Month: settembre 2014
fatemi gli auguri
oggi sono andato a prendere il quotidiano e ho ricevuto una telefonata da una scuola: 18 ore di supplenza in una scuola superiore (si chiama ISIS, che strano nome…) fino alla nomina dell’avente diritto (lo chiamano in quel modo lì, bah), oppure fino al 29 ottobre, magari prorogabile. ho un sacco di roba da fare, mi sento sempre più stanco. ce la farò? fatemi gli auguri, mi sento un po’ vecchio quando sento ‘ste notizie.
amico invadente e simpatico 81/ difficoltà
quando viaggio devo sentire il paese, devo sentirlo nell’intimo. Una città è fatta di suoni, vedute, sapori, due mila aspetti che ti sbattono addosso con violenza, che ti pongono delle domande, che, a volte, danno risposte a delle domande che poni. La cucina è un linguaggio che parla alla vista, al corpo, allo spirito, all’olfatto, la cucina è un messaggio lanciato dalla terra, parla di cultura e storia. chi vuol mangiare gli spaghetti all’estero è un po’ fesso, certamente, ma è anche una persona che ha paura, è una persona che lancia un messaggio culturale. La cucina di un altro paese ci spinge al confronto, ci mette a nudo, scopre le nostre insicurezze. Cosa provate guardando una succulenta fiorentina? un piatto di tagliatelle? Provate gioia per la loro squisitezza, ma, soprattutto, vi sentite rassicurati. Il sentimento di rassicurazione è umano, comprensibile, però ci tiene fermi, ci rende fermi mentalmente.
quando vado all’estero, ho bisogno della cucina straniera, ma, nello stesso tempo, ho bisogno di rassicurazioni. Consulto le guide, incrocio i dati. Mi piace mangiare nei bar, nei pub, mi piace la cucina tradizionale, ma mi piace anche la cucina rimaneggiata, mi piace cercare i ristoranti stellati. Da quando c’è Masterchef anche io sono diventato appassionato della gastronomia di alto livello. Cerco sulla guida 50 grands tables du monde e rimango incuriosito da Mikouni. Cerco il percorso con la metropolitana e fa un caldo boia, come sempre. arrivo nei pressi, sono le 8 e fa un caldo boia, ho la camicia zuppa di sudore. Prendo un taxi, arrivo al ristorante e scopro di avere prenotato nell’altra sede del ristorante. Ci sono Mikouni Marounoshi e Mikouni e basta. Sono stremato e non faccio altro che bere acqua, come al solito in Giappone, generosamente offerta. Mi accorgo che sulla guida c’erano gli indirizzi invertiti dei due ristoranti dello stesso proprietario. I gentilissimi camerieri modificano la prenotazione e mi accompagnano in sala. Il servizio è attento e premuroso. Mi servono il menu, è scritto in giapponese e francese. Io parlo bene in francese, lo studio da tanti anni, ma del menu capisco poco. Leggo, chiedo spiegazioni ai camerieri in inglese, loro sono gentilissimi e rispondono puntualmente. Capisco di più, ordino, mi faccio consigliare vini francesi e attendo. I camerieri mi presentano piatti finemente elaborati, costruzioni complesse e meravigliose di cui si può intuire solo qualche elemento e io provo a capire, provo a capire e gusto. Mangio bene e in abbondanza, mi sento appagato, anche se preferisco Cracco, mi sento cresciuto, sì, sembra strano questo aggettivo, ma è così. Ho provato ad imparare, ho sperimentato cosa significa la cultura. La cultura è complessità, è chiedere qualcosa a sé stessi, è cercare lo squilibrio, per trovare un nuovo equilibrio. Altro che tweet, altro che il regno dei social network, che diventano il rifugio e la ragione di vita di disperati e del disperato presidente del consiglio.
amico invadente e simpatico 80 /Monte Fuji, Museo dell’innovazione, Ristorante Mikouni
amico invadente e simpatico 79/Nikko, il museo dell’Innovazione e la mostra sui servizi igienici
Tagikistan: ci voglio andare!
Federico Aldrovandi: ragazzo
Senza commenti. l’inglese di Renzi (dal post di Andrea Scanzi di oggi)
In Italia l’informazione si ostina a ritenere Renzi non solo credibile, ma perfino bravo. Per questo, ogni dì, lo incensa. Nel resto del mondo, proprio come accadeva con Berlusconi, la pensano già molto diversamente. Vista da qui, sembra che la sua trasferta negli States sia stata irresistibile. Peccato che, negli States, ancora ridano per le sue perle. Ecco un best of delle frasi pronunciate da Renzi al Council on Foreign Relations, uno dei più potenti think tank di politica estera del mondo occidentale, davanti a una platea di americani e potenziali investitori internazionali. La sbobinatura è diwww.vice.com (le foto invece sono di Renzi, e si vede). In confronto l’intervento al Digital Venice, quello dello “shish becosa mai mader uu crai”, quasi rimpicciolisce.
Questo è il video integrale: https://www.youtube.com/watch?v=yA8s19u8eVs(è tutto vero, anche se pare impossibile crederci).
1) “Io sono prendere forma culo del mio futuro”.
2) “Cambiare fuori-stessi per tornare indietro di essere Italia. Tornare indietro di essere Italia significa alcune cose, propenso-al-fisting”.
3) “Di più votato in Europa, più del partito di Angela Merkel, questo ovviamente per italiano è una molto importante ragione di orgoglio, più o meno nel coglione (bocchinaro), calcio, partita, anche se dopo questi campionati mondiali non discutiamo più del coglione (bocchinaro)”.
4) “Negli ultimi cinque anni l’Italia ha perso più o meno cinque pinte nel posizionamento dei disoccupati”.
5) “E’ l’unica ragione di salvare in questo momento il il il il il climax”.
6) “Ero davvero ascesa della zuppa l’ultima volta in cui ho visitato la Silicon Valley”.
7) “La mia sfida è cambiare urca urca visione, urca atteggiamento, urca significa una rivoluzione radicale, non una rivoluzione del Simply, nella mentis formale, nella mentalità, di politici in Italia”.
8) “La sessualità italiana in passato, di restare sul bordo, difendersi, ma diamo la possibilità di sopra e saltare”.
9) “È impossibile noi abbiamo una azienda di aerei che fallisce, quindi noi siamo aperti agli investitori per Alitalia, per esempio il sidjekfhsk, com se disc ehm ehm ehm, steel, acciaio, si steel ok, e siderurgia come si dice?”
10) “Ora noi in Italia per diventare giudice con un corso, con una gara pubblica, l’elfo dei vincitori sono donne ora, più dell’elfo”.
Buona catastrofe.
(Thanks to Massimiliano Bertozzi)
amico invadente e simpatico 78/ botte di c…
tanti anni fa ero in Russia, a Leningrado. Perdo l’aereo a causa del troppo traffico e debbo trovare un albergo per la notte. Cerca cerca e, dopo qualche tentativo, ne trovo uno. Pago con la carta di credito, vado in camera. è tutto carino, si mangia pure bene e il prezzo è modesto. torno in Italia. qualche settimana dopo controllo l’estratto conto della carta di credito e mi accorgo che non mi avevano addebitato il pernottamento, non so la colpa di chi fosse. ho provato a contattarli, ma nessuno mi ha risposto. vabbè. si faranno vivi loro, penso. scomparsi.
quest’anno vado in Giappone e prendo il taxi, all’arrivo a Tokio. arriviamo all’albergo, do la carta di credito, il taxista la passa nel pos, me la restituisce e mi saluta. mi ha addebitato un’ora di corsa in taxi? neanche un minuto,…