ST è una ragazzina piccola, carina e vivace. Le piacciono i One Direction, si veste alla moda e ogni tanto disturba in classe. Non è la classica ragazzina perfetta e inappuntabile, che pure mi piace tanto tanto tanto. L’ho conosciuta l’anno scorso, nell’unica scuola pubblica in cui ho lavorato fino ad ora. Nella mia materia si impegna abbastanza, anzi, anche molto. Sono mediamente soddisfatto di lei, anche se, a volte, le torcerei il collo, visto che si comporta non sempre bene, Un giorno consegno un compito in classe, svolto a seguito di un lungo ripasso in classe, in cui lei ha preso 8. è stata brava. se lo è meritato. Alla fine della lezione mi viene a dire, alla cattedra, sono contenta di avere capito le regole che lei ha spiegato, è una soddisfazione. Io le rispondo, e poi hai avuto anche un bel voto. E lei seria, ma a me interessa capire le cose, per me il voto è secondario. L’avrei baciata sulla fronte.
Pochi giorni fa, nella scuola delle suore, in terza media, interrogo 4 persone. Una ragazzina, che ha gli occhi azzurri e pattina, si offre, vuole essere interrogata. Il tempo non è tanto, perché ho solo un’ora: la chiamo per 10 minuti circa, tanto, penso, ha già 3 voti all’orale ad ottobre. Le faccio due domandine, lei risponde bene. Torna al posto, mi chiede, che voto ha dato, 9, perché ti ho fatto solo due domande, però, stai tranquilla, non faccio la media matematica, se in interrogazioni più lunghe prenderai dei 10, sappi che ti darò dei 10. Lei è rimasta dispiaciuta, può non mettermi il voto. Io le rispondo di no, lei va a casa scocciata per avere preso un 9 in tedesco. Ma è possibile una cosa del genere? Quali sono stati gli insegnamenti dei genitori? Scusate le banalità.