Perdere l’innocenza

Perdere l'innocenza

Come sempre, arrivo in ritardo. Sono passati 22 anni e un giorno, dalla strage di Capaci, quando Falcone, la moglie e la scorta sono stati uccisi.
Mi ricordo che a quell’epoca io ero già un piccolo militante comunista. Mi aveva un po’ perplesso il fatto che Falcone avesse accettato di lavorare a Roma al Ministero della Giustizia. Pensavo che rischiasse di compromettersi con il sistema. Lo ammiravo, ma non avevo capito il suo gesto. Non avevo capito che voleva cambiare la giustizia. è normale, avevo 15 anni.
Quando Falcone morì, io ero in giro. Non mi ricordo più a fare che cosa. Faceva caldo, forse troppo. Torno a casa, la casa dove sto scrivendo ora. Mia nonna mi accoglie con aria turbata e mi dice “Hanno ammazzato Falcone”. Io rimango allibito. Non so cosa dire e guardo la televisione in silenzio. Spero che almeno sua moglie, ferita, si salvi. Non ce la fa.
Passano i giorni e passano i mesi, mi accorgo che quel giorno ho perso un po’ di infanzia, ho perso un po’ innocenza. Mi accorgo che ho acquisito sempre maggiore coscienza della mafia, mi accorgo che Falcone, come Borsellino, sono un po’ anche parte di me.
Ora vedo alcune brutte facce, di destra e di pseudosinistra, che beatificano questi magistrati, perché sono morti, mentre insultano magistrati come il dottor Di Matteo, al quale questo blog è dedicato. Li insultano, proprio come facevano con Falcone e Borsellino.
Li insultano, li ostacolano, li diffamano, proprio come facevano con Falcone e Borsellino. E ho paura.
E sento l’esigenza di costruire legalità. di costruire società proprio lì, a scuola.

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8 comments

  1. Costruire legalità a scuola. Bellissimo scritto in conclusione di una riflessione come questa. Ultimamente mi rendo conto di quanto noi adulti stiamo insegnando ai ragazzi ad arrendersi proprio di fronte alla fatica necessaria a costruire la legalità. Avere sotto gli occhi esempi eccellenti in disonestà non è solo un rischio di declino: rischiamo di sostituire ogni valore con il suo contrario o, peggio, con l’irrimediabile assenza del valore stesso. Costruire legalità a scuola. È un pensiero che fa rumore e solleva polvere, sporca le mani, lascia tracce e testimonianze. Restituisce l’innocenza.

  2. Non so se si tratti davvero di una lotta così impari, o piuttosto di una guerra in cui si vince e si perde in diversi modi. A volte ciò che che si vede accadere in uno solo, in un singolo, produce un’energia così potente da bastare al mondo per un giorno. Lei è un vero insegnante, penso sappia bene di cosa parlo.

      1. È una bella definizione dell’insegnare, una descrizione da dentro. Leggerla ha rafforzato la mia convinzione che ci sono persone destinate ad insegnare, non necessariamente a scuola. Niente di straordinario,anzi, credo si tratti di persone venute al mondo proprio per questo, quindi quanto di più normale e basilare. Ciò che le rende speciali è piuttosto il fatto che sono rare, perché sono poche quelle che capiscono, crescendo, di avere questo compito nella società. Spesso sono gli adulti di turno a distrarre questi preziosi insegnanti dal percorso della loro formazione, quasi sempre inconsapevolmente. Proprio ieri parlavo con una madre che mi raccontava con stupore come fosse stato suo figlio ad insegnarle a vivere.Ho sorriso ascoltandola, perché quando vengo a conoscenza dell’esistenza libera di una di queste persone mi sento letteralmente rinfrancata. Ho sorriso, quindi, ma non ho detto niente, perché molte persone si sentono sminuite nel ruolo di allievo,non ne capiscono l’importanza, non si sentono altrettanto fondamentali per il dialogo fra chi sa e chi desidera sapere, e non volevo che quella madre potesse sentirsi così.
        Tutto questo discorso un po’ ingombrante per dire che credo lei sia una di queste.

        Grazie a lei per ciò che scrive e come.

      2. per me insegnare è una sfida, io ce la metto tutta, fisicamente ed emotivamente. trovo quasi sempre qualcosa di positivo nelle persone, imparo sempre e cresco sempre. credo che sia necessario insegnare con l’esempio, l’esempio della competenza e dell’entusiasmo. quando ricevo dei complimenti mi imbarazzo, sorrido, arrossisco e ho quasi pianto per la commozione. gli alunni riescono a mettere nudo la mia anima e a farmi sentire acceso, vivo.
        Grazie per lo scambio di post.

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