3 comments

  1. C’è chi, come Tommaso Cerno, sostiene che il fascismo in Italia non se ne sia mai andato, ma sopravviva nemmeno tanto nascosto nelle pieghe sia della vita civile che delle istituzioni. Di teste di fascio del tipo che si incontrano al bar ne conosco più d’una, fanno paura in primo luogo perché sono dei totali imbecilli incattiviti col mondo intero, convinti di essere stati defraudati da chissà chi quando in realtà sono dei perfetti buoni a nulla che aspirano a sentirsi qualcuno, tutti pronti a seguire il pifferaio di turno che saprà suonar loro la giusta marcetta, che sia un capo ultrà di una curva da stadio o un sedicente leader politico per loro non farà alcuna differenza.

    1. il fascismo non è mai morto, purtroppo. Il fascismo è diventato, per molti, senso comune nemmeno tanto celato. Basti pensare a certi discorsi che si sentono sempre di più nei bar, nelle palestre o su web, discorsi incendiari, che preparano il terreno per personaggi lugubri e nefasti che stanno palesandosi in queste settimane. Il fascismo nasce dalla mancanza di regole, nasce dalla mancanza di legalità, che fa sentire fasce di popolazione, le meno forti culturalmente ed eticamente, legittimate a farsi giustizia da sé. Il fascismo nasce dalla resa della cultura, dell’istruzione, che viene impoverita, ma che rinuncia anche, molto spesso, al ruolo che le compete, cioè quello di fornire sapere, indispensabile contro il fascismo. Il fascismo nasce dal grande capitale, che ha bisogno di una protezione e, dunque, di un braccio armato.

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