Siamo a casa da settimane. Il confinamento si è allentato, io non ho più voglia di fare niente. Non ho più nemmeno voglia di uscire, anche se il tempo è bello. Santa pace! Che inerzia…
a presto.
M.
Siamo a casa da settimane. Il confinamento si è allentato, io non ho più voglia di fare niente. Non ho più nemmeno voglia di uscire, anche se il tempo è bello. Santa pace! Che inerzia…
a presto.
M.
Forse sarà la prefazione di un romanzo, di certo è un post.
Sono passati quattro anni abbondanti.
Il primo obiettivo era ed è riunire i pezzi, riunire i frammenti di un’identità. Si tratta dell’identità di Michele. Michelechefailprof ha avuto ed ha bisogno di fare il punto su se stesso. Ha bisogno di raccogliere i propri pezzi, partendo da una delle sue passioni, la scuola. Uno dei suoi scopi nella vita era quello di fare l’insegnante e ci è riuscito, ma non era l’unico. Se leggete il blog, se leggo il blog, mi rendo conto che la scuola è solo un pretesto. Scuola finita vuol dire anche che quando è finita la scuola ricomincia il resto. Di che cosa di tratta? Sport, fotografia, cibo, arte, viaggi, politica, ecc. Michele li ha ritrovati e li ritrova nel corso di questa ricerca che è una ricerca su se stesso, ma è anche una ricerca sul mondo, su un pezzo di mondo. Era ed è necessaria la forma diaristica, la forma di un diario anarchico, da aggiornare a sua totale discrezione e con gli argomenti che lo interessavano e lo interessano. Ci sono momenti di silenzio e momenti di grafomania, ci sono momenti di pesantezza un po’ opprimente, quando racconta della suora inquietante. Parla del ballo, la sua grande passione, parla di palestra, parla di zumba, che è diventata la sua passione. Pubblica le foto di viaggi, ritrovando una passione di quando era adolescente. Pubblica le foto di gite, foto nella natura, foto di ponti, di alberi e acque. Tratta anche un po’ di mafia, manifestando il proprio sostegno al coraggioso sostituto procuratore Di Matteo. Sta in silenzio per un po’, quando la vita lo travolge e riannoda i fili raccontando anche qualcosa di triste, a volte. Va in cerca dei propri pezzi, e li ritrova uno ad uno, il mosaico si rompe e lui ritorna in cerca. Michele si compone di tante parti: l’arte, la cultura, lo sport, la politica, i viaggi, la fotografia, ma, prima di tutto, un animo gentile e un po’ timido, a volte un po’ ingenuo, che è la sua essenza, che lo fa apprezzare dalle persone. Gli alunni lo amano, perché lui è particolare, non è come gli altri. Glielo ha detto una ragazza qualche anno fa. E poi lo ha abbracciato. Era una sua alunna.
Trova i propri pezzi e decide di mischiare le carte, scrivendo un romanzo. È un romanzo che mescola fatti veri a fatti inventati. È un romanzo scritto con l’intento di guardarsi dall’esterno. È un romanzo scritto con l’intento di spiazzare chi legge, spingendolo a trovare dei pezzi di Michele e dei pezzi di sé stessi. Perché Michele è uno, ma anche tanti. Perché anche i fatti che sono parto della fantasia del narratore raccontano le sue passioni, raccontano i suoi sentimenti, ma raccontano anche qualcosa di chi ragiona con la propria testa. Ci sono momenti di disorientamento, quando non riesce a capire se la scuola ha ancora importanza per qualcuno, ci sono momenti in cui non capisce gli altri insegnanti, perché hanno smarrito il senso di cosa vuol dire educare. Ci sono momenti di gioia, momenti in cui ritrova pezzi di se stesso. Ci sono momenti in cui riperde i pezzi ed è disorientato, di nuovo smarrito. Il viaggio è interessante. Buona lettura.
c’è adrenalina nell’aria, i volti diventano sempre più partecipi. gli sguardi sono diventati vivi, parte una musica allegra. sembra solo sport, ma è vita pura. sale sul palco una ragazza con i capelli ricci e i tratti meridionali. inizia zumba. da dicembre 2014 è la mia nuova passione, la passione di un ragazzo che amava e ama il ballo. inizia una masterclass, termine pomposo che indica la presenza di uno ZES, leggasi autorità assoluta nel campo della zumba. è un bel ragazzo che viene dal Sud Africa. L’energia aumenta. Io ho un paio di pantaloncini mimetici e una maglietta con scritto sopra Zumba. Ho tanto entusiasmo, anche se i miei movimenti sono un po’ scomposti. Siamo nella palestra di un famoso liceo, nel quale ho tenuto, la scorsa estate, un seriosissimo corso. Ero vestito con giacca e cravatta, anche se faceva un caldo boia. Non voglio essere vestito come gli alunni.
Ad un certo punto lo ZES scende dal palco, si avvicina a me e mi chiede di salire sul palco con lui. è tutto vero e non è la prima volta che salgo sul palco, anche se non sono un istruttore, che nella zumba si chiamano ZIN. Faccio una corsa e vado sul palco. Ci sono 200 persone, sono carico a mille.
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Dott.Massimo Romano
Sognatore di mestiere. Credo ancora nella fiaba del principe azzurro.
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