acidità

Acidità: piccola ed insignificante storia

Mi posso vantare di essere civile sul web. è vero che è un dovere essere civili, lo so. In questi tempi non è più così scontato. Credo di essere civile in questo blog. Cerco di intervenire su argomenti che conosco. Non scrivo tanto di politica in senso stretto, anche se la seguo, leggo due quotidiani al giorno, di diverso orientamento, Fatto e Repubblica. Non commento tanto la politica su facebook, o perché non ne so abbastanza, o perché qualcuno ha già espresso il mio pensiero, oppure, perché penso che, troppo spesso, il web sia diventato un verminaio, un calderone putrido e maleodorante e che, dunque, non merita i miei pensieri garbati, in mezzo ad un mare di cattiveria, pressapochismo e livore. Ho provato a scrivere il mio parere su un ristorante, parere peraltro benevolo, scritto senza darmi arie da intenditore, perché non lo sono. Sono solo uno che mangia e che ha la passione per il cibo, gourmet e non. Un amico della persona che ha postato contenuti culinari mi ha attaccato con toni livorosi, accusandomi di non essere mai stato nel ristorante in cui parlavo, dapprima confondendolo con un altro ristorante ben lontano da quello e poi schernendomi per la mia preferenza. Ho bannato entrambi, sia la persona che ha postato di cucina, sia l’amico. Questi toni mi mettono a disagio, le polemiche sciocche e stupide mi mettono a disagio. Io mi sono difeso, utilizzando il low profile, mettendo subito le mani avanti. Io non sono un esperto culinario e non lo sarò mai, faccio il prof e il traduttore, non pretendevo di esserlo, ma non mi vanno quei toni. Per fortuna c’è questo blog, un’isola felice dove si scrive innanzitutto di sentimenti e di squarci di blu nel cielo grigio, dove si scrive di arcobaleni dopo le grandi tempeste.

A presto.

Un abbraccio,

M.