Month: dicembre 2014

Le belle storie (Buon anno a tutti)

era da tempo che volevo raccontare questa storia, ma il lavoro, la stanchezza e i problemini di salute hanno avuto la meglio. il nostro (sigh) presidente del consiglio Renzi parla di gufi, per additare coloro i quali si permettono di esercitare il legittimo potere di critica. renzi è sempre ottimista, predica l’ottimismo: confesso che, qualche volta, inizio a provare una certa diffidenza verso questo modo di vedere la vita, per quanto renzi mi sembra così vacuo, così berlusconiano. Poi penso che quello di renzi non è ottimismo, renzi vuole prenderci per i fondelli raccontandoci balle, e ricomincio per la mia strada.

L’ottimismo si nutre di realtà, di esempi. La scuola racconta spesso delle storie ottimiste. a scuola da me si fa l’autogestione, che è una sorta di vacanza autunnale per molti, come si sa. Mi chiedono di fare una supplenza in una classe a me sconosciuta, io accetto. Entro e trovo solo due ragazzine, gli altri sono tutti ad autogestire. Sono timide, sedute di fianco, al centro, in prima fila. Si chiamano A. e I. Sono sorelle, arrivate in Italia da circa un anno e mezzo nel nostro paese. Parlano abbastanza bene l’italiano, molto meglio di molte persone che in Italia ci sono nate. Sono vestite alla maniera araba, una di azzurro e l’altra di bianco. Sono serie, educate ed austere.

Come tutti sappiamo, le ore buche sono spesso utilizzate dagli insegnanti per farsi i cavoli propri e dagli alunni per riposarsi oppure per studiare per le lezioni successive. Chiedo alle ragazze se hanno qualcosa da fare, mi dichiaro disponibile ad aiutarle nelle materie umanistiche e loro mi chiedono, potrebbe spiegarci italiano. Chiedo loro quale argomento e loro mi rispondono i tempi verbali. Passo un’ora a spiegare il modo indicativo, alcuni tempi in particolare. Loro prendono appunti e fanno domande, dimostrandomi interessatissime.

La lezione trascorre velocemente, quando esco penso al mio conoscente, che dice facci e stassi. Penso anche all’amor di patria, penso che forse l’abbiano dimostrato quelle due ragazzine, venute dal Marocco, che amano la “nostra”, di patria.

Buon anno!

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piano piano

Mi fermo e, piano piano, le immagini veloci e confuse di questi mesi acquistano chiarezza, diventano nitide.

Questi anni di scuola stanno trascorrendo in modo fruttuoso, perché le mie azioni, i miei gesti sono sempre più sicuri, sempre più precisi. Mi sento come un giocatore di calcio, o un altro sportivo, che passa ore ed ore al campo di allenamento, fino a rendere i propri gesti impeccabili. Come ho già scritto, questo tempo che passo lavorando mi fa capire sempre di più che la precarietà è mortifera, rende difficilissimo acquisire un sapere che non c’è sui libri, rende difficile costruire dei rapporti.

Sto cercando di capire qual è l’elemento più importante di questi anni felici e tumultuosi. Bastano pochi minuti, o forse meno, per capire che le sensazioni che si provano quando una persona reclama la tua permanenza a scuola per gli anni a venire, quando ti invita a pranzo, per ringraziarti di quello che le insegni, quando ti guarda sorridendo e tu vorresti perderti nei suoi occhi, pieni di gioia e mistero, per capire che la professionalità cresce solo se ci si mette la passione, Basta poco per capire che cosa sia l’alienazione, il sentirsi altro da sé. Basta poco per capire che la passione che impieghi per imparare il tuo mestiere, il sentimento che c’è in quello che fai, colpisce la mente e il cuore degli alunni.

Lo so che queste sono ovvietà da romanzetto rosa, ma io mi emoziono sempre.

Buone notizie

Sono sicuro che è sempre occupatissimo, perché deve combattere la mafia, ma, forse un giorno gli scrivo due righe, per ringraziarlo anche da parte mia, minuscolo blogger che fa il prof, per ringraziarlo di quello che fa.  Pubblico con estremo piacere questa notizia, che migliora il clima, spesso maleodorante e infido, dei media.

Nino Di Matteo

l’amore e la suora inquietante

c’è stata la vigilia, un paio di giorni fa. La mia alunna, la quale mi aveva invitato a pranzo alcuni mesi fa, mi ha telefonato, rivolgendomi frasi piene di affetto, sincero. Mi ha detto che non vede l’ora di rivedermi a gennaio e io mi sono stupito, mi ha ringraziato per quello che le ho insegnato. Sorridevo ed ero meravigliato. Sono sempre meravigliato dai gesti affettuosi, come se fosse sempre la prima volta. Quella ragazzina dolce e deliziosa mi riempie di affetto da sempre. Mi ha scritto anche la suora inquietante, un messaggio pieno di retorica scialba, che simula considerazione e affetto.

farsi sentire

mi sembra di avere buttato tanta, troppa, carne al fuoco. sento la necessità di rimettere in ordine tutto il caos che ho in testa. Il 23 mi scade il contratto all’ITC, il contratto si interrompe fino al 7 e dovrei rimanere. Ho ricevuto una proposta per una supplenza fino al 6 marzo in una scuola media e vorrei rifiutare, spero di avere più certezze il 29 di questo mese.

Ora mi devo fare sentire, ho bisogno di far sentire che sono vivo, che sono qualcosa oltre quello che faccio. Vi dedico questa musica rilassante del Buddha Bar.