Month: agosto 2017

Il viaggio

Quando vedi che i sandali si consumano e hai piedi sporchi di fango, vuol dire che il viaggio e’ cominciato. Quando guardo il fango sui miei piedi e sulle mie caviglie e sorrido, vuol dire che il viaggio e’ entrato in me. Il mondo e’ la mia casa, casa mia e’ ovunque o quasi. Vorrei viaggiare sempre per riempirmi di sensazioni positive e bellezza.

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Oggi

Dove mi hanno portato i miei passi oggi. Tra poesia e zanzare, colori sfavillanti dell’estate in trionfo, puzza di pesce morto del fiune e del mare vicini, voglia e bisogno di perdersi, taccuini o blog da riempire di parole e sensazioni, un cellulare Samsung S7bcon una macchina fotografica che adoro, che utilizzo con entusiasmo, inesperienza e incoscienza fanciullesca. 20170823_140002.jpg

Yashica

Avevo 12 anni e mio padre mi regalo’ una macchina fotografica di marca Yashica. Era un giorno di giugno e andammo insieme a prenderla. Ero stato promosso e quello era il regalo pet la promozione. Mio padre aveva una macchina fotografica professionale Mamiya. Aveva la camera oscura in casa. Fotografava bene, la natura e le persone, con la pignoleria dell’ingegnere che era. Mio padre non sprecava i complimenti, diceva che io ero bravo. Fotografai le lagune, durante una gita scolastica. Ma la foto piu’ bella l’ho scattata davanti a casa di mia nonna: c’era un salice piangente maestoso e io lo feci sembrare ancora.piu’ bello. Mio padre mi fece i complimenti. Credo che mia madre abbia quella foto ora. La foto ancora piu’ bella e’ quella dei miei adorati nonni a tavola in cucina, belli e sorridenti. Mi mancano tanto, anche se cerco di portare con me i loro insegnamenti.

A febbraio di quest’anno sono capitato in un centro commerciale e ho deciso di regalarmi un cellulare nuovo, un samsung s7, perche’ il mio vecchio cellulare, samsung s4, funzionava meno bene. Scopro che ha una macchina fotografica quasi professionale o almeno cosi’ a me sembra. Per questo motivo vi inondo di fotografie.

Queste foto sono state scattate stamattina. Sembra di essere in un film di Antonioni.20170820_133924

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Un pezzo di paradiso

Forza, devo mettere da parte questa felicita’ per l’inverno dello spirito.

E’ notte, siamo in tanti, piu’ donne che uomini. Siamo in spiaggia, c’e’ un palco e c’e’ la musica giusta. Ci sono i ritmi giusti: latini, indiani, disco e afro. Ho i piedi nudi e sono senza maglietta. Sudo da matti, ma non sento la fatica. E’ il momento di zumba. Una bella ragazza, un’istruttrice mi viene incontro nel mezzo di un brano, mi prende per mano e mi porta sul palco. Ballo scatenato accanto al mio amico istruttore. Davanti a noi ci sono 40 persone. Vorrei che jl paradiso fosse cosi’, con l’aggiunta di libri, viaggi, cibo e vino.