Anzi no, non è vero. Volevo scrivere qualcosa di consueto e normale, forse un po’ banale. Volevo scrivere di gite e viaggi, della soddisfazione che ho provato a ritrovare la strada dove alloggiavo, senza il navigatore, all’interno di una grande città, non la mia. Volevo scrivere della bellezza di andare a zonzo a caso e poi di entrare in un museo, che anche tuo padre ha contribuito a fondare. E tu non lo sapevi, o avevi scordato. Volevo scrivere della sensazione che si prova viaggiando, quella di essere spiazzati, piacevolmente disorientati, trasportati in un mondo “altro”, dove tu ricerchi, tra gli altri luoghi, sempre la stessa piazza, una delle più belle del mondo. Volevo scriverlo e forse l’ho fatto, con parola impacciata, stanca, incerta e forse inadeguata.
Buona vita, a presto.
M.