Per raccontare del mio amore per la cultura russa non saprei da dove partire.
Ci sono tanti percorsi, tante strade, che partono da lontano. Io sono stato educato da dei nonni comunisti. Sono diventato comunista presto, sono comunista dentro. Penso che l’URSS, al netto degli errori, sia stato il primo esperimento di liberazione delle classi popolari. è stata la prova che la storia si poteva cambiare. Sono leninista, convinto sostenitore, nonostante tutto di una storia lunga e anche gloriosa. Ma non è questo l’argomento del mio post. Non ho abbastanza conoscenze storiche e politiche per ragionare in modo esauriente su questi temi.
alle superiori ho conosciuto un prof. quando l’ho conosciuto aveva un barbone da intellettuale di sinistra. Io l’avevo scambiato per un bidello, quando si presentò durante la lezione di francese. si trattava del prof di italiano, GG, noto donnaiolo. gli piacevano e gli piacciono le ventenni, adesso lui ne ha quasi 70. ci spiegò Dostoevskij, di cui io conoscevo appena l’esistenza. Ci spiego Tolstoj. è difficile tirare delle conclusioni omogenee. di sicuro posso scrivere che ho conosciuto altre facce di questo mondo. Per me la storia della Russia si è un po’ allungata. Ho capito da dove veniva la grandezza. Ho ascoltato la storia dell’Idiota e di Raskolnikov e ho capito di essere simile a loro. Leggevo, leggevo tanto, più di quel che comandava il professore. Prendevo ottimi voti, non solo sulla letteratura russa. Il prof mi ha fatto adorare anche Leopardi, ma la Russia è stata una cosa diversa. Ho continuato a leggere opere letterarie russe. e ho preso una decisione, quella di studiare russo all’università.
Ho sentito quasi un debito morale, ho sentito che avrei dovuto rendere ai miei alunni quello che i professori, come il professore di italiano, mi avevano dato. Un bel giorno ricevo una telefonata, mentre ero in comune. Mi viene offerto un incarico di russo in una delle più prestigiose scuole della mia città. si tratta di una scuola religiosa, tanto per cambiare. quando arrivo alla scuola dei frati, mi ricordo di quando ci portarono a vedere uno spettacolo noiosissimo in quella scuola, quando eravamo liceali. Mi sento un po’ spaesato. Mi succede sempre, all’inizio. Avrei avuto un solo alunno, un capellone simpatico e sorridente, con il chiodo. Proprio lì, in quella scuola, considerata per fighetti. Lui è di origine russa, ma non sa scrivere bene in russo. Gli insegno la grammatica, gli insegno la letteratura. Ho ancora più voglia di studiare. Studio Cechov, Tolstoj, Dostoevskij. Gli insegno la letteratura russa medievale. Per me la storia della Russia diventa più lunga, più ricca. Le lezioni sono appassionanti, Voglio insegnare la faccia nascosta della Russia, dell’Urss. Voglio insegnare il lato irrazionale, il lato mistico. al capellone con il giubbotto di pelle piace. Gli insegno Nabokov. L’incarico mi viene confermato anche per l’anno successivo, quarta e quinta linguistico. Il russo è la sua seconda lingua di studio. Gli spiego i racconti di Cechov, la corsia numero 6, il monaco nero. Mi diverto, mi appassiono e mi rilasso. I due anni passano in fretta, gli spiego il poeta sul quale ho svolto la tesi, Nikolaj Kliuev, un adepto delle sette religiose russe. Sono felice, rilassato e smarrito. Probabilmente ne parlerò ancora di quell’esperienza.