Buon Primo Maggio!

Nel giorno della festa del Lavoro, come è giusto che sia, mi fermo. Vado a visitare un luogo, dove, durante l’ultima guerra, nazisti e fascisti hanno massacrato persone innocenti, distruggendo un intero paese. Andrò sulle colline. Starò in silenzio, in un opprimente silenzio, che non smette mai di opprimere, di rimanere un enorme peso dentro, che ci interroga su questo abisso e che mi spinge a ritornare, ad intervalli abbastanza regolari, in questo posto.

Mi ricordo di quando lessi “Marzabotto parla” di Renato Giorgi. Ero alle superiori, durante il viaggio per andare e tornare a scuola. Mi sembrava di prendere dei pugni nello stomaco, ad ogni parola, ad ogni pagina. Me lo avevano donato all’ANPI, insieme a molti altri libri, che raccontavano di stragi naziste e di orrori nei campi di concentramento, ma non solo. Non ho mai più trovato quel libro. La memoria va a quella annotazione scritta a computer, probabilmente da mio padre, fascista: “buttati 5 libri sulla R.” Forse pensava che mi avrebbe fatto cambiare idea, che mi avrebbe almeno punito per le mie idee. Mah. Mia madre si è sempre proclamata di sinistra, ma non solo non si è opposta a questo scempio, l’ha addirittura appoggiato. D’altra parte, avrei dovuto essere grato a mio padre, secondo lei, perché mi aveva permesso di avere le mie idee.

Buon Primo Maggio!

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