Month: gennaio 2015

fragile e forte

scrivo queste note poco prima di andare nella scuola media, la scuola difficile, di cui ho già parlato in qualche post.

quando vado nella scuola superiore, mi sento forte, potente, sicuro di me. mi sento in sintonia con quei ragazzi, do loro quello che vogliono. Non ho paura delle difficoltà, non ho paura di nulla. quando vado nella scuola media riaffiorano delle insicurezze, dei dubbi, delle domande su come debbo fare per parlare le lingue di chi, molto spesso, non ha nulla. forse è uno scossone positivo, forse mi fa bene. Vedo che riesco a trasmettere qualche contenuto anche a qualcuno dei più difficili tra i ragazzi. Non solo qualche contenuto. C’è S.M., una bambina di 11 anni, piccola e magra magra, viene dal Kosovo. si presenta spavalda, sicura di sé, sembra prepotente, fin dal primo giorno. Io la sgrido, perché mi rende difficile la lezione. I mesi passano e un po’ la conosco: le piace disegnare, non le piace stare ferma e cerco di coinvolgerla. Le faccio disegnare gli oggetti della scuola, a condizione che ne impari il nome in tedesco. Le faccio disegnare la bandiera della Germania, purché impari come si scrive Deutschland. Lunedì scorso riesce a stare attenta per 40 minuti consecutivi, un record per lei, anche se chiacchiera un po’ con la compagna, prende appunti, si da da fare. Poi la sua attenzione salta, chiede di uscire. Io la lascio uscire, quando ritorna, dopo qualche minuto, mi guarda e mi dice “un abbraccio no?” e mi abbraccia per qualche secondo. Non era così spavalda, non era così sicura di sé. Poi, quando finisce l’ora, esige, assieme ad una sua compagna, di aiutarmi a portare le borse nell’altra classe, per essere servizievole e, naturalmente, per farsi un giretto. Mi dice “ti voglio bene, prof”, quando torna nella propria classe.

è solo fragile, siamo fragili.

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inquietante

c’è qualcosa di inquietante nel rapporto che abbiamo con noi stessi, con la nostra immagine. molto spesso l’immagine che abbiamo di noi non corrisponde a quella degli altri, a volte in meglio, a volte in peggio.

i miei occhi sono grandi e marroni, molto profondi. ho i capelli corti corti, un po’ radi, ma non troppo. porto baffi e pizzetto curati, con estrema attenzione. sono molto alto e ho un fisico atletico. anni fa mi piacevo di più, da qualche anno ho l’impressione di stare invecchiando, però ho qualche smentita, che mi fa riconsiderare molte cose.

perché penso che sia inquietante? penso che abbiamo diverse vite, la vita come sembra a noi, nelle nostre teste e nei nostri sentimenti e la vita che viviamo negli altri, acquistando un’altra dimensione.

viene a parlare da me una madre, alla mattina, la figlia si avvicina e la madre, una signora molto piacente, le dice, guarda che bel professore abbiamo. Potete immaginare la soddisfazione del sottoscritto. Io sono un intellettuale molto profondo , ma sono anche un uomo ed è giusto che gli uomini abbiano anche un po’ di vanità. a scuola, alle superiori, vado ben curato, in giacca e cravatta, da quest’anno.

e poi c’è A.T. A.T. è una mia alunna, ucraina di origine russa, una bionda molto appariscente  di 17 anni, con gli occhi di ghiaccio, una mia alunna. sembra una delle candidate a Miss Mondo. è intelligente ed evoluta, ama il tedesco. insegno le canzoni in tedesco, lei se le scarica sul cellulare. se le canta nell’intervallo, prende i voti più alti. pochi giorni fa mi dice, prof, ma come è bello con quel taglio di capelli. Io la ringrazio per il complimento. mi chiede l’amicizia su fb, mi scrive per chattare, per augurarmi la buona notte. mi confida i suoi problemi con il padre, mi scrive che le sono troppo simpatico. chattiamo in italiano e russo. che succede?

alla fine

I buoni propositi sono sempre stucchevoli e un po’ ipocriti. Diciamo che questo è un promemoria. Continuerò ad amare, del mio amore completo e folle. Continuerò a correre, con la passione che è mia, solo mia. Debbo ricordarmi che alla fine ci sono io, che alla fine c’è la mia forza, ma c’è anche il mio limite, debbo ricordarmi che sono un essere umano. Debbo ricordarmi che, se voglio amare, debbo sapermi fermare. La saggezza vera consiste nel saper togliere.

E non voglio più svenire per la stanchezza, caspiterina.