Le belle storie (Buon anno a tutti)

era da tempo che volevo raccontare questa storia, ma il lavoro, la stanchezza e i problemini di salute hanno avuto la meglio. il nostro (sigh) presidente del consiglio Renzi parla di gufi, per additare coloro i quali si permettono di esercitare il legittimo potere di critica. renzi è sempre ottimista, predica l’ottimismo: confesso che, qualche volta, inizio a provare una certa diffidenza verso questo modo di vedere la vita, per quanto renzi mi sembra così vacuo, così berlusconiano. Poi penso che quello di renzi non è ottimismo, renzi vuole prenderci per i fondelli raccontandoci balle, e ricomincio per la mia strada.

L’ottimismo si nutre di realtà, di esempi. La scuola racconta spesso delle storie ottimiste. a scuola da me si fa l’autogestione, che è una sorta di vacanza autunnale per molti, come si sa. Mi chiedono di fare una supplenza in una classe a me sconosciuta, io accetto. Entro e trovo solo due ragazzine, gli altri sono tutti ad autogestire. Sono timide, sedute di fianco, al centro, in prima fila. Si chiamano A. e I. Sono sorelle, arrivate in Italia da circa un anno e mezzo nel nostro paese. Parlano abbastanza bene l’italiano, molto meglio di molte persone che in Italia ci sono nate. Sono vestite alla maniera araba, una di azzurro e l’altra di bianco. Sono serie, educate ed austere.

Come tutti sappiamo, le ore buche sono spesso utilizzate dagli insegnanti per farsi i cavoli propri e dagli alunni per riposarsi oppure per studiare per le lezioni successive. Chiedo alle ragazze se hanno qualcosa da fare, mi dichiaro disponibile ad aiutarle nelle materie umanistiche e loro mi chiedono, potrebbe spiegarci italiano. Chiedo loro quale argomento e loro mi rispondono i tempi verbali. Passo un’ora a spiegare il modo indicativo, alcuni tempi in particolare. Loro prendono appunti e fanno domande, dimostrandomi interessatissime.

La lezione trascorre velocemente, quando esco penso al mio conoscente, che dice facci e stassi. Penso anche all’amor di patria, penso che forse l’abbiano dimostrato quelle due ragazzine, venute dal Marocco, che amano la “nostra”, di patria.

Buon anno!

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