Uncategorized

1 settimana

è trascorsa una settimana faticosa, da quando il corpo e la mente si sono scollegati e le ossa si sono rotte. Ho nostalgia della fatica in palestra, ora cammino molto. questa mattina mi sono iscritto ad una corsa di 5 km, che si terrà il 9 giugno all’alba. è passata la mezzanotte, ora siamo già a 8 giorni.

Cammino nella bellezza, la bellezza ci salverà, dicevano

Pubblicità

Ancora

ci sono, sono qua. Non so quanto conta, ma sono vivo, dentro e fuori. Buon Natale o buona vita, sicuramente l’ho già scritto. Ho sentito la persona con cui ho una relazione, è fuori città con la madre, forse usciremo tra qualche giorno insieme. E forse faremo l’amore. Chissà. Mi manca. Ma mi importa innanzitutto che stia bene. A presto. Baci

Passione e competenza

Dopo molti anni ho riiniziato a fare l’insegnante di sostegno. Seguo tre ragazzi, due dei quali particolarmente in difficoltà. S. è una ragazza che viene dall’Egitto. Non parla bene l’italiano, si esprime con poche parole, non vede. Ha problemi di equilibrio, seri problemi. Pochi giorni fa la aiutavo a camminare per i corridoi della scuola. Oggi piccolo passo è un’avventura, ogni gradino è uno scoglio per lei, anzi per noi. Glielo dico spesso che noi siamo una squadra, ma che non abbiamo paura di niente assieme, che riusciamo a fare tutto quello che ci proponiamo di fare insieme. A volte ho qualche dubbio, perché è veramente dura, ma io non demordo, ho la testa dura. Il mio premio è il suo sorriso, quando la vedo serena, quando la vedo felice, mentre studiamo inglese e ascoltiamo musica, per studiare nuove parole.

Ci vede una bidella. Dico sempre ad S. che noi siamo una “premiata ditta”, un “duo invincibile”. La bidella ci vede e mi dice: “Si vede che lei fa il suo lavoro con grande passione e competenza”. La ringrazio. Rifletto.

Non voglio lodarmi, non sta bene, non è elegante. Di sicuro ce la metto tutta, ma proprio tutta, le tento tutte. Come andrà?

a presto

M.

Uno di noi, uno di loro

Fa bene scappare, almeno per un po’. Giova andarsene, quando vieni colpito, dalla vita e da certe persone. Giova, anche se solo per un po’. avevo accettato di accompagnare in gita quella classe, quella terza ragioneria, dopo che il mio collega me lo aveva preannunciato, prima che entrassero i rappresentanti degli alunni, con “vedrai che ti chiederanno di andare in gita, li hai conquistati” e la ragazzina carina, con i capelli rossicci e la frangetta me lo aveva chiesto: “ci accompagna lei in gita, vero?”. Avevo accettato ed era ottobre, avevo accettato e non avrei mai potuto prevedere i problemi di salute che avrei avuto, gli svenimenti, le costole rotte, il dolore fisico e psicologico, troppo grande per una persona fragile come me.

Quando chiesi alla dottoressa se fosse giusto accompagnare gli alunni, con i problemi, non gravissimi, che avevo avuto, lei mi rispose convintamente di sì. Aveva fatto bene. Sono partito in una mattinata di marzo gelida e coperta di neve, anche se era quasi primavera. Siamo partiti in un alba incerta e siamo arrivati a Monaco di Baviera, la prima tappa del nostro viaggio. Cadevano fazzoletti di neve sulla Marienplatz, mentre io cercavo di spiegare, nel minor tempo possibile, la bellezza di Monaco. Lasciamo liberi i ragazzi di andare a fare due passi per Monaco. Io e i miei colleghi andiamo a fare shopping, acquistiamo maglietta e pantaloncini del Bayern Monaco e a berci una cioccolata calda. Fa freddo, ma chi se ne frega? Le chiacchiere amene in quel caffè riscaldavano il cuore.

