essere interessanti, non sempre. Possono portare in superficie qualcosa di un po’ nascosto. Nella scuola di quel paese in campagna, mi hanno dato 3 classi del liceo e 1 classe di ragioneria. Un pregiudizio vuole ragioneria peggiore del liceo. Ho una terza ragioneria, indirizzo RIM, relazioni internazionali marketing. C’è un ragazzo, un bravo ragazzo timido, che fa parte di questa bella classe. Avevo già parlato con la madre, la quale mi aveva parlato dell’entusiasmo del ragazzo per il tedesco.

Pochi giorni fa mi ha aggiunto: “Per mio figlio il tedesco è semplice, grazie a lei. Io conosco il tedesco e vedo che fate molte cose. I ragazzi sanno tanto, per essere al primo anno dello studio del tedesco. S. è felicissimo”.

Ho bisogno di questo blog, ho bisogno di mettere in ordine sensazioni, di depositare beni preziosi, nella cassaforte dell’anima. Ho bisogno, mi serve per far rimarginare le ferite, per proteggermi da altre possibili ferite. Ogni volta mi stupisco di questi elogi. Sono insicuro, ho i piedi per terra. Meno male. Me lo ha insegnato mia nonna.

Sorprese varie

Questo blog è fonte di varie sorprese. L’avevo già scritto. Guardo le statistiche e mi accorgo che post, che io avevo reputato insignificanti, vengono letti e considerati, mentre altri, che per me avevano molto più senso, non hanno successo.

Di alcuni post, che mi sono piaciuti meno, non mi ricordo nemmeno bene il contenuto, li vado a rileggere e mi sorprendo una volta ancora del loro successo, perché, per me sono un po’ insipidi. Vabbé.

Buona notte, buon giorno, a presto.

M.

7 anni

7 anni, il 28 febbraio ho festeggiato 7 anni di questo blog, nato per raccontare le storie della scuola, della mia scuola, che è un po’ la scuola di tanti. Lo sto festeggiando a scuola chiusa, per via del corona virus. Mi sto un po’ rilassando, sono pigro ed indolente, molto spesso, ma questo blog continua a piacermi, anche se sembrano un po’ lontani i tempi in cui scrivevo quintali di post. Adesso scrivo più di rado, ma potrebbe di nuovo cambiare, chissà.

Auguri a me!