Per raccontare questa storia vorrei partire dalla protagonista. La stronzetta che ho sostituito è una sessantenne. che doveva essere stata una donna piacente, frustrata e delusa. Ha vissuto in Germania, aveva il marito tedesco, il quale le ha fatto le corna con la governante ventenne. è tornata in Italia, due figli ormai grandi, ha avuto un esaurimento, è andata in pensione. Forse la pensione non le basta e si è messa a lavorare per la suora inquietante. La suora inquietante la paga meno di quello che ha dato a me, lei dice, circa quattro cento euro al mese per 8-10 ore settimanali, più la quintalata di riunioni in cui la coinvolge. I genitori della stronzetta sono anziani e si ammalano gravemente, il padre finisce all’ospedale per molto tempo. La stronzetta e la sorella si alternano, assieme alla badante ed altri parenti. Un pomeriggio la sorella della stronzetta ha bisogno di aiuto, però c’è una riunione a scuola. La stronzetta chiede alla suora inquietante di poter essere esentata dalla riunione, dopo averle spiegato i motivi. La suora inquietante risponde: no, lei deve venire. La stronzetta, una donna di sessanta e più anni, ci rimane male, però ubbidisce e lascia solo il padre all’ospedale.
La suora inquietante ama iniziare le riunioni, soprattutto i collegi dei docenti, con il padre nostro, il gloria, l’ave maria e il segno della croce. Chissà perché trovo una relazione tra questi due aspetti.
Quando il potere è egocentrico, totalitario, diventa anche ipocrita. Più di una volta mi sono chiesto se bisognava adorare dio o la suora inquietante.
Qualche tempo fa stavo facendo lezione in prima media, una frase dell’unità che stavo spiegando suonava così: hai paura del preside? S.C. è una bambina sveglia, intelligente e determinata. Risponde con sicurezza e con tutto il candore dei suoi 12 anni: no, perché se mi comporto bene, non mi succede nulla. Avrei voluto spiegarle come la pensavo, ma non ho potuto. Penso che crescerà e conoscerà persone come la suora inquietante, purtroppo per la mia alunna, che la comanderanno e le impediranno di accudire il padre malato.
Il potere spietato incute paura, frustrazione e rabbia repressa. Il potere spietato trasforma gli uomini in belve, non tutti ma molti. La suora inquietante sta male, da un po’ di tempo, si è assentata da scuola, è ritornata non stando bene. Si è riassentata, è andata all’ospedale, dove, lei ha scritto, le hanno trovato una vertebra fratturata. L’hanno trattenuta a lungo. La cosa ha insospettito molti: per una vertebra fratturata? Il tempo passa e lei non torna.
è giovedì mattina e sono nel refettorio/biblioteca, una grande stanza dove si tengono i ricevimenti mattutini dei genitori. Una mia collega entra e mi parla della sua preoccupazione per lo stato di salute della suora, la quale, mi dice, non mangia quasi niente. Mi dice anche, nel refettorio, dove una suora o un collega sarebbe potuto passare in qualunque momento, mi sembra che anche le altre suore si interessino poco a lei, mi sembra che mostrino poco trasporto. In quel momento passa una suora: anziana, grassa, dall’aria severa, bassa. Come sta la suora inquietante, le chiede la mia collega. La suora grassa e severa risponde, con aria di sufficienza, l’ho vista stamattina, sì, non sta molto bene. L’aria della suora grassa è annoiata, la mia collega è stupita e delusa. Le dice, ce la saluti tanto. La suora grassa risponde, va bene. va bene, e si allontana. Sembrava non importargliene nulla della consorella. Non mi sono stupito: ho provato quasi compassione per la suora inquietante.
Sabato scorso ho incontrato mia madre. Mi ha telefonato mia cugina. La cugina di mia madre insegna matematica nella scuola della suora inquietante.Mi ha detto che la suora inquietante ha un mieloma. La cugina di mia madre è una pettegola falsa, che dei parenti si è sempre strafregata, lavora da 36 anni con la suora inquietante e non mi ha nemmeno mai detto quando fare il mio nome per una supplenza. Quando ho saputo del mieloma della suora inquietante, ho pensato ad una cosa. Non ha solo un male terribile, ne ha due. è circondata da serpi, Erinni feroci. Ho pensato che avrebbe fatto meglio a circondarsi di gente come me, che non la adula, ma la rispetta, con la schiena diritta. Ho pensato che forse capirà che cosa ha creato, e che forse morirà peggio.
Che tristezza che mi fanno quelle suore. Quelle scuole. Quelle “persone”. Non so davvero come tu abbia fatto a sopportare tutti quanti.
Secondo me, la suora inquietante sa bene quello che ha creato, l’ha voluto lei e non se ne pentirà. Non credo, almeno. Mi fa schifo che non abbia un minimo di umanità, di compassione. Non l’ha mai avute. E adesso si ritrova con delle consorelle che se ne sbattono di lei. Se l’è voluta lei questa situazione!
La suora è una bambina mal cresciuta, che vuole sentirsi dire sempre sì. Ha mantenuto il peggio dell’infanzia ed ha 80 anni circa. L’Italia è un paese che ha preso il peggio del cattolicesimo, improntato al dogmatismo più becero ed arretrato. L’Italia è un paese disunito, che non è mai stato uno. L’Italia è ancora un’espressione geografica. è ancora il paese delle signorie, che ha bisogno di uno che gridi al balcone. La suora inquietante è una donna piccola, mediocre, se si renderà conto di quel che ha fatto lo farà quando ormai sarà troppo tardi. Non avrebbe dovuto disprezzarmi, perché non le detto sempre sì. Avrebbe dovuto tenermi stretto e mollare quelli che hanno paura e la odiano. è troppo orgogliosa ed infantile per farlo.
Che tristezza….
scusa Michele perchè ti rivolgi con quella parola all’insegnante che sostituivi?…..mi è sfuggito qualcosa?
l’ho vista 1 sola volta e mi ha accusato, più o meno velatamente, di regalare i voti agli alunni, solo perché con me miglioravano in tedesco, mi ha accusato di trattare degli argomenti, che io non avevo trattato, solo perché una ragazzina poco sveglia aveva capito male. ecc. ecc. ecc.
Capito, ora…. 😦
Bisognerebbe fare il lavoro che si desidera. Lo so che non sempre è possibile. Quella donna è una donna difficile, ruvida. Intendo la stronzetta. Mi chiedo cosa sarebbe successo se non avessi avuto la vita che ho avuto. Ho avuto una vita facile, una vita morbida. Forse sarei stato come sono ora, forse.
…e chi lo sa…
gia’