Da un po’ di tempo meditavo di scrivere questo post. Ora è giunto il momento, in questa fine febbraio., Non so perchè.

Saluti.

Baci.

Le sere

Per iniziare a scrivere questa storia ho aspettato qualche giorno. è una storia vera, dove non c’è una sola briciola di invenzione.

Tutto è incominciato da una telefonata, anzi da una sera di giugno. Ci sono degli alunni di quinta superiore e dei prof in una pizzeria. C’è un prof alto che si siede davanti ad una ragazza con il tubino nero. Non si conoscono. Lei studia spagnolo e lui è un insegnante di tedesco, fiero ed entusiasta del proprio lavoro. c’è una cena di classe, che è un grande momento di scambio di emozioni. Quell’insegnante di tedesco si emoziona molto, rimane anche colpito da quella ragazza sensibile e delicata. Lui va a letto inebriato dalle emozioni e pensa anche a quella ragazza.

Pochi giorni dopo si incontrano nella hall di un albergo. è un bell’incontro. Poi arriviamo alla telefonata. Lei lavora al mare, gli propone di andarla a trovare. E lui accetta, proponendole quella sera. Va in palestra, si prepara ed esce.

è il momento dell’autostrada, delle idee che si affollano anarchiche, dell’incredulità che affolla, che occupa militarmente la mente e il cuore di quel prof. è sempre stato un po’ timido e gli riesce a volte difficile capire che una ragazza bella, delicata, dolce e sensibile possa avere interesse ad incontrarlo. è strano, perché lui non è certo brutto ed ha qualcosa da dire, ma è fatto così. La giornata declina dolcemente, accompagnata dalla musica dello stereo e dal navigatore, che lo porta fino a lei.

Lui le scrive, lei esce di casa ed è meraviglia. Prenota in un bel ristorante, le dedica una canzone, anzi qui bisogna cambiare il pronome personale, qui bisogna usare quel pronome immensamente politico che è noi, in questo caso loro. Loro camminano nella freschezza della sera, loro sorridono, scherzano e ragionano profondamente. Posso dirlo? Sono proprio belli e pieni zeppi di dignità morale, tra un brindisi, una risata e un pensiero, un sorriso e uno sguardo, la sera va verso la fine, ma forse quelle serate non finiscono mai del tutto. Lui la riaccompagna a casa, con il cuore e l’anima in una dimensione onirica. Riprende l’autostrada, rivede la città, pensa e si lascia andare alla bellezza, lascia andare il cuore. Sdraiato sul letto, guarda il soffitto con aria contenta, quasi troppo. Non è mai troppo. Il suo sguardo delicatamente malinconico, il suo sorriso, la sua risata, le sue parole oneste, profonde e sincere, quelle sue mani, con le dita lunghe e magre, che sembra cerchino altre mani o un abbraccio, la sua andatura elegante e sobria come lei, i suoi occhi profondi e quasi infiniti sono un balsamo per l’anima. Sono calore per l’inverno del cuore.

Domani c’è un altro giorno: andrà meglio, grazie a lei, anzi a loro.

P.s. ora è il 31 agosto, ed è tutto miseramente finito con quellla ragazza. Mah

Il fascismo nella Venezia Giulia e la persecuzione antislava

Non ho niente altro da aggiungere rispetto a quanto c’è scritto in questo bellissimo e fondamentale articolo. Ci vuole rispetto per i morti, ma bisogna conoscere bene la storia. Onore a questo blog!

STORIE DIMENTICATE

Tra qualche giorno si celebrerà “La Giornata del Ricordo” giornata indetta nel 2004 in ricordo delle foibe e dell’esodo degli italiani dai territori istriani, fiumani e dalmati. Giornata creata dall’allora governo Berlusconi. Non voglio sminuire la tragedia di quei giorni, ma la storia di quei territori non può essere letta solo nell’ultimo periodo di dominazione italiana.

View original post 7.245 altre parole