Ascoltare

Scoperte al dottorato

I giorni passavano, il dottorato si stava rivelando frustrante e abbastanza inutile, tranne che per un fatto, tranne che per un particolare. Avevo conosciuto lui. Ci vedevamo a bere in un baretto di periferia, una mezza schifezza con la pizza bruciacchiata e un prosecco mediocre. Il bar c’è ancora, vicino a casa mia. Parlavamo a lungo, mi parlava di semiotica, letteratura e cinema, gli parlavo di letteratura, cinema e politica. Offriva spesso lui da bere, anche se, qualche volta, cercavo di impedirglielo. Mi interessava parlare con lui, ma, prima di tutto, mi interessava la sua gentilezza, espressa da quegli occhi grandi e neri, dai gesti e dal tono della voce, mi interessava il suo garbo nei modi. Mi colpiva la sua voglia di comunicare, la sua voglia di ascoltare. Erano belli quegli incontri, semplicemente belli quegli incontri, belli perché semplici e semplici perché belli.

Bellezza pura.

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Si è fatta sentire

Ieri sera mi ha mandato un messaggio. So che sarà impossibile un amore tra noi, ma il suo messaggio mi ha fatto bene. Da ieri si ricomincia, con meno ansia e un po’ più di accortezza. Ora conosco il ritmo, ora so ballare meglio e non sarò fuori tempo. So ascoltare meglio la musica. Il secondo tempo è iniziato: l’avversario è troppo forte, probabilmente, ma non devo avere paura. Guarda avanti.